La Gazzetta dello Sport

Le volpi Australian­e

Hamilton domina però la safety car fa l’assist a Vettel ●●ara decisa al 25° giro: Seb si inventa un rientro sprint ai box e beffa Lewis che prova a reagire senza successo. Raikkonen 3o

- Luigi Perna INVIATO A MELBOURNE (AUS) 1. 2. 4. 5. 3.

Dall’altra parte del mondo l’alba iridata si colora ancora di rosso. La prima gara del Mondiale è nel segno della Ferrari di Sebastian Vettel, che ripete il trionfo del 2017, balzando subito in testa al campionato. Sul podio il tedesco sfoggia il nuovo taglio di capelli da marine e si gode lo champagne, consapevol­e di avere fatto un colpaccio. L’aveva detto sabato, dopo la pole position stellare di Lewis Hamilton: «Fai festa oggi, perché magari domani tocca a me e Kimi». Il destino ha voluto proprio così, con il ferrarista capace di ribaltare il pronostico grazie alle circostanz­e favorevoli e di togliere il sorriso dalla faccia al campione della Mercedes, troppo spavaldo nel provocarlo. Una batosta psicologic­a per Hamilton, che alla fine è uscito sconfitto e toccato nell’orgoglio, dopo una corsa dominata.

SORPRESA Rocamboles­ca, fortunosa e imprevedib­ile. La vittoria del Cavallino nel GP d’Australia è arrivata a sorpresa. Forse nemmeno gli uomini di Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto ci avrebbero scommesso. Troppa la differenza fra le rosse e le Frecce d’argento sul giro singolo in qualifica e anche sul passo in gara. Lewis, scattato al comando davanti a Raikkonen e Vettel, ha gestito il ritmo a piacimento, giocando a fare l’elastico con gli inseguitor­i per non consumare le gomme ultrasoft. Quando Kimi ha anticipato il pit stop al 18o giro, la Mercedes è andata subito in marcatura con il quattro volte iridato, mentre Seb ha deciso di ritardare la sosta: «Ero meno veloce sia di Lewis sia di Kimi. Pregavo perché entrasse una safety car».

● Il pit stop di Sebastian Vettel;

● Il tedesco va in testa e controlla Lewis Hamilton; ● Maurizio Arrivabene si compliment­a con il vincitore mentre raggiunge il parco chiuso; ● La grande festa con il team; ● Un bacio di Seb al trofeo AFP-LAPRESSE-EPA DISASTRO HAAS Ma poi è accaduto l’impensabil­e. Proprio quello che il tedesco sperava. I meccanici della Haas hanno sbagliato due cambi gomme di fila, distruggen­do il capolavoro che stavano costruendo Kevin Magnussen e Romain Grosjean, e quest’ultimo è stato costretto a fermarsi in mezzo alla pista con la ruota posteriore sinistra avvitata male, situazione che al 25o giro ha fatto scattare il segnale della «safety car» virtuale. Era l’oc- casione attesa da Vettel, che ha trovato il momento ideale per fiondarsi ai box, potendo beneficiar­e del fatto che Hamilton e Raikkonen erano costretti a un’andatura ridotta. Così Seb è tornato in pista al comando, beffando tutti e due. Mentre un Hamilton incredulo e nervoso chiedeva via radio ai suoi ingegneri: «Ma abbiamo sbagliato qualcosa?».

BACO Nello sport non sempre vince il più forte. In certe giornate la fortuna serve un assist insperato (il regalo della Haas) e bisogna saperlo cogliere. Come nel calcio, quando la squadra più debole segna un gol di rapina. Solo che in F.1, dove tutto è governato dai computer e dall’aritmetica, di solito non succede. Non dovrebbe succedere. Toto Wolff ha riconosciu­to che qualcosa è andato storto nei calcoli della Mercedes, forse un baco nel sistema informatic­o che consente alle squadre di capire se c’è abbastanza margine per mettersi al riparo da situazioni come quella capitata ieri. Dai dati risultava che gli 11”5 di ritardo di Hamilton da Vettel fossero più che sufficient­i perché l’inglese restasse al comando anche nell’eventualit­à di un pit stop di Seb con la safety car, cosa che ha ingannato gli strateghi Mercedes guidati da James Vowles. «Se avessi saputo che Seb era nella mia “finestra”, avrei accelerato», ha ammesso Lewis.

L’ERRORE Qualcosa è andato storto nel sistema informatic­o dei rivali: pensavano di avere margine sul ferrarista, invece...

GLORIA Fatto il pasticcio, era impossibil­e rimediare. Soprattutt­o su un circuito come Melbourne dove non si sorpassa. Hamilton ha provato ad attaccare Vettel, ma è uscito sull’erba a causa delle turbolenze aerodinami­che, tanto che negli ultimi giri ha preferito risparmiar­e il motore (sono a disposizio­ne soltanto 3 unità per 21 gare). «L’anno scorso abbiamo vinto per la strategia e perché eravamo più veloci della Mercedes, questa volta ci siamo riusciti con un po’ di fortuna», ha ammesso Vettel. Aggiungend­o che c’è ancora da lavorare sulla Ferrari perché sia come la vuole lui. Questione di feeling, di bilanciame­nto della vettura, ma anche di potenza della power unit, sebbene il tedesco abbia smentito che il «party mode» (la mappatura speciale da qualifica) della Mercedes possa essere irregolare: «Ho rivisto i tempi dei vari settori e Lewis ha fatto la pole con un giro perfetto». Ma la Ferrari intanto incassa una vittoria che vale doppio. La rossa, che Seb ha chiamato Loria, è già diventata Gloria.

QUANDO HO VISTO LA HAAS FERMA SONO RIENTRATO: UN’ADRENALINA...

NON AVEVAMO IL PASSO PER PRENDERE LA MERCEDES

SEBASTIAN VETTEL PILOTA FERRARI

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