La Gazzetta dello Sport

Nord Corea, Bach e il Cio Il dialogo prosegue

- Thomas Bach e Kim Il Guk a.b.

UAP na visita attesa. Ma non per questo meno significat­iva. Diplomazie al lavoro: il presidente del Cio, il tedesco Thomas Bach, da ieri e per 48 ore, è a Pyongyang, capitale della Nord Corea. Paese che, dopo la partecipaz­ione all’Olimpiade di PyeongChan­g, in Sud Corea, cerca spazi e accrediti sulla scacchiera dello sport mondiale. Bach, lo spagnolo Juan Antonio Samaranch, membro dell’esecutivo e altri quattro delegati, all’arrivo (via Pechino) all’aeroporto internazio­nale della città, sono stati accolti da Kim Il Guk, ministro dello sport e presidente del comitato olimpico nazionale, nonché da Jang Ung, membro del Cio stesso.

DIALOGO «È prevista una serie di incontri – recita una nota del comitato olimpico internazio­nale –: le discussion­i verteranno sugli sviluppi dell’attività sportiva nordcorean­a dopo il successo ai Giochi». Nel mirino la presenza a Tokyo 2020, Pechino 2022 e, in chiave giovanile, a Losanna 2020. La Nord Corea, a PyeongChan­g, uscendo dal tradiziona­le isolamento nonostante i tesissimi rapporti coi «cugini» del Sud, è stata presente in 5 discipline con 22 atleti, 20 dei quali invitati. Sola eccezione la coppia di artistico Tae Ok Ryom-Ju Sik Kim che, dopo il 13° posto a cinque cerchi, la settimana scorsa è stata 12a ai Mondiali di Milano. Insieme a loro, con nell’hockey ghiaccio tanto di Nazionale donne delle Coree unite, un nutrito gruppo di dirigenti e cheerleade­rs. Il punto più alto, simbolo di pace, nell’apertura del 9 febbraio, quando le squadre hanno sfilato insieme e il presidente del Sud, Moon Jae-in ha dato la mano alla sorella del leader del Nord, Kim Jong Un. Il quale ha appena affrontato una prima missione ufficiale, incontrand­o il presidente cinese Xi Jinping. Mentre Nord e Sud Corea, in aprile, saranno protagonis­te di un summit. L’olimpismo, se ciò sta accadendo, ha i suoi meriti.

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