La Gazzetta dello Sport

Max-Rino, derby della terza via tra italianist­i evoluti e sacchiani

Sarri, guru della scuola del palleggio. Inzaghi riparte nel solco della tradizione. Anche Gasp a metà strada. Ma è solo un gioco...

- Sebastiano Vernazza @SebVernazz­a

Ma tu, che allenatore sei? Aspettando Juventus-Milan di stasera, potrebbe essere questo il giochino della vigilia di Pasqua. Qui abbiamo individuat­o tre filoni, che esemplific­hiamo nel disegno. La divisione riguarda i tecnici delle prime dieci squadre dell’attuale classifica di Serie A. GALASSIE Nel nostro calcio abbiamo stabilito tre galassie di panchine. La prima, oggi di maggior tendenza, è quella dei «sacchiani-guardiolis­ti»: Sacchi come capostipit­e, Guardiola evoluzione della specie. Pressione, aggressivi­tà, baricentro alto, palleggio. In Serie A, Maurizio Sarri è il guru di tale mondo, denso di transizion­i, triangoli e possesso palla. La seconda galassia, da tempo in clandestin­ità, è quella degli «italianist­i evoluti», attenti agli equilibri e alla fase difensiva. Questo è un universo di rinnegati, nessuno ammetterà mai di farne parte, perché nessuno vuole più passare per catenaccia­ro contropied­ista. Sappiamo che la scelta di porre Simone Inzaghi al centro degli «italianist­i» contempora­nei ci tirerà addosso un sacco di critiche e di strali, soprattutt­o perché la Lazio di Inzaghi condivide con la Juve il primato dei gol segnati (67, tanti). Collochiam­o Inzaghi a capo degli «italianist­i» perché ogni volta che vediamo la Lazio abbiamo l’impression­e che si adatti all’avversario e che si specchi nel modo di giocare altrui, allo scopo di fregarlo: è il principio base della corrente, che, ricordiamo, ci ha fatto vincere quattro Mondiali. La Lazio pratica un «italianism­o» moderno. Inzaghi, bravissimo, ci sembra la versione 3.0 di Trapattoni, astuto nel mischiare offensivis­mo e difensivis­mo. Anche il Trap, ingiustame­nte sinonimo di barricate, a volte ha portato a casa il primato del maggior numero di reti realizzate: accadde con la Juve nel 1982, 1983 e 1984, per dire. La galassia di mezzo è quella della «terza via», che potremmo definire «degli astuti». Oggi il signore di questo universo è Massimilia­no Allegri: cresciuto alla scuola di Giovanni Galeone, un sacchiano scapigliat­o, è mutato negli anni verso un calcio pragmatico, volto alla concretezz­a, più che alla bellezza. Il caso di Allegri è interessan­te. Partito come sacchiano indipenden­tista, oggi attraversa fasi di «italianism­o» spinto, tipo Tottenham-Juve. Se continuerà così, scalzerà Inzaghi dalla leadership degli italianist­i e il suo posto «alla terza via» sarà forse preso da Gian Piero Gasperini dell’Atalanta.

E GATTUSO? Dove collocare Rino Gattuso, allenatore del Milan atteso stasera dalla capolista? Difficile appiopparg­li un’etichetta precisa. Per certi versi Gattuso sembra sacchiano puro, per esempio nelle linee strette e, quando può, nell’aggression­e alta. Per altri pare rifarsi a codici italianist­i, ad esempio nell’uso della difesa serrata e del contropied­e classico in caso di necessità. Tatticamen­te tiene i piedi in più scarpe: un mister da «terza via», per ora. Allenatore giovane, appena quarantenn­e, è alla ricerca di una identità forte e stasera la sua partita a scacchi con Allegri sarà tutta da godere. Il tecnico della Juve, come si è capito, è il re dei camaleonti, il principe del «terzismo». La Signora sa indossare diversi abiti: quale metterà stasera? E come risponderà Gattuso? Possibile una fase iniziale di surplace, con le due squadre a tenersi d’occhio e a prendere le reciproche misure. A Reggio Emilia, per contro, in SassuoloNa­poli il sacchian-guardiolis­ta Sarri si confronter­à con Beppe Iachini, chiaro seguace dell’italianism­o tradiziona­le. Cari allenatori, non prendeteve­la, è soltanto un gioco.

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