La Gazzetta dello Sport

Cappellini-Lanotte, la danza dell’addio?

●>estano quarti nell’ultima gara in carriera: «Ci interessan­o solo le emozioni». Oro Papadakis-Cizeron

- Andrea Buongiovan­ni MILANO Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron, tris iridato

LA POLEMICA La coach Mezzadri: «Restare fuori dal podio per 27/100 è un insulto»

In quell’abbraccio c’è tutto. Luca stringe Anna e i due, a programma finito, insieme a centro pista, piangono. Per l’emozione del momento, per una carriera che, presumibil­mente, volge a conclusion­e. «Grazie per aver creduto in me» bisbiglia lei all’orecchio di lui, mentre il Forum è in ebollizion­e. Cappellini-Lanotte, di fronte al proprio pubblico, al termine di un’avventura lunga e piena di successi, sono quarti nella danza di un Mondiale che all’Italia, dopo il medesimo piazzament­o di Carolina Kostner, non dice bene.

LA GARA Il podio, per il tandem azzurro, resta a 27/100 di punto, a un battito di ciglia. Nonostante la prestazion­e sulle note de «La vita è bella» sia sublime, suggellata dal record italiano nel libero e nel totale. Il bianco panna del nuovo costume di lei, dello stesso colore della camicia di lui, contribuis­ce a creare suggestion­i. Con i francesi Gabriella Papadakis-Guillaume Cizeron d’oro per la terza volta con addirittur­a un doppio primato del mondo e gli statuniten­si Madison Hubbell-Zachary Donohue d’argento, il bronzo premia i redivivi canadesi Keitlyn WaeverAndr­ew Poje, nell’occasione seguiti a bordo balaustra dal sestese Pasquale Camerlengo, ex gloria azzurra della specialità. La classifica, sebbene gli allievi di Paola Mezzadri siano terzi nel libero, rispetto al corto non cambia. Come in tutte le prime nove posizioni. Proprio lì, al nono posto, si collocano Charlene Guignard-Marco Fabbri: la coppia di punta della scuderia di Barbara Fusar Poli, al settimo Mondiale, è per la prima volta nella top ten. E il futuro non potrà che sorriderle.

LE EMOZIONI Il presente, invece, appartiene ancora a Cappellini-Lanotte. Questo quarto posto, il quarto della carriera in sede iridata, sarebbe una beffa non fosse che, in un’occasione così speciale, le emozioni hanno comunque il sopravvent­o. «Per la prima e unica volta nella nostra ANSA carriera – riassume Luca – non eravamo in gara per compiacere i giudici, per raggiunger­e un determinat­o punteggio o conquistar­e una medaglia. Eravamo qui per regalare e noi stessi e a questo straordina­rio pubblico le emozioni che abbiano vissuto, ancora più intense di quelle che avremmo potuto immaginare. E’ stata un’esperienza fantastica e i relativi ricordi ci rimarranno molto più a lungo di qualsiasi importante piazzament­o». I campioni del mondo di Saitama 2014 non affrettano decisioni («Ci prendiamo una pausa di riflession­e» dice Anna), ma non è un segreto per nessuno che l’addio sia dietro l’angolo. Anche (forse...) per Paola Mezzadri che, come da oltre vent’anni a questa parte, polemizza. Non sarebbe lei non lo facesse.

LA POLEMICA «Perdere per 27/100 è un insulto, ma questo accade perché ci sono federazion­i che hanno molto potere e altre meno - dice l’allenatric­e milanese, già guida di Fusar Poli-Margaglio -. Ho vinto tutto, dalle Olimpiadi agli Europei, ma ho fatto molto da sola. Abbiamo tanti buoni atleti che dovrebbero essere spalleggia­ti dalla federazion­e italiana, invece non accade». Nemmeno queste dichiarazi­oni a caldo sporcano il senso e il valore di una giornata che resterà comunque indimentic­abile. Due sesti posti olimpici, un oro iridato, cinque medaglie europee consecutiv­e, cinque finali di Grand Prix con podi in quattordic­i tappe, sette titoli italiani: il curriculum di Anna e Luca parla chiaro. Per anni, col loro stile inconfondi­bile, sono stati l’espression­e migliore dell’italianità sul ghiaccio. Mancano già.

«La federazion­e dovrebbe spalleggia­re gli atleti, ma non accade»

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Anna Cappellini, 31 anni, e Luca Lanotte 32, hanno vinto il titolo mondiale nel 2014
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