L’uovo nato a Torino? «Eterno come la Juve» Quella colomba di Gattuso, orgoglio milanese
fCHE PASQUA ●L’a.d. della pasticceria Cova: «Rino è proprio come il nostro dolce: duro fuori, soffice dentro...»
Massimiliano Allegri romperà l’uovo stasera, con un giorno di anticipo. Occhio alla sorpresa, le uniche due indigestioni in campionato sono arrivate nelle merende dopo la sosta. Rino Gattuso, invece, ha messo in lievitazione da un po’ un Milan croccante: porterà educatamente il dolce in casa della Signora, ma vuole che alla fine le vada di traverso. In ogni caso, domani entrambi festeggeranno Pasqua come da tradizione: nelle città che li hanno accolti ci sono riti da rispettare, invenzioni appuntate al petto come medaglie. Si dice che Luigi XIV pretese per primo un uovo di crema di cacao ma, al netto dell’ego del Re Sole, è Torino che i bimbi devono ringraziare: negli Anni 20 del secolo ventesimo la Casa Sartorio brevettò in città un sistema per modellare le forme vuote delle uova. E la colomba, arci-rivale nei gusti italiani? Fu pure offerta in segno di pace per la prima volta ad Alboino, re longobardo, ma la verità è che dietro c’è la scaltrezza milanese a far di conto. In fondo, un motivo commerciale, come da abitudine cittadina: la Motta negli Anni 30 sfruttò macchine e impasti già usati per il panettone. Così stasera all’Allianz sarà Torino contro Milano, uovo contro colomba, Juve contro Milan.
SFIDA AI FORNELLI Che sia una partita gustosa se lo augurano tutti, soprattutto chi passa la vita tra stadi e cucine. Ad esempio, Marco Vacchieri, mâitre chocolatier dell’omonima grande pasticceria torinese, alterna creazioni al gianduia a cori per Higuain: «L’uovo di Pasqua è la Juve! – scherza –. È elegante, di classe, resiste alle mode. A volte salta fuori un nuovo dolce lievitato come un nuovo rivale in Serie A, però alla fine vince sempre il bianconero...». Un maxi-uovo a forma di Champions sarà nel suo frigo se quest’anno Allegri troverà la sorpresa che tutti si aspettano: «Basta che la squadra sia solida come un cioccolato ben temperato. E pazienza se stavolta il campionato lo festeggeranno a Napoli con un’ottima pastiera: siamo sazi dopo sei dolci...». Certi colleghi milanesi, invece, vorrebbero dare in pasto alla sua Signora cioccolato amarissimo. Alessandro Comaschi, capo pasticciere della Martesana di Milano, rossonero da generazioni, porta avanti la tradi- zione della casa: «Lievito madre e tempi di riposo: ecco i segreti di una buona colomba. E poi materie prime di qualità: quelle di Mirabelli sono costate tanto, ma sulla qualità...». Poi, però, è arrivato un nuovo pasticciere e ha preso per la gola anche gli scettici: «Rino si presenta a Torino con una colomba perfettamente aromatizzata. Sparge motivazioni come io la vaniglia...», scherza ancora Comaschi. Paola Faccioli, a.d. della mitica «Cova» nel salotto di Milano, sarebbe invece di cuore interista, ma per anni ha accolto Adriano Galliani in uno dei suoi riti pre-partita. Per questo, stasera si aspetta soltanto un trionfo del dolce cittadino: «In fondo, la nostra colomba è come Gattuso. Sembra dura, ma è solo un’impressione: un morso e la scopri soffice soffice».