Cappellini-Lanotte, la danza dell’addio?
●>estano quarti nell’ultima gara in carriera: «Ci interessano solo le emozioni». Oro Papadakis-Cizeron
LA POLEMICA La coach Mezzadri: «Restare fuori dal podio per 27/100 è un insulto»
In quell’abbraccio c’è tutto. Luca stringe Anna e i due, a programma finito, insieme a centro pista, piangono. Per l’emozione del momento, per una carriera che, presumibilmente, volge a conclusione. «Grazie per aver creduto in me» bisbiglia lei all’orecchio di lui, mentre il Forum è in ebollizione. Cappellini-Lanotte, di fronte al proprio pubblico, al termine di un’avventura lunga e piena di successi, sono quarti nella danza di un Mondiale che all’Italia, dopo il medesimo piazzamento di Carolina Kostner, non dice bene.
LA GARA Il podio, per il tandem azzurro, resta a 27/100 di punto, a un battito di ciglia. Nonostante la prestazione sulle note de «La vita è bella» sia sublime, suggellata dal record italiano nel libero e nel totale. Il bianco panna del nuovo costume di lei, dello stesso colore della camicia di lui, contribuisce a creare suggestioni. Con i francesi Gabriella Papadakis-Guillaume Cizeron d’oro per la terza volta con addirittura un doppio primato del mondo e gli statunitensi Madison Hubbell-Zachary Donohue d’argento, il bronzo premia i redivivi canadesi Keitlyn WaeverAndrew Poje, nell’occasione seguiti a bordo balaustra dal sestese Pasquale Camerlengo, ex gloria azzurra della specialità. La classifica, sebbene gli allievi di Paola Mezzadri siano terzi nel libero, rispetto al corto non cambia. Come in tutte le prime nove posizioni. Proprio lì, al nono posto, si collocano Charlene Guignard-Marco Fabbri: la coppia di punta della scuderia di Barbara Fusar Poli, al settimo Mondiale, è per la prima volta nella top ten. E il futuro non potrà che sorriderle.
LE EMOZIONI Il presente, invece, appartiene ancora a Cappellini-Lanotte. Questo quarto posto, il quarto della carriera in sede iridata, sarebbe una beffa non fosse che, in un’occasione così speciale, le emozioni hanno comunque il sopravvento. «Per la prima e unica volta nella nostra ANSA carriera – riassume Luca – non eravamo in gara per compiacere i giudici, per raggiungere un determinato punteggio o conquistare una medaglia. Eravamo qui per regalare e noi stessi e a questo straordinario pubblico le emozioni che abbiano vissuto, ancora più intense di quelle che avremmo potuto immaginare. E’ stata un’esperienza fantastica e i relativi ricordi ci rimarranno molto più a lungo di qualsiasi importante piazzamento». I campioni del mondo di Saitama 2014 non affrettano decisioni («Ci prendiamo una pausa di riflessione» dice Anna), ma non è un segreto per nessuno che l’addio sia dietro l’angolo. Anche (forse...) per Paola Mezzadri che, come da oltre vent’anni a questa parte, polemizza. Non sarebbe lei non lo facesse.
LA POLEMICA «Perdere per 27/100 è un insulto, ma questo accade perché ci sono federazioni che hanno molto potere e altre meno - dice l’allenatrice milanese, già guida di Fusar Poli-Margaglio -. Ho vinto tutto, dalle Olimpiadi agli Europei, ma ho fatto molto da sola. Abbiamo tanti buoni atleti che dovrebbero essere spalleggiati dalla federazione italiana, invece non accade». Nemmeno queste dichiarazioni a caldo sporcano il senso e il valore di una giornata che resterà comunque indimenticabile. Due sesti posti olimpici, un oro iridato, cinque medaglie europee consecutive, cinque finali di Grand Prix con podi in quattordici tappe, sette titoli italiani: il curriculum di Anna e Luca parla chiaro. Per anni, col loro stile inconfondibile, sono stati l’espressione migliore dell’italianità sul ghiaccio. Mancano già.
«La federazione dovrebbe spalleggiare gli atleti, ma non accade»