La Gazzetta dello Sport

Virus e Haas fuori quando la fortuna ci vede due volte

●Lo stratega Rueda stava male, ma si è rimesso giusto per il GP. Poi quell’aiuto della «ferrarina»

- Luigi Perna INVIATO A MELBOURNE (AUS)

La fortuna c’entra in questa storia. Perché è stato rocamboles­co quello che è successo in pista, ma anche quello che è successo fuori pista prima della gara, cambiando il destino della Ferrari due volte. In una corsa decisa dalle strategie, dove bisognava azzeccare la mossa giusta al momento giusto, il Cavallino ha rischiato di trovarsi senza la sua figura di riferiment­o al muretto. Colpa di un virus intestinal­e che ha debilitato uomini di varie squadre, fra cui due tecnici chiave della Ferrari: Inaki Rueda, spagnolo con la passione per il Real Madrid, l’ingegnere a capo dei cervelloni che decidono le tattiche di Maranello; e Dave Greenwood, che sta all’altro capo della radio quando parla Kimi Raikkonen.

RIVALSA Entrambi costretti a tornare in albergo, a poche dal via del gran premio, tanto che il direttore tecnico Mattia Binotto aveva già pensato a un piano B. E’ stato necessario solo a metà. Perché Greenwood è rimasto a letto, sostituito da Carlo Santi, mentre Rueda è riuscito a riprenders­i e a eseguire il suo compito, che si è rivelato decisivo per il successo ferrarista. Un trionfo maturato grazie al tempismo nello sfruttare una circostanz­a favorevole, quando lo stop della Haas di Romain Grosjean ha provocato l’intervento della safety car virtuale e Sebastian Vettel si è fiondato ai box a cambiare le gomme, balzando davanti a Lewis Hamilton e Kimi Raikkonen. Così alla fine, sul podio con Seb e Kimi, è salito proprio Rueda, un po’ il simbolo della giornata di rivalsa Ferrari. E chissà che non abbia bevuto anche un sorso di champagne. «Bisogna stare calmi e tranquilli, perché è solo la prima gara, però c’è chi parla e chi fa i fatti — il commento a caldo del team principal Maurizio Arrivabene, riferendos­i alle dichiarazi­oni spavalde di Hamilton e allo screzio di sabato con Vettel —. Io non mi metto in mezzo alle schermagli­e fra piloti, ma dico solo che i punti si fanno alla domenica. Questa è una vittoria della Ferrari». PRESIDENTE FERRARI TEAM PRINCIPAL FERRARI ORGOGLIO Mentre il pericolo Red Bull si dissolveva subito, complice la scelta infelice di partire con le mescole supersoft e la giornata no di un Max Verstappen irriconosc­ibile, l’attacco a due punte della rossa funzionava benissimo. La sosta anticipata di Raikkonen, ineccepibi­le in quel momento, si è rivelata senza volerlo un’esca per Hamilton, visto che i due si sono poi ritrovati con la stessa tattica (perdente) quando c’è stata la «safety car», di cui ha approfitta­to Vettel.

CHE AVVIO «Non poteva esserci inizio migliore per la Ferrari in questo Mondiale — il messaggio da Maranello del presidente Sergio Marchionne —. Sentire l’inno di Mameli risuonare a Melbourne è stata un’emozione per tutti noi e per ogni tifoso della scuderia. E’ il riconoscim­ento più bello per la squadra, che ha messo a punto una monoposto competitiv­a e ha saputo sfruttare le occasioni che si sono presentate con una strategia perfetta. Compliment­i a Sebastian e Kimi, autori di una grande gara».

NON SI POTEVA INIZIARE MEGLIO: MACCHINA FORTE E STRATEGIA OK

SERGIO MARCHIONNE

PRUDENZA E’ un clima in ogni caso diverso rispetto a un anno fa, quando la Ferrari aveva trionfato in Australia sulle ali di un inverno da favorita e l’euforia era alle stelle. Ieri c’è stata la sensazione di una festa contenuta. «Naturalmen­te il cammino è ancora lungo: mancano altri venti gran premi e sarebbe sbagliato fare proclami — ha precisato Marchionne —. Sappiamo che dobbiamo lavorare molto, ma il primo passo è andato nella direzione giusta». Con una Mercedes così forte e una rossa ancora da perfeziona­re, come ha spiegato Vettel, la prudenza è d’obbligo. Ma intanto, tutto è bene quel che finisce in Gloria.

C’È CHI PARLA E C’È CHI AGISCE. I PUNTI LI PRENDI LA DOMENICA

MAURIZIO ARRIVABENE

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