Calaiò, è scossa Parma Il Foggia in 10 ribaltato
●L’attaccante resta per un tempo in panchina, poi fa gol e assist Rosso a Loiacono dopo 13’: a Stroppa non basta il solito Mazzeo
Tre zampate proprio sulla coda della partita e così il Parma ribalta il tavolo e si riaffaccia in zona playoff. Ma quanta sofferenza, e quanti errori (dei giocatori e dell’allenatore), prima di arrivare al traguardo. Il Foggia, che resta in 10 dopo 13’ (giusta espulsione di Loiacono per fallo su Ceravolo lanciato a rete), tiene il campo con personalità, non si fa schiacciare e dimostra di aver idee ben più lucide di quelle degli emiliani. I quali, inspiegabilmente, si presentano al via senza Calaiò, cioè senza il migliore della truppa. Sarebbe come se il Barcellona, all’improvviso e senza motivo, decidesse di fare a meno di Messi (con le dovute differenze, sia chiaro). Vien da chiedersi: perché? Questione di moduli? Di tattica? O semplice e banale errore di valutazione? Logico che il Parma soffra e non riesca a trovare il corridoio libero per passare, e altrettanto logico che i pugliesi, sempre organizzati, vadano in vantaggio con Mazzeo. L’1-0 per il Foggia è strameritato.
SOSTEGNO A questo punto, siamo all’intervallo, c’è il bisogno
di una scossa e a darla è D’Aversa, evidentemente pentitosi delle scelte iniziali. Fuori un impalpabile Di Gaudio e dentro Calaiò. Man mano che passano i minuti il Parma prende coraggio, non ha ancora la forza di azzannare, ma si capisce che è vicino alla preda. Un’altra sostituzione e l’equilibrio della sfida cambia: esce Vacca ed entra Baraye. Ora gli emiliani hanno
quattro giocatori offensivi in campo, prima o poi il fortino del Foggia deve crollare: questo pensano gli spettatori del Tardini che, pur lamentandosi (e non a torto) delle strane decisioni di D’Aversa, non fanno mai mancare il loro sostegno alla squadra. Tocca a Calaiò timbrare il pari, e dalla grinta con cui l’attaccante va a riprendersi il pallone dentro la rete e lo riporta al centro del campo si capisce che non è finita.
ATTESA Il Foggia boccheggia, e non potrebbe essere altrimenti dopo una partita disputata con un uomo in meno, e il Parma ne approfitta. Prima Siligardi (altro elemento finora spesso dimenticato dall’allenatore) e poi Ceravolo sigillano il risultato. Il 3-1 finale, tuttavia, è figlio degli episodi e non di una manovra corale che dovrebbe essere il mantra di ogni squadra. Gli emiliani festeggiano: dopo le due sberle prese in trasferta contro l’Entella, una vittoria è acqua fresca che disseta e fa respirare. Ma qualcosa in più da una formazione che, là davanti, può schierare gente come Calaiò, Ceravolo, Siligardi e Baraye è logico attendersi. Non si può sempre sperare che il singolo risolva i problemi del gruppo: se un giorno quel singolo fosse infortunato, come si fa?