La Gazzetta dello Sport

L’uovo nato a Torino? «Eterno come la Juve» Quella colomba di Gattuso, orgoglio milanese

fCHE PASQUA ●L’a.d. della pasticceri­a Cova: «Rino è proprio come il nostro dolce: duro fuori, soffice dentro...»

- Filippo Conticello @filippocon­t

Massimilia­no Allegri romperà l’uovo stasera, con un giorno di anticipo. Occhio alla sorpresa, le uniche due indigestio­ni in campionato sono arrivate nelle merende dopo la sosta. Rino Gattuso, invece, ha messo in lievitazio­ne da un po’ un Milan croccante: porterà educatamen­te il dolce in casa della Signora, ma vuole che alla fine le vada di traverso. In ogni caso, domani entrambi festeggera­nno Pasqua come da tradizione: nelle città che li hanno accolti ci sono riti da rispettare, invenzioni appuntate al petto come medaglie. Si dice che Luigi XIV pretese per primo un uovo di crema di cacao ma, al netto dell’ego del Re Sole, è Torino che i bimbi devono ringraziar­e: negli Anni 20 del secolo ventesimo la Casa Sartorio brevettò in città un sistema per modellare le forme vuote delle uova. E la colomba, arci-rivale nei gusti italiani? Fu pure offerta in segno di pace per la prima volta ad Alboino, re longobardo, ma la verità è che dietro c’è la scaltrezza milanese a far di conto. In fondo, un motivo commercial­e, come da abitudine cittadina: la Motta negli Anni 30 sfruttò macchine e impasti già usati per il panettone. Così stasera all’Allianz sarà Torino contro Milano, uovo contro colomba, Juve contro Milan.

SFIDA AI FORNELLI Che sia una partita gustosa se lo augurano tutti, soprattutt­o chi passa la vita tra stadi e cucine. Ad esempio, Marco Vacchieri, mâitre chocolatie­r dell’omonima grande pasticceri­a torinese, alterna creazioni al gianduia a cori per Higuain: «L’uovo di Pasqua è la Juve! – scherza –. È elegante, di classe, resiste alle mode. A volte salta fuori un nuovo dolce lievitato come un nuovo rivale in Serie A, però alla fine vince sempre il bianconero...». Un maxi-uovo a forma di Champions sarà nel suo frigo se quest’anno Allegri troverà la sorpresa che tutti si aspettano: «Basta che la squadra sia solida come un cioccolato ben temperato. E pazienza se stavolta il campionato lo festeggera­nno a Napoli con un’ottima pastiera: siamo sazi dopo sei dolci...». Certi colleghi milanesi, invece, vorrebbero dare in pasto alla sua Signora cioccolato amarissimo. Alessandro Comaschi, capo pasticcier­e della Martesana di Milano, rossonero da generazion­i, porta avanti la tradi- zione della casa: «Lievito madre e tempi di riposo: ecco i segreti di una buona colomba. E poi materie prime di qualità: quelle di Mirabelli sono costate tanto, ma sulla qualità...». Poi, però, è arrivato un nuovo pasticcier­e e ha preso per la gola anche gli scettici: «Rino si presenta a Torino con una colomba perfettame­nte aromatizza­ta. Sparge motivazion­i come io la vaniglia...», scherza ancora Comaschi. Paola Faccioli, a.d. della mitica «Cova» nel salotto di Milano, sarebbe invece di cuore interista, ma per anni ha accolto Adriano Galliani in uno dei suoi riti pre-partita. Per questo, stasera si aspetta soltanto un trionfo del dolce cittadino: «In fondo, la nostra colomba è come Gattuso. Sembra dura, ma è solo un’impression­e: un morso e la scopri soffice soffice».

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La colomba è stata creata a Milano negli Anni 30
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L’uovo è nato a Torino negli Anni 20 del Novecento

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