A casa di Balotelli «M’aspettavo l’Italia sono più maturo»
Appuntamento anticipato di due ore sull’orario stabilito, location diversa rispetto a quella prevista... È proprio vero che una telefonata può cambiarti la vita. Specialmente mentre sei in placida sosta all’autogrill, con la tabella di marcia rispettata al centesimo di secondo. Arrivi a destinazione dopo un viaggio a rischio patente per prolungato eccesso di velocità, e pensi: «Eccolo là, il solito Mario...». E invece. Mario Balotelli apre per la prima volta a un giornale italiano le porte della sua (splendida, ça va sans dire) casa in Francia, dove da due stagioni gioca nel Nizza, e a SportWeek, il settimanale della Gazzetta dello Sport, si mostra diverso da come lo avevamo lasciato l’ultima volta. Più maturo, finalmente uomo. Negli atteggiamenti e, quel che più conta, per le cose che dice e il modo in cui le dice. Balo si racconta a tutto tondo: calcio, famiglia, politica addirittura, dopo il suo intervento social («Sono cieco io o è lui che non si è accorto di essere nero?») che tanto ha fatto discutere a proposito dell’elezione al Senato nelle file della Lega del nigeriano Toni Iwobi.
PERSONAGGIO Tornato SuperMario a suon di gol in campionato (14 in 21 partite), è– a tratti – quello di sempre: schietto, spavaldo, ironico. Ma in certi passaggi dell’intervista in edicola domani su SW dimostra un cambiamento che non pare soltanto di facciata. Ha messo ordine nei pensieri, soprattutto ha riallacciato, e perfino costruito, rapporti con persone che finora aveva volutamente tenuto ai margini della sua vita: i suoi genitori biologici, per esempio. Su Thomas e Rose Barwuah, l’uomo e la donna che lo hanno messo al mondo, Mario spende parole delicate e importanti. Parole da adulto. «Sono maturato – conferma -. Ho 27 anni e due figli, non è più tempo di ragazzate». Così, per restare al pallone, ha assorbito senza drammi la delusione per la mancata convocazione in Nazionale («Ma sono sincero: mi aspettavo di tornare in azzurro»), mentre sul proprio futuro getta uno sguardo più curioso che ansioso: «Italia, Francia o Inghilterra? Sono uno che vive al confine». Sta al gioco del «perché sì, perché no» riguardo all’opportunità di tornare in Serie A in una delle possibili destinazioni ventilate da Raiola – Inter, Juve, Napoli, Roma -, racconta quel che di buono ha trovato in Francia, ma, più di tutto, parla di affetti. La famiglia di origine e quella adottiva. I figli. E lo fa con grande serenità. Sì, Mario Balotelli sembra aver finalmente fatto pace con se stesso.