La Gazzetta dello Sport

Addio Solfrini Il Doc J italiano campione a Roma

●L’ex azzurro, argento olimpico e scudettato col Banco, è morto a 60 anni. Schiacciav­a come Erving Bianchini: «Atleta atipico e totale»

- Andrea Tosi

Il basket italiano piange l’improvvisa scomparsa di Marco Solfrini, ala della Nazionale che vinse l’argento Olimpico a Mosca 1980, nonché campione d’Italia e d’Europa col BancoRoma nel biennio 1982-84. Solfrini, 60 anni, è stato stroncato ieri mattina da un malore mentre si trovava alla Fiera di Parma per lavoro. Nato a Brescia, era cresciuto nelle giovanili della vecchio basket bresciano debuttando in Serie A nella stagione 1977-78 in maglia Pinti Inox dove rimase per 5 stagioni sotto la guida del Barone Sales. In quel periodo si meritò la nomea di Doc J italiano perché, alto poco meno di due metri, ma dotato di braccia lunghissim­e, si produceva in spettacola­ri schiacciat­e che evocavano le gesta Nba del mitico Julius Erving. Bruciò le tappe e nel 1979 il c.t. Gamba lo fece esordire in azzurro. La Fip ha ricordato in un tweet le sue 68 presenze con 353 punti in Nazionale.

TIRAMOLLA Nel 1982 il passaggio al BancoRoma di coach Bianchini divenne il momento più importante della sua carriera che lo vide protagonis­ta dei successi in campionato, Coppa Campioni, Interconti­nentale e infine in Korac (con De Sisti). Ritiratosi dopo 17 stagioni in A, toccando anche le piazze di Udine, Fabriano e Siena, era rimasto attivo sui campi con la Nazionale Over 55 e le partite in una lega amatoriale. «E’ una bruttissim­a notizia — commenta Valerio Bianchini —. Se ne è andato un grande. Ottimo giocatore, uomo intelligen­te e sensibile. Era un atipico, giocava molti ruoli e marcava tutti gli avversari, dal play al centro. Lo chiamavamo Tiramolla per i suoi salti e le braccia smisurate. Quando tornai a Roma per costruire una squadra da titolo pensai subito a lui per il ruolo di ala piccola, ma poi si trasformò in secondo lungo. Aveva talento, tecnica e atletismo. Un team-player che faceva anche molto spogliatoi­o. L’ho avuto anche a Siena in A-2 quando arrivammo a giocare le F4 di coppa Italia. A suo modo è stato un campione in campo e un intellettu­ale fuori».

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Marco Solfrini con lo scudetto al BancoRoma

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