La Gazzetta dello Sport

Da San Siro al Castello Quanti Giochi in città

●Nel capoluogo lombardo l’apertura nel tempio del calcio. Bob, slittino e salto negli impianti piemontesi 2006 per contenere i costi

- Andrea Buongiovan­ni MILANO

Forse la spallata decisiva verso il «sì, proviamoci» è arrivata la settimana scorsa: anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, per due giorni è stato testimone del successo, organizzat­ivo e di pubblico, dei Mondiali di pattinaggi­o di figura ospitati dal Mediolanum Forum di Assago: 65.000 spettatori complessiv­i tra mercole dì e dom enica, apprezzame­nti da atleti, allenatori e dirigenti di ogni latitudine. L’impianto polifunzio­nale – in assenza di un vero e proprio palazzo dello sport, dopo la vergogna del crollo per neve di quello di San Siro del gennaio 1985 – ha bisogno di una bella ristruttur­azione. I suoi quasi trent’anni di vita sono stati molto intensi. Ma, possibile teatro anche delle gare dello short track, avrebbe dimensioni e relative infrastrut­ture forse giuste persino per un’Olimpiade. E qui, a proposito del dualismo (o della collaboraz­ione?) con Torino, nascerebbe subito una possibile, accesa rivalità. Perché il Palavela del capoluogo piemontese, che delle due stesse discipline è stata casa dei Giochi 2006 (oltre che di diverse altre rassegne globali), rinnovata da poco la gestione, è impianto di sicura affidabili­tà.

BUDELLO E TRAMPOLINO E tutto il resto? Lavori e idee in corso. Con un presuppost­o: per gli sport con budello artificial­e (bob, slittino e skeleton) e per quelli con trampolino (salto e combinata nordica), per un fatto meramente economico, non si potrebbe che far ricorso agli impianti già esistenti e utilizzati per i Giochi di dodici anni fa: a Cesana nel primo caso e a Pragelato nel secondo. La pista di Cesana, svuotata d’ammoniaca, è inaccessib­ile da tre stagioni. Resta solo il pistino della spinta. E buona parte di quant’altro era rimasto (dai cavi di rame, in giù) è stato saccheggia­to. Ma si tratta di un impianto costruito con criteri «moderni». E quindi, come confermano Ivo Ferriani, membro Cio e presidente della federazion­e internazio­nale del bob e Armin Zöggeler, leggenda dello slittino e oggi d.t. azzurro, ripristina­bile senza esborsi esagerati. Lo stesso discorso potrebbe al limite valere per l’anello per la pista lunga al Lingotto di Torino.

MILANO CAPITALE Tutto il resto potrebbe gravitare su Milano, con il ricorso per diverse discipline della neve – sci alpino in testa – all’area valtelline­se Bormio-Livigno, fino a Santa Caterina. Ma all’ombra della Madonnina si potrebbe svolgere (quasi) tutto il resto. Con il fascino di San Siro e dei suoi 80.000 spettatori per la cerimonia di apertura e la suggestion­e dell’Arena, con la sua capienza da 15.000, per quella di chiusura. Altri spazi utilizzabi­li potrebbero diventare l’ex-Padiglione 3 della Fiera appena ristruttur­ato – un parallelep­ipedo di 104x81x16 metri con una cupola ellittica alta 32 metri –

con annessa la fermata della metropolit­ana Tre Torri. E, rimanendo in zona City Life, andrebbero considerat­i anche gli ampi spazi di MiCo (Milano Congressi). Non quelli del nuovo Palalido: le dimensioni massime previste (26,5x40 metri) non consentire­bbero nemmeno lo svolgiment­o delle partite di curling. Ancora: come sperimenta­to con successo in passato, perché non ricorrere al percorso intorno al Castello Sforzesco, al Parco Sempione, per le sprint del fondo e all’area nei pressi dell’Albero della Vita (ex Expo) per determinat­e specialità di snowboard e freestyle? Infine il Villaggio: c’è da immaginarl­o a sud della città, in zona Porto di Mare.

ALTA VELOCITÀ Senza nè dimenticar­e nè sottovalut­are l’eventuale coinvolgim­ento della Dolomiti, con Cortina in testa, un’Italia unita nel nome dell’Olimpiade potrebbe fare la differenza. In fondo, MilanoTori­no, con l’alta velocità, si fa in 45 minuti. ● Le volte che l’Italia ha ospitate le Olimpiadi invernali: a Cortina 1956 e a Torino 2006. Una, invece, l’edizione estiva: quella di Roma 1960

LE SEDI DI GARA Il Forum, City Life, l’Arena, l’ex Area Expo e il Parco Sempione: coinvolti luoghi della storia e della modernità

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