Il Psg parlerà tedesco Quasi fatta per Tuchel
●Il sergente di ferro ex Borussia preferito al c.t. Low. E anche sul mercato si guarda in Germania, ma il Bayern non molla Lewandowski
Non sarà Allegri. Né Conte, Ancelotti o Mancini. Ma neppure Luis Enrique o qualche portoghese. A guidare il Psg, la prossima stagione, sarà un tedesco. Tocca a Thomas Tuchel. Accordo praticamente fatto. Con l’obiettivo di sempre: vincere la Champions. Ciò che Unai Emery ha fallito, facendosi sbattere fuori per due volte di fila agli ottavi. Nonostante l’acquisto record di Neymar, con cui Tuchel ora dovrà scendere a patti, nonostante il carattere di sergente di ferro, costatogli l’esonero la scorsa primavera dalla panchina del Borussia Dortmund. Ma all’emiro del Qatar piace scommettere su profili creativi. Come quello del c.t. della Germania, Joachim Low, sondato come alternativa. Manovre orchestrate da Pini Zahavi, già all’origine dell’acquisto record della stella brasiliana, e intermediario plenipotenziario nella capitale francese, dove la dirigenza sportiva non si espone ufficialmente su alcun nome. Parigi comunque potrebbe diventare, sempre secondo fonti tedesche, lo sbocco per Lewandowski. Bayern Monaco permettendo.
CONTRASTI Proprio al club bavarese, tra l’altro, Tuchel era stato associato in autunno, dopo il divorzio di Ancelotti. Ma a raffreddare i dirigenti era stato il parere raccolto a Dortmund. Non rassicurante nonostante il trionfo in coppa di Germania lo scorso anno. Il primo trofeo dopo cinque stagioni di digiuno non bastò infatti per placare i ribelli dello spogliatoio che ottennero la testa del tecnico, poco incline a compromessi anche con i dirigenti. Insomma, uno tosto, Tuchel, che a Parigi potrebbe evitare problemi semplicemente puntando tutto su Neymar. Cosa che Emery non ha voluto fare, nonostante i 222 milioni spesi dall’emiro. Il brasiliano infatti è entrato rapidamente in contrasto con il basco, poco disposto a concedere privilegi a discapito dell’altro bomber. Cioè Cavani che finirebbe sul mercato magari per fluidificare l’acquisto di Lewandowski. Anche se il Bayern ha già fatto sapere di non volerlo cedere. Messaggio destinato pure al Real Madrid pronto a investirci un centinaio di milioni. Lanciando così un’asta con il Psg, nei limiti del fair-play finanziario dell’Uefa.
AGENDA Per ora la direzione sportiva parigina preferisce mantenere la concentrazione sugli obiettivi rimasti, dopo l’uscita di scena dalla Champions. Cioè lo scudetto, perso lo scorso anno ma ormai ipotecato; la coppa di Lega, da contendere domani al Monaco; la coppa di Francia, di nuovo a portata. La nomina ufficiale di Tuchel però è una questione di agenda. Dopo i primi indizi intercettati nei giorni scorsi da Sport Bild, c’è stata infatti un’accelerata che ha tagliato fuori dalla corsa Chelsea e Arsenal. E a Parigi i profili emersi di recente. In primis quello di Allegri, soppesato a lungo dal presidente Al Khelaifi, ma mai contattato direttamente. Poi Luis Enrique, che piaceva di più al d.s. Henrique. Lo spagnolo però ha alzato la posta, su staff e ingaggio, nonostante seguisse già da tempo corsi di inglese con l’insegnante incaricata dal Chelsea. Conte, sondato a dicembre e di recente, avrebbe declinato per non spartire autorità in spogliatoio. Su Ancelotti c’era stata una rapida riflessione, visto l’ampio sostegno mediatico francese in suo favore. Tite, Mancini e gli altri sono rimasti ai margini. E alla fine da Doha è arrivato l’input finale. Si punta su Tuchel, per ripartire con disciplina in spogliatoio e creatività in campo.