La Gazzetta dello Sport

Guidolin «CHE ATALANTA MA RICORDATEV­I LA MIA UDINESE»

L’ANNO CON PERCASSI E QUELLI IN FRIULI: «IL QUARTO POSTO E I PRELIMINAR­I DI CHAMPIONS, MA SI PARLAVA POCO DI NOI. CHE INCUBO IL RIGORE DI MAICOSUEL...»

- L’INTERVISTA di GUGLIELMO LONGHI

Francesco Guidolin parla in tv, corre e pedala. Pedala molto, almeno 150-200 chilometri la settimana, la bici è sempre stata la sua dolce ossessione. E’ in formissima, assicura: in attesa di tornare in panchina potrebbe fare tranquilla­mente Bergamo-Udine e ritorno. Una tappa di trasferime­nto nel suo passato prima della sfida del sabato di Pasqua.

Un anno di Atalanta, era il secolo scorso.

«Ho un ricordo bellissimo, già allora il presidente Percassi aveva dimostrato di essere un genio».

Come un genio? Ma se l’ha esonerata dopo 10 partite...

«Giusto così, si vede che nel ’93 non ero ancora pronto per debuttare in A, avrei dovuto restare un’altra stagione al Ravenna. Ma ricordo anche che quella squadra è poi retrocessa, segno che chi mi ha sostituito (Prandelli-Valdinoci, ndr) non ha fatto grandi cose. Ma per me è stata una musata salutare».

All’epoca era considerat­o un sacchiano di ferro...

«Vero, poi mi sono dato una calmata».

Le piace Gasperini?

«Moltissimo, ha un tipo di gioco particolar­e: intensità, aggressivi­tà, pressing alto, organizzaz­ione e marcature a uomo a centrocamp­o».

L’Atalanta può tornare in Europa?

«Direi di sì, anche se ripetersi è sempre difficile».

Visto Ilicic?

«Se trova l’allenatore giusto, può fare grandi cose».

Gomez ha superato la crisi?

«Mi fa impazzire: non è un colosso, ma non perde mai brillantez­za. E il fatto che stia segnando poco non deve preoccupar­e. Come Petagna, che lavora molto per la squadra».

L’Udinese arriva da 5 sconfitte di fila.

«Senza offesa, a differenza dell’Atalanta sta facendo un campionato da provincial­e. Anche la mia Udinese...».

La sua Udinese?

«Partiva con il classico obiettivo dei 40 punti, poi verso febbraio ci accorgevam­o che si poteva fare di più: in 4 anni abbiamo conquistat­o un quarto posto, due preliminar­i di Champions e uno di Europa League. Era forte come l’Atalanta di oggi, però se ne parlava poco, mai capito perché. Ci soffrivo, sono veneto ma come carattere mi sento friulano».

Lo sciagurato rigore di Maicosuel contro lo Sporting Braga nei preliminar­i di Champions...

«Dopo 6 anni non riesco ancora a sputarlo fuori. Mi perseguita: non gli ho chiesto perché aveva fatto quel cucchiaio. Ma l’errore era stato mio, tra i 5 rigoristi avrei dovuto mettere chi aveva

portato la squadra fin lì, non l’ultimo arrivato».

I giocatori più forti della sua Udinese?

«Di Natale e Sanchez. Ma ne ho persi tanti per strada: Handanovic, Asamoah, Isla».

L’impression­e è che ci siano troppi stranieri, di una squadra senz’anima.

«E’ sempre stata una scelta della società, l’allenatore forma il gruppo e poi si cedono i migliori. Ricordo che, alla prima esperienza con l’Udinese nel ‘98 in un’amichevole estiva, ho schierato 11 stranieri su 11. Oggi è la regola, ma allora...».

Che partita sarà Atalanta-Udinese?

«L’Atalanta sta volando, ma faticherà contro una squadra che ha qualità e deve riscattars­i».

Scudetto: Juve o Napoli?

«Deciderà lo scontro diretto, o forse no: sarà una splendida volata».

Il suo Vicenza rischia di scomparire. Cosa è rimasto dello Swansea? Cosa farà da grande? L’Italia cerca un c.t.

«Spero che arrivino persone serie come Dalle Carbonare ai miei tempi. Sono stati momenti straordina­ri, irripetibi­li».

«E’ stato esaltante mettersi alla prova nel campionato più bello del mondo con Guardiola, Conte, Mourinho, Klopp. Andare all’estero è un’esperienza che consiglio a i miei colleghi, ho il rimpianto di non averla fatta prima».

Si offende se la consideran­o un tecnico di provincia?

«No, sono felice della mia carriera. Quando cercavo le grandi, loro non mi volevano. Quando erano loro a cercarmi, ho rifiutato io. Come col Napoli».

«Per ora penso a diventare bravino come commentato­re di Fox Sports. E aspetto, senza stress. Mi piacerebbe allenare una nazionale».

«Ho detto una nazionale, non la Nazionale».

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● Francesco Guidolin, 62 anni, allo Swansea che nel 2016 porta alla salvezza. Con Antonio Pescassi, presidente dell’Atalanta: al debutto in A, viene esonerato dopo 10 gare. In panchina a Udine GETTY-LAPRESSE 1 ● 3 ● 2
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