Brozo e il triangolo Inter, è questo il centro di gravità
●Il croato e Gagliardini davanti alla difesa, Rafinha trequartista. Così Spalletti ha trovato la soluzione
Impossibile traslare l’attacco triangolo dal basket al calcio. L’esempio cestistico però aiuta a rendere l’idea di come quel triangolo immaginario in mezzo a un campo da calcio ricopra un ruolo tutt’altro che marginale. Nell’Inter di Luciano Spalletti, per esempio, è uno dei cardini del sistema di gioco. Immaginate che i vertici del triangolo dentro il 4-2-3-1 siano i due centrocampisti davanti alla difesa e il trequartista. Quest’ultimo, in una rosa che non contempla una figura classica con quelle caratteristiche, dovrebbe essere sostituito dal «folto che ruota molto», definizione che lo stesso Spalletti diede nel forum in Gazzetta a inizio stagione.
VARIABILI In realtà nella sua Inter non è ruotato molto solo il trequartista, ma anche il resto del pacchetto mediano. L’ultima versione, quella del pareggio contro il Napoli e della larga vittoria ottenuta contro la Sampdoria, prevede la coppia Gagliardini-Brozovic davanti alla difesa con Rafinha trequartista. Soprattutto, però, c’è un dato che non si può mettere nero su bianco. Lì in mezzo Spalletti è riuscito a creare un movimento più continuo e armonico tale da esaltare le caratteristiche migliori di ciascun giocatore. Non essendoci un regista, né Gagliardini né Brozovic possono occuparsi di impostare il gioco. E così a rotazione possono anche prendersi la responsabilità ma proprio per trasportare la palla fino a Rafinha. Il brasiliano è cresciuto di condizione con le settimane di lavoro ad Appiano. Il suo trattamento di palla permette a turno a Gagliardini e Brozovic di pestare i piedi e partire negli spazi offrendo una soluzione di gioco alternativa alle ali Candreva e Perisic.
GLI EX VIOLA Questa però è l’ultima versione di un centrocampo che durante la messa in onda del campionato ha mostrato più volti. A inizio stagione gli ex Fiorentina Borja Valero e Vecino in condizione non mancavano di timbrare il cartellino. Potevano giocare insieme davanti alla difesa, o spostando lo spagnolo da trequartista si creava lo spazio per Gaglia accanto all’uruguaiano. Tra novembre e dicembre sono poi salite in cattedra le due torri. Gagliardini-Vecino davanti alla difesa fornivano quella sostanza che consentiva di sviluppare il gioco agile dalla trequarti in su. Che fosse Borja Valero (il più delle volte) o Brozovic, poco importava. Quell’assetto pagava l’occhio e restituiva risultati.
LA NOVITÀ Con il nuovo anno Spalletti ha introdotto una variante, portando sull’interno Perisic, affiancandogli Borja e Vecino sistemando Perisic sulla trequarti. Una mossa che ha mandato in confusione gli avversari, ma non i giocatori nerazzurri. Contro il Bologna, l’11 febbraio, l’Inter vince. Il centrocampo a tre lo aveva sperimentato anche nelle due settimane precedenti però mettendo Brozovic accanto a Borja e Vecino. La novità mostra che Spalletti può forgiare valide alternative pur con un mercato di gennaio conservativo. Ma è proprio l’unico vero innesto, Rafinha, che gli consentirà di rivoltare la squadra. La condizione atletica crescente non solo gli permette di farlo giocare dal principio, ma anche di poter chiedere ai compagni di reparto un lavoro oggettivamente più fattibile. Tradotto, non bisogna correre anche per Rafa quando si è senza palla. La storia della prima stagione di Spalletti in nerazzurro insegna però che anche quest’ultimo assetto non sarà definitivo. Perché Borja Valero e Vecino torneranno utili. Eccome, magari già alla ripresa del campionato dopo le nazionali. In nove giorni l’Inter giocherà tre partite: in casa con il Verona, il derby e poi a Torino contro i granata. C’è spazio (e bisogno) di tutti. ● le gare giocate dall’Inter con il trio Gagliardini-Brozovic-Rafinha nel cuore del campo: 0-0 in casa contro il Napoli; vittoria 5-0 a Genova contro la Samp
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