Avellino, che test con Milano «È l’occasione per risalire»
●Coach Sacripanti, campione d’inverno con gli irpini, sprona i suoi in affanno «Dobbiamo vivere le gare divertendoci, senza la pressione di dover vincere»
Milano con cinque vittorie di fila (e 6-1 nel ritorno), Avellino che invece zoppica al ritmo di una vinta e una persa, con un bilancio negativo nel ritorno (3-4). In più, gli irpini sono in grave difficoltà con i lunghi: Fesenko fa più partite che allenamenti, Ndiaye è out per infortunio, Lawal è ancora lontanissimo dal poter dare un apporto decente. In soldoni, seppur si giochi al Paladelmauro, la favorita di oggi non può che essere l’Olimpia. Ma Pino Sacripanti, il coach della Sidigas, non si sente battuto in partenza: «Milano ha un organico impressionante, non hanno punti deboli, possono giocare in tanti modi, ma non si vince facendo solo la conta dei giocatori. La mia Avellino giocherà questa sfida fino all’ultimo, come è sempre successo in questa stagione, cercando un successo che sarebbe molto importante, consentendoci di fare ancora un pensierino per acciuffare le prime due piazze».
CALO Girone d’andata super (primo posto con 12 vinte, anche al Forum, e sole tre perse), poi il calo. «Siamo in difficoltà fisica – racconta Sacripanti –, ci manca tanto Ndiaye, di Lawal apprezziamo tanto l’impegno, ma diciamo che al momento deve frenare la sua grande voglia di giocare. È un campione, ha personalità da vendere, sarà un’aggiunta importante nei playoff. Ma sono ottimista, perché la squadra nelle difficoltà non ha mai sbracato, grazie alla dedizione nel lavoro e alla solidità mentale. Penso che non eravamo dei campioni dopo l’andata, non siamo dei brocchi ora. Serve sempre equilibrio: siamo terzi, ora giochiamo la Fiba Europe Cup cercando di arrivare fino in fondo, abbiamo solo fallito la Coppa Italia che sì, è stata una delusione. Con il ritorno di Ndiaye metteremo le cose a posto. Nel frattempo, dobbiamo vivere le partite in maniera ludica, trovando il gusto di giocare contro una grande come Milano, senza la pressione di dover vincere per forza. Certo, le vittorie aiutano, avremmo preferito farlo contro Cantù e Varese, ma non va dimenticato che dovremo essere pronti a maggio: vedrete, saremo protagonisti anche grazie al pubblico che, salvo qualche eccezione, ci è sempre stato vicino con affetto». PATRON Avellino vive anche un momento delicato dal punto di vista societario: il patron De Cesare non segue la squadra da quasi tre mesi, un’assenza che si fa sentire e pesa, anche perché inaspettata. E le voci di possibili partenze a fine stagione del d.s. Alberani e dello stesso coach Sacripanti non aiutano a rasserenare un ambiente diventato forse troppo esigente. In attesa del futuro, Sacripanti in estate si riposerà dopo 13 anni di fila alle prese con le squadre delle giovanili azzurre, lasciate la scorsa estate dopo la rivoluzione del dopo-Messina. «Farò vacanze più lunghe – conclude –, anche se allenare i giovani resta sempre la mia passione».
LA CHIAVE
La maggior parte dei problemi sono nel settore lunghi: Fesenko non è mai al top, Ndiaye è out e Lawal in ritardo