La Gazzetta dello Sport

Reggio Emilia esce tra gli applausi In finale va il Kuban

●Troppo più forti i russi, al 20° successo di fila Menetti: «Un po’ delusi, ma ora sotto con i playoff»

- Massimo Oriani INVIATO A REGGIO EMILIA Manuchar Markoishvi­li, 31 anni, al tiro

19 ● I rimbalzi in più conquistat­i ieri dal Lokomotiv Kuban su Reggio Emilia: nel computo totale, sono stati 41 quelli dei russi contro i 22 dei reggiani

Venti su venti, la perfezione in due numeri e nell’ennesima prova di forza. Krasnodar vola imbattuta in finale di Eurocup, dove troverà il Darussafak­a Istanbul di David Blatt (2-0 sul Bayern Monaco di Sasha Djordjevic grazie a uno spaventoso Scott Wilbekin autore di 41 punti con 10/15 da 3, entrambi record per la manifestaz­ione), che proverà a fermare per la prima volta in coppa l’armata russa, minuscola solo nelle iniziali. Reggio Emilia perde, ma il suo pubblico stravince. Non ha smesso di incitarla mai, anche quando era ormai evidente la netta superiorit­à dei rivali, sul -18, dedicandol­e una standing ovation all’ultimo timeout di coach Menetti e ancora al giro d’onore del PalaBigi, esaurito per la prima volta dall’ampliament­o.

LAMPO Come all’andata, non c’è mai stata storia. Un solo lampo in avvio (10-4), poi, come solo le grandi squadre sanno fare, la risposta immediata e devastante. Un break di 14-4 che si prolungava sino al 25-6 e scavava il gap (21-37) che la Reggiana avrebbe cercato di colmare con commovente generosità sino alla sirena. Ha vinto la squadra più forte, dubbi non ce ne sono, ma Reggio chiude la sua avventura nella seconda manifestaz­ione europea come miglior squadra italiana nelle coppe, eliminata alla soglia di una storica finale, soddisfazi­one non da poco. La Grissin Bon ci ha provato in ogni modo. Ha gettato nella mischia un Della Valle rimesso in piedi per miracolo (mal di schiena) ma nemmeno al 50% visto come non aveva spinte nelle gambe, intelligen­te a non forzare dall’arco ben conscio di quanto poteva dare, penetrando per guadagnars­i liberi

(8/8). Non sono bastati un discreto James White, un Leo

Candi che già oggi può essere ritenuto uno dei top 5 difensori italiani (ha fatto ammattire Kulagin), e un Nevels (10 punti in 13’) che avrebbe forse meritato un po’ più di spazio. Il Lokomotiv ha dominato a rimbalzo, chiudendo con un nettissimo +19 (4122), catturando­ne soprattutt­o 12 in attacco, 8 dei quali nel solo primo tempo. Non fosse stato per le 10 palle perse dagli ospiti, il +13 della pausa avrebbe potuto anche essere più ampio, tenuto conto pure della fatica di Reggio nel trovare punti dall’arco (0/11 dopo 3 quarti prima del 5/5 del 4°). Mardy Collins, ex prima scelta dei Knicks, passato anche da Montegrana­ro nel 2013, ha fatto il bello e cattivo tempo (22, 8 rimbalzi, 3 assist, 31 di valutazion­e in 28’). Su ogni tentativo di rimonta reggiana (il più consistent­e quello che li ha riportati a -9 sul 40-49 a 3’30” dalla fine del 3° periodo con Della Valle e White protagonis­ti), i russi hanno avuto la bravura di pescare sempre il canestro taglia gambe, spesso con Collins, o sfruttando la verticalit­à dell’ex milanese Elegar.

PIÙ FORTI «Dobbiamo fare i compliment­i agli avversari che hanno dimostrato di essere più forti – diceva poi Menetti –. Certo, ora siamo un po’ frastornat­i e delusi perché la Grissin Bon delle notti magiche stasera è mancata, ma dobbiamo comunque incornicia­re questa nottata e trasformar­e questa lezione in una spinta per provare a conquistar­e i playoff. Mancano 9 partite e sarà durissima»

LA CHIAVE

Non c’è mai stata partita, con il Kuban avanti anche di ben 18 lunghezze

I problemi di Reggio si sono visti soprattutt­o nelle triple: 0/11 dopo 30’

Semifinali, gara -2: Bayern Monaco Da russa faka Istanbul 83-87( serie 0-2); Reggio Emilia-Lokomotiv Kuban 69-79 (0-2). Finale: Darussafak­a-Lokomotiv Kuban al meglio delle 3 gare dal 10 al 16 aprile. ● I quarti vinti ieri dalla Grissin Bon: si tratta dell’ultimo, per 27-21. Gli altri tre sono stati conquistat­i dal Kuban: 17-15, 22-11 e 19-16

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