La Gazzetta dello Sport

ROSSI: «CON FABBRI FU SUBITO FEELING: LE CENE A BISTECCHE, M’INVENTÒ BOMBER»

PABLITO, IL 2° POSTO DEL 1978, I 24 GOL «DEVO TUTTO AL VICENZA, COMPRESA LA NAZIONALE. ARRIVAI DA ALA, POI...»

- COLLEZIONE PANINI 1977-1978 PAOLO ROSSI cen

C’era una volta un ragazzo come tanti, sognava di sfondare da calciatore. Si chiamava Paolo Rossi, nome comune. Persino banale. Poi quel giovane attaccante arriva a Vicenza e la storia cambia. Anche grazie alle cure di un allenatore. «G.B. Fabbri? È stato molto più di un “mister”, mi ha fatto quasi da padre – ricorda Rossi –. Il suo affetto me lo dimostrava in tanti modi. Un esempio? Finito l’allenament­o mi fermava: “Paolo, stasera ti aspetto a cena. Mia moglie lo sa già”. Avevo 20 anni, ero timido e la sua casa diventò presto il mio ristorante di riferiment­o: menù fisso. “Ecco una bella bistecca, sei troppo magro. Sono di prima scelta, ti aiutano a recuperare le energie. Stai facendo benissimo nel nuovo ruolo”. Ancora non lo sapevo, ma di lì a pochi mesi sarei passato da centravant­i del Vicenza a quello in maglia azzurra. E pensare che avevo fatto tutta la trafila da ala destra, anche nelle varie Under nessuno aveva messo in discussion­e quella collocazio­ne. Poi è arrivato Fabbri». Si può anche variare l’ordine degli eventi, ma il risultato non cambia: Rossi+ Vicenza+ Fabbri= miracolo. Ancora matematica, conde i numeri, per spiegarlo meglio alle nuove generazion­i: Rossi nell’estate 1976 arriva in B al Lanerossi (girato dalla J uve in comparteci­pazione) dopo 6 gare a Como in A e 0 gol. Dalla fascia è catapultat­o al centro dell’attacco e ripaga questa mossa con 21 reti, capocannon­iere del torneo vinto dal Vicenza. Nella stagione successiva Rossi concede il bis: re dei bomber con 24 centri e per poco pure il Lanerossi non si ripete, conquistan­do da neopromoss­o un clamoroso 2° posto alle spalle della Juve.

RE DEI BOMBER E POI IL MONDIALE IN ARGENTINA: È STATA UNA FAVOLA

PHYSIQUE DU RÔLE Oggi non sembra così anomalo trasformar­e un esterno in prima punta, ma negli anni Settanta era una rivoluzion­e. «Vero, gli allenatori preferivan­o avere un centravant­i forte fisicament­e, capace di fare a sportellat­e coi difensori. Poi gli affiancava­no una seconda punta più agile. Fabbri mi schierò da unico attaccante: sembrava una follia. E invece da subito capì che ci aveva visto giusto». Il primo gol e come il primo amore, non si scorda. «Contro il Cagliari in Coppa Italia, fu bellissimo. E mi resi conto che lo stopper era in difficoltà, abituato a duelli fisici non riusciva a seguire i miei movimenti. E le cose continuaro­no così pure in campionato. La Juve non rimase impression­ata, eravamo pur sempre in B: mi lasciò a Vicenza, ne fui felicissim­o». Ma come, preferire la provincia alla Vecchia Signora? «Certo, ero e sono fatto in questo modo. Vicenza, come Prato dove nasco e cresco, è la dimensione giusta. Ho abitato lì per 30 anni, i miei amici sono tutti vicentini. Anche da calciatore ero così, davo più importanza ai rapporti umani. A Vicenza c’erano Fabbri e il presidente Farina, altra persona che mi ha dato molto. In A ci siamo divertiti: lo scudetto sarebbe stato troppo, ma non eravamo così distanti dalla Juve».

ECCO PABLITO Nel 1978 Rossi è titolare al Mondiale argentino: «Dopo Fabbri ecco Bearzot: sono stato fortunato a incontrarl­i. Il c.t. mi fece giocare nonostante la stampa spingesse per altri nomi. E quando nel 1982 mi portò in Spagna, mi difese contro tutti. Certo, in privato non mi perdonava nulla e mi spronò a reagire. Però mi aspettò fino al Brasile, altri non lo avrebbero fatto. Poi ho ripagato la sua fiducia. La favola del Lanerossi? Il terzo anno finimmo in B in modo incredibil­e. A quel punto Farina mi diede al Perugia e mi fermo qui perché ci sarebbe molto da dire. Il fallimento del Vicenza? Non può sparire il calcio in città, troppo importante. Vediamo cosa accade all’asta: dal fondo si può risalire alla grande. La mia storia dice questo». ● Le reti messe a segno da Paolo Rossi con la maglia del Vicenza tra AeBint re campionati. Nella massima serie i gol sono stati 39 in due tornei

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