Il Brescia si sblocca con i suoi attaccanti Pescara, crisi nera
Il bello (e il brutto) del calcio è in una ripresa in cui succede tutto e il contrario di tutto. Il Brescia che cambia marcia e torna a segnare con le sue punte, il tirassegno che trova un protagonista volontario nel portiere del Pescara, che soffre da matti eppure all’ultimo istante ha la chance del pari. E la sbaglia. Limiti e imprecisioni normali, per uno scontrosalvezza vietato ai deboli di cuore. Alla fine prevalgono i bomber: Caracciolo e Torregrossa, che si sbloccano e ridanno ossigeno a una squadra che non vinceva dal 24 febbraio (successo esterno sul campo del Foggia). Il Pescara passa in vantaggio, assapora il colpaccio, ma cala alla distanza e si ritrova agganciato in classifica. E adesso Epifani rischia (ma pare escluso che torni Zeman).
AZZARDO Boscaglia sorprende Epifani al primo minuto azzardando il doppio centravanti con tanto di trequartista assaltatore a supporto (Bisoli sostiene Caracciolo e Torregrossa), e con i piedi buoni di Tonali e Ndoj contemporaneamente titolari nel mezzo. Difesa a 4 consueta contro quella a 3 degli
abruzzesi, nient’affatto zemaniani: attenti a non scoprirsi, accorciano costantemente, si compattano e poi pungono spingendo, in particolare, sulla fascia sinistra. Da lì nasce il vantaggio firmato da Coulibaly, ispirato da Bunino e agevolato da uno scivolone clamoroso di Somma. Vantaggio però non casuale; in precedenza il Pescara aveva già centrato lo specchio due volte. Il Brescia, al contrario, fatica ad inquadrare la porta finché torna ad ag-
grapparsi a Torregrossa, a segno con un movimento da attaccante vero: controllo e girata rabbiosa a coronamento di un’azione avviata da Tonali, sempre impressionante per la personalità a soli 17 anni, rifinita da Bisoli e Caracciolo.
GOL DECISIVO Il gioco del Brescia non è fluido, per questo Boscaglia cambia spesso modulo e uomini. Con l’ingresso di Spalek per Ndoj aumenta la pressione offensiva. Il Pescara soffre lo spostamento in avanti del baricentro avversario e va sotto. Curcio, subentrato a Longhi, cerca a ripetizione con il suo mancino educato la testa di Caracciolo: Fiorillo prima è miracoloso, poi nulla può. Ancora Caracciolo e Torregrossa sfiorano il bersaglio, mentre Fiorillo dice di no a una punizione di Curcio. E in extremis Cocco si fuma il pareggio mancando la porta da due passi.