La Gazzetta dello Sport

L’organico è al top ma Di Francesco non ha più la Roma B

●Aumentata la distanza tra titolari e riserve. Monchi: «Col Barcellona si può sognare»

- Davide Stoppini ROMA

Dicono che i problemi veri, per un allenatore, nascano quando deve iniziare a pronunciar­e la parola «no» e a mettere qualche cognome pesante in panchina. Ecco, Eusebio Di Francesco questo problema ce l’ha solo virtualmen­te, solo giocando con le figurine di un organico al completo. Per carità, una rosa a pieni giri è certamente una buona notizia. Fatta eccezione per Karsdorp (che a Trigoria vogliono comunque rimettere in campo prima della fine della stagione), il rientro di Defrel vale un fatto statistico non banale: solo altre due volte – Genoa-Roma del 26 novembre e Napoli-Roma del 3 marzo – Di Francesco aveva avuto un margine di manovra totale nelle scelte. L’altra faccia della medaglia è la stretta esigenza, da parte del tecnico, di alzare il livello di competitiv­ità del gruppo, giusto all’inizio di un tour de force da sette partite in 23 giorni che arriva con la Roma che ha mostrato di aver inserito la marcia giusta.

SCELTE Il «guaio» è che il rendimento dei giocatori ha via via aumentato le distanze tra titolari e riserve. È la Roma 2.0 di Di Francesco: quella di inizio stagione non aveva un undici base, le rotazioni erano una costante ad ogni partita. Ora non è più così. Ora la squadra è formata da un impianto facilmente riconoscib­ile, con pochissime variazioni sul tema per gli appuntamen­ti top. Tredici uomini a giocarsi undici posti, giusto El Shaarawy in attacco e Pellegrini a centrocamp­o a insidiare la squadra che ha disputato l’andata e il ritorno con lo Shakhtar e la trasferta di Napoli. Per intendersi: l’undici che scenderà in campo a Barcellona tra nove giorni, al netto di infortuni non preventiva­bili, è già fatto. Peres, Jesus, Silva (peraltro fuori lista Champions), Gonalons e lo stesso Schick – con tutti i distinguo del caso, soprattutt­o sul ceco – ad oggi vanno considerat­e alternativ­e non all’altezza dei titolari. Questo, a pensarci bene, è l’esatto opposto della filosofia di Di Francesco. E sarà il primo punto del d.s. Monchi nell’ottica dei ragionamen­ti di mercato della prossima estate. Lo stesso Monchi che, a proposito della sfida al Barcellona, fa sapere che «una volta arrivati ai quarti si può sognare. Non so se abbiamo il 20% o il 30% di passare il turno. Ma se in campo si vedrà quello che il tecnico disegna nella sua testa e plasma in allenament­o, avremo una strada lunga da percorrere. È stata una stagione difficile, ma possiamo essere soddisfatt­i. La Roma in campo gioca proprio come vuole l’allenatore che io ho scelto». E allora non resta che allargare la base di lavoro.

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LAPRESSE Gregoire Defrel, 26 anni, rientrerà a Bologna

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