La Gazzetta dello Sport

Gattuso: «Max non mi vedeva, ma a ragione Adesso amici»

● «Arrancavo, lo capii dopo e mi scusai. Stiamo bene e faremo una grande gara»

- Marco Pasotto INVIATO A MILANELLO (VARESE)

Aveva usato come sempre termini coloriti e divertenti da sentire. Sebbene di divertente ci fosse poco. Era il 12 maggio 2012 e Gattuso stava vivendo l’ultima vigilia da giocatore del Milan. Rino, reduce dal complicato problema agli occhi, aveva paragonato il club rossonero a un videogioco infinito durato 13 anni e aveva detto che a un certo punto si era sentito una mascotte. Un gagliardet­to (6 presenze in campionato). Mentre lui avrebbe voluto ancora giocare. Il Milan quell’anno era di Allegri e sul loro rapporto si sono dette e scritte tante cose. A fare chiarezza anche stavolta è stato Rino. Parole belle e importanti: «Oltra che da capitano a Perugia, devo ringraziar­lo anche da tecnico al Milan: arrivavo da un brutto infortunio, arrancavo ma uno non se ne rende conto. Non è facile anche perché intorno hai molte persone che ti dicono “guarda, quello lì non ti fa mai giocare...”. Poi ho cercato di capire meglio ed effettivam­ente zoppicavo, facevo fatica, non ero il giocatore che tutti conoscevan­o. Aveva ragione lui e infatti gli ho chiesto scusa. Ora da qualche anno c’è un grandissim­o rapporto, grande amicizia e rispetto. Ho lasciato il Milan perché era finita un’epoca, lui era stato il primo a chiedermi di restare nel suo staff».

CORAGGIO I compliment­i a Max proseguono e servono anche per capire l’idea che Gattuso ha della Juve. Molta, molta ammirazion­e e un pizzico di invidia per la «loro mentalità perfetta. Ad Allegri invidio la bravura, quando studi la Juve non ci capisci nulla, sa cambiare modulo in corsa, a volte non sembra nemmeno che sudino. Sono una macchina da guerra». Il Milan però non è più quello dell’andata e poi i rossoneri sono la seconda miglior squadra del 2018 un pelo dietro la Juve. «La sosta ci voleva, stiamo bene, penso faremo una grandissim­a partita, però dobbiamo giocare da squadra: non voglio più leggere titoli con giocatori che si auto-pronostica­no gol e cose simili. Servono umiltà e il coraggio di giocare, perché non possiamo sbagliare. Il mio contratto? Dirà la società quando firmerò. Non ne posso più di sto c...o di contratto – sorride Rino –. Non è la priorità, ma credo non ci sarà alcun problema».

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Rino Gattuso, 40, al Milan da dicembre scorso ANSA

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