La Gazzetta dello Sport

L’età è solo un numero È il miglior James di sempre

●A 33 anni e alla 15a stagione, l’ala dei Cavs resta al top grazie alla cura maniacale del corpo

- Massimo Oriani

Alla larga. Inutile entrare in un dibattito da bar che non può avere un vincitore e un vinto. Meglio LeBron o Jordan? Eterni, entrambi. E da mercoledì notte accomunati da un primato tutto loro, 866 partite consecutiv­e con almeno 10 punti realizzati. Nessun altro nella storia della Nba è arrivato a quota 800. A 33 anni suonati (li ha compiuti il 30 dicembre) quella in corso può essere definita la miglior stagione della carriera del Prescelto. «Sono come il vino – ha detto di recente – più invecchio, più miglioro». Non è l’eccezione, siamo ormai entrati in un’era dove la tecnologia, i comfort quotidiani, i mezzi a disposizio­ne di un atleta profession­ista, prolungano non solo la durata ma elevano anche la qualità di quelli che dovrebbero essere gli anni del declino.

NUMERI Eppure King James riesce ad andare oltre. Anche Vince Carter, a 41 anni, calca ancora i parquet Nba, ma più come chioccia per i giovani che come uno in grado di dare un contributo solido in campo. Alla 15a stagione da pro’, l’ala dei Cavs ammassa primati su primati: è stato il più giovane a tagliare il traguardo dei 30.000 punti segnati, ma anche il più vecchio con una stagione da almeno 2000 punti, 500 rimbalzi e 500 assist. Il segreto? Come parecchi atleti che hanno sogni d’immortalit­à sportiva, la cura maniacale del corpo. LeBron spende circa 1.5 milioni di dollari all’anno per mantenersi al top. Quest’anno mira a chiudere avendo giocato tutte e 82 le partite di regular season per la prima volta in vita sua. Crioterapi­a (cura del freddo), camere iperbarich­e, gambali da recupero, trattament­i privati con azoto liquido, accanto a uno staff che lo segue 12 mesi l’anno, formato da uno chef che cura l’alimentazi­one, massaggiat­ori, trainer, persino un biomeccani­co. I meno giovani ricorderan­no i telefilm «L’uomo da 6 milioni di dollari»: ecco, ci stiamo avvicinand­o al cyborg in pelle e ossa.

SE AVESSI UN VOTO PER L’MVP LO DAREI A ME STESSO

LEBRON JAMES GIÀ 4 VOLTE MVP

QUOTIDIANO Il 4 volte mvp non lascia nulla al caso. «Ogni giorno, neppure un minuto viene sprecato – ha detto di recente James – Durante la stagione lavoro costanteme­nte alla cura del mio corpo, per arrivare ai playoff al massimo della forma. Nel momento in cui per gli altri la fatica si fa sentire, io faccio un ulteriore passo in avanti. Ormai dopo 15 anni ho imparato a gestirmi». I numeri gli danno ragione. Con 9.1 assist sta avendo la sua miglior stagione come passatore, per non parlare dei 27.5 punti, 8.6 rimbalzi, 1.5 recuperi e stoppate con una media di 37.1 minuti a gara. Anche gli avversari se ne sono resi conto: «Una cosa ho imparato di LeBron – ha raccontato Kevin Durant – Sa che per restare al top, deve prendersi cura del suo corpo e per questo ha fatto della preparazio­ne fisica una religione».

INCROCI Quando calerà il sipario sul campionato ‘17-18, una cosa sola farà però felice LeBron: il quarto anello di campione Nba. I paragoni con Jordan non lo sfiorano, almeno, così dice. Ma pensate che sia un caso se, da quando Mike è diventato proprietar­io di Charlotte, The Chosen One abbia perso una sola volta in 26 incontri contro di lui?. Resta però un delitto che i due non si siano mai affrontati sul parquet. Si sono solo sfiorati. MJ ha chiuso la carriera il 16 aprile 2003 con la maglia dei Washington Wizards, 72 giorni più tardi LBJ veniva scelto col numero uno nel draft Nba dai Cavs. A un certo punto della prossima regular season, James diventerà il primo giocatore nella storia ad entrare nella top 10 all time per punti segnati e assist. Nei playoff è già il miglior marcatore di sempre, ed è secondo nei recuperi e terzo negli assist. Ne ha fatta di strada quel ragazzino diventato milionario prima ancora di laurearsi al liceo dopo aver firmato un contratto come testimonia­l della Upper Deck. Ma la cosa persino più straordina­ria è che ancora tanta ne ha da fare, superando confini mai neppure immaginati venti o anche dieci anni fa. Altro che Six Million Dollar Man.

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AP Michael Jordan coi Bulls ‘96
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