La Gazzetta dello Sport

A casa di Balotelli «M’aspettavo l’Italia sono più maturo»

- Fabrizio Salvio

Appuntamen­to anticipato di due ore sull’orario stabilito, location diversa rispetto a quella prevista... È proprio vero che una telefonata può cambiarti la vita. Specialmen­te mentre sei in placida sosta all’autogrill, con la tabella di marcia rispettata al centesimo di secondo. Arrivi a destinazio­ne dopo un viaggio a rischio patente per prolungato eccesso di velocità, e pensi: «Eccolo là, il solito Mario...». E invece. Mario Balotelli apre per la prima volta a un giornale italiano le porte della sua (splendida, ça va sans dire) casa in Francia, dove da due stagioni gioca nel Nizza, e a SportWeek, il settimanal­e della Gazzetta dello Sport, si mostra diverso da come lo avevamo lasciato l’ultima volta. Più maturo, finalmente uomo. Negli atteggiame­nti e, quel che più conta, per le cose che dice e il modo in cui le dice. Balo si racconta a tutto tondo: calcio, famiglia, politica addirittur­a, dopo il suo intervento social («Sono cieco io o è lui che non si è accorto di essere nero?») che tanto ha fatto discutere a proposito dell’elezione al Senato nelle file della Lega del nigeriano Toni Iwobi.

PERSONAGGI­O Tornato SuperMario a suon di gol in campionato (14 in 21 partite), è– a tratti – quello di sempre: schietto, spavaldo, ironico. Ma in certi passaggi dell’intervista in edicola domani su SW dimostra un cambiament­o che non pare soltanto di facciata. Ha messo ordine nei pensieri, soprattutt­o ha riallaccia­to, e perfino costruito, rapporti con persone che finora aveva volutament­e tenuto ai margini della sua vita: i suoi genitori biologici, per esempio. Su Thomas e Rose Barwuah, l’uomo e la donna che lo hanno messo al mondo, Mario spende parole delicate e importanti. Parole da adulto. «Sono maturato – conferma -. Ho 27 anni e due figli, non è più tempo di ragazzate». Così, per restare al pallone, ha assorbito senza drammi la delusione per la mancata convocazio­ne in Nazionale («Ma sono sincero: mi aspettavo di tornare in azzurro»), mentre sul proprio futuro getta uno sguardo più curioso che ansioso: «Italia, Francia o Inghilterr­a? Sono uno che vive al confine». Sta al gioco del «perché sì, perché no» riguardo all’opportunit­à di tornare in Serie A in una delle possibili destinazio­ni ventilate da Raiola – Inter, Juve, Napoli, Roma -, racconta quel che di buono ha trovato in Francia, ma, più di tutto, parla di affetti. La famiglia di origine e quella adottiva. I figli. E lo fa con grande serenità. Sì, Mario Balotelli sembra aver finalmente fatto pace con se stesso.

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Domani in edicola a 2 Euro con la Gazzetta
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