Sorride Rosa La prima volta del gregario di lusso
●Lo scudiero di Froome non aveva mai vinto una gara a tappe: «Peccato averci messo così tanto... Ora ho più fiducia»
L’ultima vittoria era arrivata quasi due anni fa, l’8 aprile 2016 ad Arrate, quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi. Allora Diego Rosa indossava la maglia celeste dell’Astana e aveva festeggiato una fuga solitaria di 100 km sollevando la bici sopra la testa, come un trofeo: «Stavolta non c’era il tempo per farlo, ma la felicità è stata comunque grandissima». “Stavolta”, cioè nella crono che concludeva la Coppi e Bartali: 12,5 km in salita da Fiorano al Castello di Montegibbio. Diego, che partiva con la maglia di leader presa venerdì, ha chiuso 2° a 27’’ dallo sloveno Jan Tratnik, ma 13’’ meglio di Mollema (5°), che lo insidiava in classifica a soli 7’’.
LIBERAZIONE Per l’Italia è il primo trionfo da 5 anni a questa parte nella breve corsa a tappe sulle strade di Emilia e Romagna: l’ultimo fu Diego Ulissi nel 2013, poi il britannico Kennaugh, il sudafricano Meintjes, il russo Firsanov e il francese Calmejane. Per il 28enne di Corneliano d’Alba si tratta invece di una liberazione: prima vittoria di una gara a tappe (nel palmares c’erano solo la tappa dei Paesi Baschi 2016 e la Milano-Torino 2015), primo successo col Team Sky e primo trionfo da quando è nato il figlio Elia, il 23 gennaio. «Non sono abituato a correre le crono per vincere – ride Diego –: di solito, per me, rappresentano un giorno di riposo. Ora capisco cosa provano i capitani. È un successo che dà fiducia, peccato solo che ci abbia messo così tanto tempo per ottenerlo. Il 2017 è stata una stagione storta, facevo tanta fatica in allenamento e ancora di più in gara: di solito dovrebbe essere il contrario. Forse ho esagerato, volevo dimostrare il mio valore, non ho preso le misure alla nuova squadra: non sono l’unico a cui è successo».
GIRO E FROOME Diego ha vinto bene anche perché ha sfruttato una delle poche occasioni in cui lo squadrone britannico gli ha lasciato i gradi di capitano. Ora l’ex scudiero di Nibali e Aru si concentrerà sul Tour of the Alps e sul Giro d’Italia al fianco di Chris Froome: «Non mi pesa essere gregario – spiega –, però ogni tanto ci vogliono giornate così per ricordarti che sei un corridore e non un mulo». Il Team Sky ieri ha fatto incetta di premi vincendo anche la classifica a punti con Lawless e quella dei giovani con Sivakov, 4° alla prima gara da pro’. La squadra di Brailsford continua la propria marcia trionfale nonostante le nubi del caso Froome del parlamento britannico: «Aria fritta – liquida Diego –, queste notizie come entrano, escono. Chris l’ho visto sereno in altura: è attento a non perdere energie per questioni che competono agli avvocati. Alla TirrenoAdriatico è sembrato indietro di condizione? I suoi obiettivi sono Giro e Tour: non deve correre il rischio di fare come Quintana l’anno scorso».