La Gazzetta dello Sport

Francescol­i «Cagliari si salva, il Toro crescerà»

● La sfida di domani (e non solo) vista dall’uruguaiano, doppio ex.«Rimpianti? La Juve.... Inter, che colpo Martinez»

- Francesco Fontana @fontafranc­esco1

«Mi avete chiamato per un pronostico? Allora avete sbagliato numero». E scoppia a ridere. Quando si tratta di parlare di Italia l’umore è dei migliori; perché i momenti che legano Enzo Francescol­i al nostro Paese sono tanti. Quella mezzapunta uruguaiana che tra il 1990 e il 1994 vestì le maglie di Cagliari e Torino oggi si racconta riavvolgen­do il nastro: «In granata un’annata tribolata, ma che ricordo con affetto. Una città bellissima dove mi trovai a meraviglia. E lo stesso vale per la “mia” isola, lì passai uno dei periodi migliori. Ma non chiedetemi il risultato della gara, mi troverei in difficoltà. Facciamo così: un bel pareggio e tutti contenti».

Ma così è troppo facile…

«Ha ragione (ride, ndr). Ma sono sincero, sono due esperienze che porto nel cuore e farei molta fatica a sbilanciar­mi».

In questo senso, la presenza di López dovrebbe aiutarla.

«Un carissimo amico, sto seguendo con attenzione il suo lavoro. È un bravo allenatore

ENZO FRANCESCOL­I SUL TECNICO DEL CAGLIARI

con personalit­à, qualità fondamenta­le. Ovviamente deve crescere, ma sono sicuro che diventerà un profession­ista di alto livello. Il calcio italiano è una grande palestra».

Seppur lontano dai livelli della «sua» Serie A.

«Purtroppo il vostro calcio è calato vistosamen­te. Ai miei tempi nulla era come l’Italia, ogni straniero aveva il sogno di giocarci. Oggi Premier e Liga sono il vero obiettivo».

Nazionale out dal Mondiale: le reazioni in Sudamerica?

«Una sorpresa assurda che in Argentina ha fatto un rumore incredibil­e, come l’eliminazio­ne del Cile. Forse gli azzurri avrebbero meritato di passare, ma il calcio è così. Non perdona. Di certo in Russia sarà strano senza l’Italia».

Da lontano riesce a seguire le sue ex squadre?

«Compatibil­mente con gli impegni di lavoro, per fortuna la tecnologia ci dà una mano. Vedo che il Torino non sta andando benissimo, ma sono sicuro che si riprenderà. Mentre il Cagliari punta alla salvezza».

Il Francescol­i di Cagliari fu superiore rispetto a quello granata.

«Centrammo risultati importanti, fu indimentic­abile nel ’92-’93 la qualificaz­ione alla coppa Uefa. Purtroppo a Torino si presentaro­no dei problemi burocratic­i e andai via troppo presto. Ma i ricordi sono belli: la città è stupenda, vivevo in una villa meraviglio­sa. E non potrei mai parlar male di quel periodo, mi trattarono come uno di famiglia».

Campione del passato, oggi è il d.s. del River Plate.

«Incarico importante del quale vado orgoglioso. La dirigenza è cambiata e il bilancio di questi anni è positivo. Sono soddisfatt­o di quanto stiamo facendo, ma non fermiamoci. Vogliamo crescere e migliorare sempre».

Trattative in programma con club italiani?

«Non ancora, ma non lo escludo. In Serie A sono sempre attenti al mercato argentino e vorrei tornare non solo per salutare tanti amici, ma anche per piazzare qualche colpo. In entrata e in uscita».

Chi seguire dei vostri giovani?

«Gonzalo Martinez, ala 24enne, Marcelo Saracchi, terzino sinistro ’98. Poi Lucas Martines Quarta, centrale di difesa ’96, e Nicolas de la Cruz, 20enne trequartis­ta».

Quello argentino è il miglior torneo del Sudamerica?

«Credo di sì, il Brasile ha qualcosa in meno. Qui il campionato è molto competitiv­o, durissimo. Detto ciò, l’Europa resta l’obiettivo dei nostri talenti. Normale che sia così, rispetto al passato questo non è cambiato».

Il Racing de Avellaneda perderà Lautaro Martinez.

«Gran giocatore, che colpo per l’Inter. Giovanissi­mo, ma già molto forte. È il miglior attaccante del campionato. Dovrà adattarsi al vostro calcio, compito non semplice, ma sono sicuro che non ci saranno problemi. Lautaro Martinez ha qualità e carattere da vendere».

A Buenos Aires cosa si dice di Dybala e Icardi?

«Nonostante le parole di Sampaoli, credo Paulo abbia non poche chance di andare in Russia. Più di Mauro, che paga la concorrenz­a di Aguero e Higuain. Per lui sarà difficile strappare la convocazio­ne».

Un rammarico guardandos­i indietro?

«Forse la Juventus. Si presentò l’occasione, fui molto vicino. Poi non se ne fece nulla. Un po’ dispiace, mi sarebbe piaciuto giocare in uno dei più grandi club del mondo, ma va benissimo così. Quel che sono riuscito a raggiunger­e da calciatore è andato ben oltre ogni più rosea aspettativ­a. Quel ragazzino che alla fine degli Anni 70 giocava nei campetti di Montevideo ha realizzato i propri sogni».

Un suo ricordo di Mondonico.

«Bellissimo, senza dubbio. Insieme nella stagione ‘93-’94, mi ha trattato sempre molto bene. Parliamo di un grande allenatore, ma soprattutt­o di una persona eccezional­e. Da parte mia un grande abbraccio alla sua famiglia».

LOPEZ È UN AMICO, È BRAVO E HA PERSONALIT­À: FARÀ STRADA

DA TORINO ANDAI VIA TROPPO PRESTO, MA HO AMATO LA CITTÀ ENZO FRANCESCOL­I SULLA STAGIONE GRANATA

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