La Gazzetta dello Sport

C’era un baco nel software di Stoccarda che gestisce i distacchi

- INVIATO A MELBOURNE m.bri.

IL PROGRAMMA DICEVA CHE IL GAP ERA DI 15”, MA ERA DI 12

TOTO WOLFF PRESIDENTE MERCEDES F.1

Ci ha confessato che non ha sbattuto i pugni sul tavolo, come fece l’anno scorso quando la sosta anticipata di Lewis gli costò la gara a favore di Vettel, perché «siamo all’inizio dell’anno e ci sarà tempo di arrabbiars­i a fine stagione, quando sarà più importante». Con molta signorilit­à Toto Wolff spiega le ragioni della sconfitta Mercedes, sollevando da responsabi­lità Hamilton nelle concitate fasi della Virtual Safety Car che ne ha azzerato il margine fin lì costruito. «Lewis sotto la VSC non poteva fare di più — dice il team principal della Stella —. Prima sì, ma non serviva perché era davanti a Raikkonen con buon margine e c’erano da gestire le gomme fino alla fine. È solo che in F.1 si vince e si perde anche grazie o per colpa della safety car. Tutto qui».

BUG

In realtà le ragioni sono più profonde. Tutte le squadre hanno dei sistemi di calcolo, per prevedere anche il modo di mettersi al riparo da imprevisti come Virtual Safety Car, affidati a strateghi che si dividono fra la pista e il garage virtuale. Questi calcoli nel caso della Mercedes non hanno funzionato: «Il nostro sistema ci diceva che avevamo un margine sufficient­e, ma non lo era — spiega Wolff —. C’è stato un bug nel software che ci calcola il delta da seguire in casi come la VSC ed è una situazione che non si era mai verificata. Il divario che ci veniva segnalato dal software ci diceva che saremmo stati al sicuro entro i 15”; in realtà ne avevamo solo 12” che dovevano essere sufficient­i, ma non lo sono stati. Credo sia un problema di come sono configurat­i gli algoritmi ed è programmat­o il computer. Dobbiamo lavorare su questo problema».

FERRARI VICINA

Non manca un riferiment­o al campionato: «In gara abbiamo preso un pugno in faccia, mentre in qualifica ci hanno presi a pugni in faccia — chiude Wolff — perché tutti dicevano che avremmo colto 20 vittorie o qualcosa di simile. Si è visto che non è così: a volte abbiamo avuto fortuna, stavolta no. Dobbiamo però dar merito alla Ferrari: lo dicevo che è vicina»

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