La Gazzetta dello Sport

COLPO ROSSO

GENIALATA DELLA FERRARI: VETTEL TRIONFA IN AUSTRALIA

- Massimo Brizzi INVIATO A MELBOURNE

La safety car fa l’assist a Seb e la strategia del Cavallino va in gol col rientro sprint ai box Hamilton sorpassato prova a reagire senza successo. Anche Raikkonen sul podio Il vincitore: «Siamo indietro rispetto al 2017, ma per ora godiamocel­a»

Melbourne, terra di boomerang. E quel sorriso da «cancellarg­li dalla faccia» gli è tornato indietro, colpendolo al viso nella più classica tradizione dell’arma da caccia australian­a. Lewis Hamilton incassa il colpo. Duro, secco, difficile da digerire. Lo aveva capito subito, a caldo, quando vistosi sorpassato da Sebastian Vettel nel pit stop fatidico ha chiesto subito in radio: «Ma è stato un mio errore o è andato storto qualcosa?». Gli pareva impossibil­e, infatti essere finito alla spalle della Ferrari dopo una qualifica al fulmicoton­e – che lascia in molti team dei dubbi sulla legalità del manettino –, ma soprattutt­o una gara che stava controllan­do con agio.

INCREDULO «Fatico ancora a capire cosa sia successo – dice sconsolato Lewis a fine gara -. Ho fatto tutto quello che avrei dovuto fare, ma è successo qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato: quella Virtual Safety Car è uscita all’improvviso, io ero in rettilineo e di colpo mi hanno detto che la Ferrari sarebbe uscita davanti. E io non sapevo nemmeno che la Ferrari fosse lì. Ero incredulo, avevo solo voglia di cercare di recuperare». In realtà in casa Mercedes si studierà a fondo il «bug» del sistema di analisi dei dati in casi di Virtual Safety Car come questi, ma il disappunto di Hamilton è stato evidente. «Se avessi saputo che Seb era nella nostra finestra di rischio avrei potuto cercare di fare qualcosa, ma non so se sarebbe bastato: dobbiamo vedere i dati. Quando non vinci non sei mai contento, ma è stato un week end ricco di aspetti positivi e mi concentro su questi – dice Lewis –. Mi congratulo con Vettel e con tutta la Ferrari che hanno fatto un lavoro migliore: noi faremo fruttare gli insegnamen­ti di questa gara già in Bahrain, ma nel complesso abbiamo ancora un buon passo».

IL MARGINE Il ritmo della Mercedes, infatti, è apparso fuori dalla portata delle rosse, anche se l’inglese vuole sottolinea­re i progressi della SF71H. «Si è parlato molto del “party mode” o del distacco delle Ferrari da noi in qualifica, ma non credo che fosse veritiero: forse sono stato bravo io o Seb ha avuto un problema nel giro buono, ma loro hanno dimostrato di essere veloci e competitiv­i in gara. Avrei voluto lottare di più nel finale, ma qui è difficile sorpassare pure con il DRS, loro davanti erano più veloci e ho pensato a non rischiare: il campionato è lungo e c’è margine per recuperare». Margine anche ampio, visto che un’onesta analisi non può non evidenziar­e che Lewis al momento del pit stop (19° giro) stava controllan­do la gara con 7”5 su Vettel, al momento terzo, e che anche dopo, prima che la Haas di Romain Grosjean si fermasse a bordo pista, godeva di un cuscinetto di 6” su Kimi Raikkonen, il suo rivale diretto a parità di soste. «La velocità l’abbiamo, sono sicuro che ci saranno gare in cui si potrà lottare e altre in cui conterà la qualifica, ma stavolta è stata fondamenta­le la strategia: ed è questo il punto che dobbiamo analizzare per evitare che si ripeta lo stesso intoppo». Bang, il boomerang ha fatto male.

QUANDO SI PARTE 15°, CERTO NON SI PUÒ FARE MOLTO MEGLIO

VALTTERI BOTTAS PILOTA MERCEDES

VOLEVO LA RIMONTA, MA È STATO MEGLIO NON RISCHIARE

LEWIS HAMILTON PILOTA MERCEDES

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GETTY Lewis Hamilton, 33 anni, pensieroso: come un anno fa non gli è bastata la pole
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