Caso Froome: tra Uci e Sky aumenta la tensione
●Sulle procedure è battaglia, e il team è irritato per le fughe di notizie: potrebbe adire le vie legali. Il giudice del Tribunale sarà Haas: ecco i perché della scelta
Nove mesi sono il tempo canonico della gravidanza e Chris Froome deve avere provato quella sensazione da uomo più felice del mondo quando ha saputo che sarebbe diventato papà per la seconda volta (il primogenito Kellan è nato il 15 dicembre 2015): ieri ha scelto twitter per annunciarlo al mondo. Il casosalbutamolo che lo riguarda, invece, di fatto è cominciato il 7 settembre, giorno del controllo «incriminato» all’ultima Vuelta(2.000ng/ ml diconcen trazione dell’ an ti asmatico nelle urine, il doppio del consentito): siamo a 6 mesi e mezzo. Meno di una gravidanza canonica, ma il traguardo non sembra dietro l’angolo e nessuno può dire di avere una risposta certa alla domanda: «Quando finirà?» («E come?», l’altro interrogativo più rilevante). Certamente si può parlare di aspra contesa legale e procedurale tra le parti: Froome e Sky da una parte, l’Ufficio legale antidoping dell’Uci dall’altra. Negli ambienti della federazione internazionale nessuno lo dice esplicitamente, ma l’allungamento dei tempi viene considerato legato alla complessità della strategia difensiva della squadra britannica, che può godere di mezzi economici molto importanti a disposizione. Mentre, a quanto risulta alla Gazzetta, Sky è parecchio irritata per la fuoriuscita di informazioni riservate che viene imputata alla federazione internazionale ed a ambienti ad essa vicini. Senza dimenticare che questo caso, deflagrato pubblicamente il 13 dicembre scorso per uno scoop di Le Monde e The Guardian, è un «risultato analitico avverso», non una violazione della legge antidoping che si verificherà se Froome non riuscirà a convincere i giudici. Sky si sente danneggiata dalla mancanza di riservatezza e potrebbe decidere di adire le vie legali.
LINGUE Il presidente Uci David Lappartient aveva confermato di recente alla Gazzetta che il Tribunale Antidoping dell’Uci — passo successivo rispetto al confronto tra «Lads» e legali di Sky — era stato già interpellato per questioni procedurali. Il Tribunale è monocratico, composto cioè da un solo giudice,
Chris Froome ha scelto twitter per annunciare, felice, la seconda paternità. che viene scelto tra i 5 nomi a disposizione che ne fanno parte. Una scelta che dipende dal Tribunale stesso: secondo l’Equipe di ieri è caduta sul tedesco Ulrich Haas. Una decisione tutt’altro che sorprendente: tedesco di 53 anni, nato in Svizzera, Haas parla sei lingue ed è uno dei padri del Codice mondiale antidoping. Negli ultimi anni, come giudice e/ o presidente del collegio del Tas, ha partecipato ai più eclatanti processi sportivi di doping, da Valverde a Contador. E a novembre 2015 aveva giudicato (rigettandolo) sul ricorso di Valentino Rossi contro la penalizzazione ricevuta nell’ultima gara di Valencia per i fatti di Sepang. TOSTO «Uno tosto», dice chi conosce Haas. La sentenza su Froome (rischia di perdere la Vuelta in favore di Nibali, il bronzo mondiale a crono e due anni di stop) è destinata a fare giurisprudenza e in una scelta di questo tipo è evidente l’intento di arrivare a un giudizio il meno attaccabile possibile, il cui impianto regga ad eventuali ricorsi al Tas che potrebbero rivelarsi «sanguinosi» per le parti anche dal punto di vista economico. Basti ricordare che, come svelato dalla Gazzetta, il costo delle consulenze sarebbe arrivato a più di 7 milioni di euro. La statura giuridica di Haas, un’autorità in materia, famoso per rigore, scrupolo e indipendenza, diventerebbe poi decisiva per la stessa Wada, che sarebbe chiamata a mettere mano alle norme troppo «grigie» che riguardano il salbutamolo, specie in relazione ai tempi del giudizio e alla mancanza di sospensione cautelare del co rridore.
«Coming August 2018», «In arrivo ad agosto 2018».