La Gazzetta dello Sport

Infinito Gilardino gol da highlander: «Io non mollo mai»

●L’ultimo colpo alla Van Basten, la promessa ai tifosi «Questo Spezia è perfetto per me, ci divertirem­o...»

- Alessio D’Urso

Eadesso? Nella classifica dei suoi acuti più belli e delle emozioni più intense, il gol vittoria contro il Cittadella che posto occuperà? Se nel cuore del campione del mondo Alberto Gilardino non teme confronti la rete siglata con la maglia del Milan al Manchester United in semifinale di Champions del 2007, seguita da quella con la Fiorentina ai danni del Liverpool nell’impresa di Anfield Road del 2009, sul podio della felicità il colpo alla Van Basten di venerdì al Tombolato merita di starci, eccome: «È il gol più bello da quando gioco in B...», cioè da 10 gare, scherza lui. Ma è soprattutt­o l’ennesimo gesto di classe sopraffina dell’ultimo highlander del gol italiano, la sfida al tempo che passa di un bomber simbolo di una classe di ferro. Che non ha saziato la fame di gloria. Come a dire, «io ci sono ancora e non mollo mai...».

RAGAZZI, STUDIATELO E già, il Gila. Come potrebbe. Esempio per i giovani o goleador intramonta­bile di A, superfluo dirlo. Capace di vincere da solo ed emozionare a 35 anni in quello Spezia che adesso vede i playoff di B, è l’ultima novità. Quel 2-1 al Cittadella, incrociand­o al volo il lungo lancio di Marilungo, andrebbe rivisto al replay e spiegato ai ragazzi dei vivai: rievoca le gesta del supremo Marco Van Basten, con quel suo meraviglio­so gol in Olanda-Russia dell’Europeo 1988, ma ha in sé una morale più ampia per tutte le scuole calcio d’Italia. Racconta di un attaccante umile, che arriva anche oggi all’allenament­o per primo e va via per ultimo, uno che con tutto il suo passato ha detto fino a venerdì sera: «Ho ancora tanta voglia di giocare al calcio, mi trovo bene allo Spezia, sapevo quando sono arrivato che il parco attaccanti era di tutto rispetto, ma sta a noi farci trovare pronti e convincere il mister...». Al servizio della squadra, non la squadra al suo servizio. Come l’altro incredibil­e Caracciolo del Brescia, o come in fondo lo stesso suo compagno di squadra Granoche, lo straniero con più gol in B (97): i successi del passato non sono un salvacondo­tto che esenta dal sacrificio, un campione è veramente tale solo se non ti fa pesare i suoi trofei in bacheca. Ecco la lezione del Tombolato.

ETERNA SFIDA E così l’opinion leader dello Spezia, davanti alle Colonne d’Ercole del suo presente conosciuto, non ha paura di spingersi oltre nel futuro. Da quando si è accordato personalme­nte col presidente onorario Gabriele Volpi (contratto fino al 2019), ha accettato la bagarre continua della B e ogni volta è l’area di rigore che può diventare un teatro dei sogni. L’ultimo gioiello di enorme valore l’attaccante lo aveva regalato in A al pubblico del Matusa di Frosinone, quando il suo stacco di testa vincente aveva messo in ginocchio i ciociari lungo il sentiero minato della salvezza, conquistat­a poi dal suo Palermo in fondo all’ultimo atto contro il Verona del 16 maggio 2016: anche in quell’occasione un gol (il 3-1), ovvero il 188° della sua carriera (come Del Piero e Signori), tra i quali 53 messi a segno di testa: quella sua specialità esibita anche venerdì in occasione

IO CI SONO ANCORA, HO ENTUSIASMO E MI TROVO BENE ALLO SPEZIA

QUANDO SONO ARRIVATO HO ACCETTATO LA CONCORRENZ­A SENZA FIATARE

SE VOGLIO GIOCARE DEVO CONVINCERE L’ALLENATORE, GUARDO AVANTI ALBERTO GILARDINO 35 ANNI

del momentaneo 0-1. Quando scriverann­o il romanzo degli attaccanti più prolifici d’Italia degli ultimi vent’anni, qualcosa a lui dovranno pur chiedere: «Ma io fino a quando avrò voglia, continuerò. Perché ancora ho tanto entusiasmo dentro». E allora applausi al Gila, al suo violino simbolo d’esultanza e gioia e ai suoi gol senza età aggiornati alla 33ª di B. Lo Spezia che faticava a conquistar­e i tre punti, nonostante buone prove, ringrazia: un futuro da dirigente o allenatore in società è già scritto, il prossimo gol è tutto da scoprire.

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