La Gazzetta dello Sport

Harden-Paul e uno svizzero nato grazie a... Cinecittà

●Caccia ai Warriors con Capela: la madre arrivò dal Congo a Roma per fare l’attrice

- m.o.

Afuria di dire che tanto si gioca per il secondo posto, che nessuno può battere i Warriors, siamo arrivati a un passo dalla fine della regular season con i campioni ben distanti dalla vetta dell’Ovest. Dove campeggian­o gli Houston Rockets del probabilis­simo mvp 2018, James Harden. Vero, Golden State ha rinunciato da tempo alla rincorsa, pensando soprattutt­o ad arrivare sana alla postseason. Cosa che però non accadrà. Secondo coach Kerr, Steph Curry salterà almeno la prima serie di playoff. Durant dovrebbe rientrare stanotte dopo lo stop per la frattura a una costola, ma potrebbe bastare uno starnuto per fermarlo di nuovo. Klay Thompson ha un pollice rotto. Insomma, la dittatura mostra crepe inquietant­i. Il bello è che, anche al completo, non sono pochi quelli che credono a Houston in finale Nba. Col successo di martedì sui Bulls, i Rockets sono diventati la 6ª squadra (e prima dopo San Antonio nel 2011-12) a infilare tre serie di almeno 10 vittorie consecutiv­e nella stessa stagione.

CAPELA Harden sta dominando come mai in vita sua, le perplessit­à sulla difficoltà di coesistenz­a tra il Barba e Chris Paul sono state spazzate via dai numeri. Insieme formano la coppia più «clutch» nella storia della lega. Per clutch s’intende il momento decisivo, per le statistich­e una partita che negli ultimi 5’ vede il distacco tra le squadre entro i 5 punti. Harden-Paul in simili situazioni hanno un plus/minus di +48 (con loro in campo i Rockets hanno segnato 48 punti in più degli avversari). La sorpresa è l’esplosione di Clint Capela, lo svizzero scelto col 25 nel draft 2014 che quest’anno viaggia a 14.1 punti, 11 rimbalzi e 1.9 stoppate a gara, ottavo nella lega con 38 «doppie-doppie». Capela è cresciuto all’Insep di Chalon, in Francia, istituto sportivo che sforna talenti (vedi Tony Parker), arrivato in Europa grazie alla mamma che era partita dal Congo inseguendo il sogno di diventare attrice a Cinecittà. A Roma incontrò quello che sarebbe diventato suo marito, un angolano, che seguì poi a Ginevra, dove nacque Clint, scoperto dai Rockets grazie all’Hoop Summitt.

TRIPLE Al timone di questo fuoribordo c’è Mike D’Antoni, che ha plasmato la squadra al suo credo, il corri e tira, rigorosame­nte da tre, filosofia sposata al 100% anche dal gm Daryl Morey, un malato di statistica come tanti della sua generazion­e. I Rockets tirano 42.5 volte a gara dall’arco, 10 volte in più della seconda in questa categoria, Brooklyn con 35.1. I Warriors, che pure hanno costruito le loro fortune sulle triple, si «fermano» a 29.1, segnandone 11.4 contro le 15.5 di Houston. Il dubbio è sempre lo stesso: riuscirann­o a ripetere nei playoff quanto stanno facendo in stagione? Negli occhi di tutti c’è ancora il -39 di gara-6 di semifinale Ovest ‘17 contro gli Spurs, con Harden tenuto a 10 punti con 2/11 su azione. Ma stavolta la storia sembra diversa. Pazienza, un paio di mesi e sapremo la verità.

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AP James Harden, 28 anni, top scorer della lega con 28.7 di media

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