BOLT CALCIATORE «VOGLIO GIOCARE IN UN GRANDE CLUB»
Allenamento col Borussia Dortmund per l’uomo più veloce del mondo
Forse sta cercando di battere un altro record del mondo. Solo che ormai da diverso tempo ha chiesto alla pista di farsi da parte: scusa, ho voglia di cambiare. Allora dentro i suoi pensieri s’è fatto vivo lo stadio, che deve avergli detto: ti ricordi di me e di quando riempivo i tuoi sogni da ragazzino? Allora Usain Bolt ci ha pensato e ripensato e poi s’è fatto convincere: giocare in Bundesliga o in Premier League, dopo aver dominato tutto il dominabile nello sprint dell’atletica, equivarrebbe a un nuovo record del mondo, magari sui 400, forse sarebbe addirittura un‘impresa più grande. E allora chi se ne importa di Gatlin o di de Grasse, persino di van Niekerk, adesso ha cominciato con Goetze, il match winner dell’ultimo mondiale con quel gol che ammutolì l’Argentina, riconvertito per l’occasione in cicerone dell’uomo che ha corso più veloce di tutti al mondo.
UN COLPO D’AUTORE
Pensavamo a tutto questo nel piccolo centro di allenamento di Dortmund, nella casa del Borussia, la squadra riempistadio, ottantamila persone su ottantamila, praticamente sempre. Poi, Bolt ci ha detto: guardate qui. E abbiamo guardato, un attimo d’autore, un colpo di testa vincente: prima ha bruciato il compagno che lo marcava, poi ha inventato una traiettoria maliziosa al bacio fino all’angolo della porta, roba di uno che ci sa fare anche se ha cominciato seriamente da poco, anzi da ieri. Il gol nella partitella gialli contro bianchi è stata la gemma della mattinata, il suo secondo allenamento con il Borussia, il primo pubblico, con 1400 persone, invitati e media, per vedere con i propri occhi la seconda vita di Bolt. LO SCALDACOLLO
L’atmosfera era strana. Una miscela di periferia e di marketing, di scampagnata e di calcio globale. Un po’ come Bolt, certe volte pienamente a suo agio – il tunnel a un compagno nel torello, un fraseggio già disinvolto, di chi ha già studiato parecchio un ideale manuale del calcio – certe volte un po’ lontano, isolato, fuori contesto. Per chi ha imparato a vederlo totalmente padrone della scena, ultimo mondiale di Londra a parte, è stato curioso. Anche se poi la corsa, i gesti, le espressioni, quello scaldacollo nero che gli copriva la faccia quasi per intero durante gli esercizi per difendersi dal freddo, ci hanno detto: sì, è proprio lui. Usain, però, è stato molto discreto, soltanto alla fine s’è concesso un saluto da star. C’è stato un momento di ilarità sugli spalti quando tutti i compagni hanno sollevato le due porte mobili per organizzare la partitella su una sola metà del campo. Bolt s’è fatto prendere in contropiede, poi ha voluto per forza dare una mano: non sono un raccomandato. LEZIONI DI SQUADRA
Dopo, quando l’ora e passa era finita con i calci di rigore, il suo l’ha messo a segno con disinvoltura, ha fatto il giro delle sette chiese fra un microfono e l’altro. Ha detto chiaro e tondo che sta facendo sul serio. «Voglio giocare in un grande club di un campionato professionistico importante». Niente seconda o terza divisione, niente contentino come premio alla carriera in pista. «Ero un po’ fuori forma, ma ho imparato cose nuove e so dove migliorare». Lo sa anche Peter Stoger, il tecnico dei “gialli”, che ha apprezzato la sua «visione di gioco», ma è stato sincero: è ancora difficile capire il futuro di un’avventura del genere, perché c’è ancora tanto da fare. «Ama questo gioco, lo capisce, quello che gli manca è il lavoro di squadra. Ma se si allenasse diverse settimane, anzi diversi mesi, potrebbe sicuramente crescere sotto questo profilo». Quasi un compito a casa per Bolt. Che ha tanta voglia di studiare. Come e con chi si vedrà.
ERO UN PO’ FUORI FORMA, MA HO IMPARATO COSE NUOVE
USAIN BOLT SUL SUO ALLENAMENTO CAPISCE IL GIOCO, GLI MANCA IL LAVORO DI SQUADRA
PETER STOGER ALLENATORE DEL BORUSSIA
L’UOMO PIÙ VELOCE DEL MONDO SI È ALLENATO COL BORUSSIA DORTMUND: «VOGLIO GIOCARE IN UN GRANDE TORNEO»