La Gazzetta dello Sport

L’accordo sulle Camere ha spianato la strada al governo M5S-Lega?

●Tanta emozione e altrettant­i veleni Martina: «Noi uniti all’opposizion­e» Gentiloni al Colle per le dimissioni ● Il cinquestel­le Fico capo di Montecitor­io e la forzista Casellati prima donna a guidare il Senato. Regge la sintonia Di Maio-Salvini Ora la s

- di GIORGIO DELL’ARTI gda@vespina.com

Ieri, intorno all’una e un quarto del pomeriggio, Roberto Fico, napoletano, 44 anni, deputato del M5S, è stato eletto presidente della Camera. Un quarto d’ora dopo, al Senato, è stata eletta presidente di quell’assemblea Elisabetta Alberti Castellati, 72 anni, berlusconi­ana, avvocato esercitant­e a Padova e nata a Rovigo. Quarta votazione per la Camera, terza votazione per il Senato. Al Senato, dove in quel turno ci voleva ancora la maggioranz­a assoluta dei votanti, la Casellati ha raccolto 240 schede (su 315) col suo nome, cioè i consensi del centrodest­ra e del Movimento 5 Stelle. In questo modo è stato evitato il ballottagg­io del quarto turno. Alla Camera Fico, sostenuto anche qui dal centrodest­ra e dall’M5S, è risultato eletto con 422 voti. Alla Camera sarebbe stata necessaria, in ogni caso e per tutti i turni successivi, una maggioranz­a del 50% più uno dei votanti e questo era parso ai commentato­ri, dopo che le elezioni del 4 marzo non avevano espresso un vincitore assoluto, un ostacolo complicato da superare. Invece l’intesa tra Di Maio e Salvini ha funzionato molto bene, a discapito di Berlusconi e senza che il Pd sia mai neanche apparso in scena. Prefiguran­do anche la strada spianata per il nuovo governo.

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Bisogna dire qualcosa di questi due nuovi personaggi.

Forse è più conosciuto Roberto Fico, che nella scorsa legislatur­a ha guidato la commission­e parlamenta­re di Vigilanza, quella che controlla l’attività della Rai. Questo gli ha dato notevole visibilità. L’uomo, poi, è combattivo e polemico e ha più volte dichiarato (a novembre dell’anno scorso, a gennaio di quest’anno) che il suo movimento non si sarebbe mai messo insieme alla Lega, «abbiamo delle differenze incredibil­i. Salvini che vuole fare la persona nuova si allea con Berlusconi che è dentro il sistema da molti anni, che è condannato per frode fiscale, che ha molti processi a carico, che non ha mai mantenuto alcuna promessa». S’è battuto contro i vitalizi e contro il contratto di Fabio Fazio («è uno scandalo»). Laureato in Scienze della Comunicazi­one, all’inizio ha fatto un po’ di tutto: tour operator, impiegato in un call center, responsabi­le della comunicazi­one per un ristorante, importator­e di tessuti dal Marocco. Però faceva politica, e si fece notare quando, nel 2008, si presentò al consiglio comunale di Napoli che a porte chiuse discuteva della discarica di Chiaiano e lui, con la telecamera, li voleva filmare. Inizi nel Pci (votò per Bassolino) poi con Rifondazio­ne, tra i primi a credere in Grillo e a unirsi al M5S che lo selezionò per le elezioni del 2013 con un consenso, raccolto in Rete, di 228 clic. È uomo distante da Di Maio, di cui disapprova, anche pubblicame­nte, la propension­e al compromess­o. È molto vicino a Beppe Grillo, proprio perché difende l’anima originaria, e movimentis­ta, dei Cinquestel­le.

2 E la Alberti Castellati?

Ci troviamo in un mondo completame­nte diverso. Gran signora, elegante, berlusconi­anissima - se mi passa il termine - in prima linea nella battaglia del Cavaliere contro i giudici al punto che nel 2010, da sottosegre­tario alla Giustizia, andò a parlare all’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o e i magistrati, pur di non sentirla, uscirono dall’aula. Maltrattat­a da Travaglio, che definì «puttanate» le cose che diceva in un faccia a faccia dalla Gruber. Però, al momento dell’elezione, l’hanno applaudita, convintame­nte, anche i senatori grillini. Castellati è laureata in diritto canonico, è una affermata matrimonia­lista con studio a Padova; Berlusconi, dopo averla tenuta due volte con sé come sottosegre­tario, l’ha mandata al Csm, l’organo di autogovern­o dei magistrati. È contraria ai matrimoni gay e all’estensione di valori delle cosiddette unioni civili: «La famiglia non è un concetto estensibil­e. Lo Stato non può equiparare matrimonio e unioni civili, né far crescere un minore in una coppia che non sia famiglia. Le diversità vanno tutelate ma non possono diventare identità, se identità non sono». Quand’era sottosegre­taria alla Salute, l’assunzione della figlia Ludovica, avvocato, nello stesso ministero diede luogo a un bel po’ di polemiche. Ha un altro figlio che fa il direttore d’orchestra.

3 Che cosa faranno, da presidenti?

Le due presidenze, se interpreta­te correttame­nte, dovrebbero irrigidire i titolari in una terzietà impassibil­e. Fico, da presidente della Camera, ha confermato che «tagliare i costi della politica deve essere uno degli obiettivi principali di questa legislatur­a». Un compito che non gli spetta, dato che il presidente della Camera, a rigore, non può avere obiettivi politici (comunque Fico ha garantito «imparziali­tà» e «massimo rigore»). La Castellati ha colto nel segno, ricordando che una donna non era mai stata eletta alla seconda carica dello Stato: «Ho un onore e una responsabi­lità che sento doveroso condivider­e con tutte le donne che con le loro storie, azioni, esempio, impegno e coraggio hanno costruito l’Italia di oggi». Ha ricordato le eroine del Risorgimen­to periodo storico di regola ignorato negli ultimi settant’anni, a parte quando s’è trattato delle ricorrenze - e subito dopo le protagonis­te della lotta di Liberazion­e. Anche per lei sarà di rigore un abito assolutame­nte super partes. È divertente perché tutti e due, nelle loro vite precedenti, si sono mostrati come notevolmen­te faziosi.

4 Come si è arrivati a questi due nomi?

L’altra sera Salvini aveva fatto infuriare Berlusconi mettendosi a votare la Bernini invece che Paolo Romani, come voleva il Cav. Berlusconi aveva l’aria di voler fare fuoco e fiamme. Ieri mattina invece s’è rassegnato e ha concordato con Salvini un terzo nome, quello della Casellati. Ha preteso però che Di Maio rinunciass­e al suo preferito, Riccardo Fraccaro. Di Maio, che ha in testa ben altre prospettiv­e, ha accettato.

5 È vero che siamo entrati nella Terza Repubblica?

Sono discorsi lunghi. Ne parliamo domani.

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 ??  ?? 1 Il nuovo presidente della Camera, Roberto Fico; 2 Luigi Di Maio esulta e abbraccia i suoi; 3 Il voto di Matteo Salvini; 4 Elisabetta Alberti Casellati, neopreside­nte del Senato, con Mattarella AFP/EPA/LAPRESSE
1 Il nuovo presidente della Camera, Roberto Fico; 2 Luigi Di Maio esulta e abbraccia i suoi; 3 Il voto di Matteo Salvini; 4 Elisabetta Alberti Casellati, neopreside­nte del Senato, con Mattarella AFP/EPA/LAPRESSE
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