La Gazzetta dello Sport

LA SERATA DEI GOL BELLI BENTORNATO GILARDINO

- Di GUGLIELMO LONGHI

È

stata la serata dei gol belli, eurogol come si diceva una volta quando le prodezze fuori dall’Italia sembravano qualcosa di irraggiung­ibile, quasi di esotico. Applausi a Maiello e Citro che lanciano il Frosinone, capace di reagire alla sfortuna: prima è tradito da un autogol, poi ha perso per infortunio il suo uomo gol, Daniel Ciofani, uscendo tra i fischi alla fine del primo tempo. Ma nel secondo la squadra di Longo ha dato un’eccellente dimostrazi­one di forza e personalit­à. Applausi anche a La Gumina, a segno per la terza volta di fila, che sfrutta al meglio l’idea di Coronado, sempre lui. E così il Palermo fallisce il sorpasso sul Frosinone, ma conferma il momento positivo.

E l’Empoli? Sblocca una partita difficile ancora con Rodriguez, il sostituto di Donnarumma. Un gran gol, il primo: di testa e di fisico. In contropied­e, il secondo. Su assist, che strano, di Caputo, che ha trovato in fretta un nuovo partner. La coppia si è provvisori­amente separata, ma Andreazzol­i può stare sul sicuro mentre allunga a 18 la serie di risultati utili (e va in gol da 23 gare di fila). Vincono le prime con la capolista e il Palermo che devono ancora recuperare una partita e quindi le gerarchie potrebbero cambiare. Senza dimenticar­e il Parma, arrivato alla seconda vittoria di fila: ora è quarto col Bari. E lunedì sera c’è la sfida al vertice con il Palermo.

Applausi anche a un giovane ragazzo dell’82, un campione del mondo, uscito finalmente da un lungo digiuno. Alberto Gilardino non segnava dall’8 dicembre, ne ha fatti due ieri al Cittadella: non gli capitava da 4 anni. Il primo gol strano e fortunoso, di nuca. Il secondo splendido. Lo Spezia ringrazia e vince dopo un mese. Bentornato Gila, uno come lui può essere il valore aggiunto di un campionato che sembra avviato allo sprint decisivo. Nella serata orfana di pareggi e con il 2-1 risultato gettonatis­simo (7 partite su 8), il campionato si dà una scossa, confermand­o, se mai ce ne fosse stato bisogno, che un equilibrio così esasperato vuol dire anche spettacolo. Avanti così, che ci divertirem­o.

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Aurelio Andreazzol­i, 64 anni

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