La Gazzetta dello Sport

«Ferrari dietro rispetto al 2017, ma per adesso godiamocel­a»

- Massimo Brizzi INVIATO A MELBOURNE

L’ultimo calice lo solleva Seb ed è quello giusto. Vettel trionfa come l’anno scorso a Melbourne, ammette con onestà la spinta decisiva della buona sorte, ma brinda in faccia a Hamilton. Felice, vincente e sincero, il tedesco. L’involontar­io assist della Haas, con l’errore dei meccanici al pit stop che ha innescato la Virtual Safety Car cruciale, ha propiziato quello che sotto sotto Seb sperava: fare uno scherzetto a Hamilton, come accennato nel siparietto della conferenza del sabato. «Adesso è libero di fare festa lui per la pole, magari potremmo farla io e Kimi domenica». Detto, fatto.

PREGHIERA ESAUDITA «È andata bene, abbiamo avuto un po’ di fortuna — dice Seb —, in avvio ero terzo e faticavo con le gomme, pregavo perché uscisse una Safety Car, poi ho visto quella Haas ferma e con l’adrenalina a mille sono entrato ai box il più rapidament­e possibile…». Eccola la svolta della gara, con il timing perfetto del pit stop (25° giro), posticipat­o rispetto a Raikkonen (18°) e Hamilton (19°). «Eravamo vicini a Lewis, ma ho avuto la sicurezza della vittoria solo quando gli sono uscito davanti — dice il tedesco —. Lui mi ha messo pressione, ma so che qui non è facile sorpassare: anche se aveva forse 3-4 decimi di passo su di noi gli serviva qualcosa di più per passarmi. Poi ha fatto un errore, si è staccato e lì mi sono goduto la guida. Ovviamente abbiamo avuto un po’ di buona sorte perché Lewis aveva un gran passo in avvio, ma ce la prendiamo: è un successo che ci dà spinta e motivazion­e per le prossime settimane, ma non vogliamo fermarci qui».

CRESCITA NECESSARIA Per allungare la serie — Seb è alla nona vittoria in Ferrari, conseguita fra l’altro al 100° podio in carriera —, servirà però uno step in più. A cominciare dalla qualifica. «Se sei davanti puoi controllar­e la gara e diventa importante soprattutt­o dove è difficile superare — analizza —. Non siamo ancora dove vogliamo per questo: il distacco c’è, ma possiamo crescere e a quel punto essere in grado di giocarcela anche al sabato». La sua «Loria» può fare meglio e Seb indica anche dove: «Abbiamo un gran potenziale, ma la macchina non risponde proprio come vorrei, scivola in alcuni punti e non sono molto contento di come entra in curva. Questione di feeling, siamo abituati a guidare sui problemi, ma in piste come questa se hai fiducia puoi fare la differenza e non è ancora così».

PERÒ NEL 2017… Intanto, l’affondo di Hamilton viene respinto al mittente per la seconda volta di fila all’Albert Park, unitamente al «party mode» («era uno scherzo, non abbiamo nulla contro fra di noi…», glissa il tedesco), con una differenza: «L’anno scorso abbiamo messo pressione alla Mercedes, mentre stavolta non avevamo il passo per prenderla realmente. Stando davanti giochi un’altra partita e credo avessimo un ritmo decente, ma nel confronto con loro siamo messi un pochino peggio della vittoria qui nel 2017». Ecco il punto dove, fra un calice da sollevare e un’altra bandiera da piantare a Maranello, la Ferrari sa di dover lavorare.

KIMI RASSEGNATO Raikkonen, imperturba­bile come sempre, incassa un 3° posto che gli sta stretto in un weekend in cui è spesso stato più veloce del compagno: «Non ho avuto il massimo della fortuna, ma è andata bene che l’abbia raccolta Seb. Ho avuto una velocità decente in gara, anche se era difficile passare. Con la Safety Car è solo fortuna. Alla fine ho badato a tener dietro la Red Bull: il terzo posto va bene anche se non è ideale».

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