GENIO E FORTUNA PER UNA FERRARI A DUE ATTACCANTI
Dentro la vittoria rossa in Australia
La fortuna nello sport non è sempre cieca. Se la si aiuta, magari con un colpo di genio, può vederci benissimo. È quello che è riuscito alla Ferrari, confezionando per Vettel la più inaspettata delle occasioni. Che Seb, in modalità schiaccia sassi, ha trasformato in oro. Un anno fa la Ferrari aveva inaugurato il campionato con una vittoria per manifesta superiorità, quest’anno ha saputo cogliere l’attimo, approfittando della situazione con un gioco di squadra perfetto. Più che una vittoria della macchina, questa è una vittoria degli uomini. Dei piloti, degli ingegneri, di chi li dirige in pista, dei meccanici. Dei piloti e non del solo Vettel, che poi ha stappato la bottiglia migliore. Va dato a Kimi quello che è di Kimi: senza il suo attacco arrembante (ma vano) al via, senza il suo passo gara (lontano, ma non lontanissimo), la Ferrari non avrebbe potuto giocare con le strategie differenziandole. Avere due piloti in palla permette di andare all’attacco con due punte. Hamilton era solo perché Bottas era sparito sabato in qualifica e la Mercedes ha pagato la sua assenza.
Proprio l’aver tenuto Vettel in pista mentre Hamilton marcava Kimi si è trasformato nella mossa vincente perché la Ferrari ha poi potuto richiamarlo appena cominciato il regime di Virtual Safety Car. E in quell’attimo Seb è stato magistrale. Ha mangiato metri di pista con traiettorie al limite (ma sempre entro le velocità imposte), ha spinto nei brevi tratti in cui poteva e poi ha magistralmente retto alla pressione di Hamilton nell’assalto finale. Il resto lo hanno fatto i meccanici con un pit stop praticamente perfetto. Ogni dettaglio è stato curato. E alla fine è arrivata una vittoria meritatissima, nonostante la macchina più veloce in pista fosse la Mercedes di Hamilton.
È da qui che si riparte per la prossima gara. Da una vittoria che non rispetta i valori reali in pista, ma che proprio per questo è ancora più dolce. La Ferrari conosce i propri limiti (evidenti soprattutto in qualifica), ma anche nella gestione Arrivabene ha nella cultura del lavoro la sua forza. E lavorare con il morale alto e dopo qualche goccia di champagne, riuscirà sicuramente meglio. La vittoria ha portato serenità e convinzione che, facendo tutto bene, le chance non mancheranno. I campionati si vincono anche così, sfruttando e non gettando (vedi Singapore 2017) le grandi occasioni. La Ferrari ha saputo cogliere l’attimo fuggente, si è meritata il suo premio Oscar per la miglior interpretazione della gara australiana. Lo ha fatto con un sapiente lavoro di regia, ma anche con due attori in forma. Ha stupito soprattutto Raikkonen, che in tutto il weekend è tornato ai suoi livelli. Se dovesse continuare così, vedrete che chi ha criticato la sua conferma dovrà ricredersi. Vettel ha sbagliato qualcosa in qualifica, ma poi in gara, quando ha visto la porta socchiusa, l’ha sfondata con tutta la forza di cui disponeva. Hamilton ha provato a reagire, ma prima ha sbagliato una staccata, poi ha pensato a risparmiare i motori. E qui ci viene da dire: possiamo continuare a ritenere la punta dell’iceberg uno sport dove i piloti pensano a risparmiare benzina e motori? E non scordiamo che di sorpassi non se ne sono proprio visti. Vorrei che i signori di Liberty Media si immaginassero una gara così senza la Ferrari...