E dal nulla spunta Juan il redivivo «Il Real? Siamo grandi come loro»
INVIATA A TORINO
Entusiasmo, delusione, confusione, espiazione di qualche errore superficiale, dubbio. E poi la rinascita, che Cuadrado essendo religiosissimo apprezzerà particolarmente in questa notte di Pasqua. La rinascita sua personale, visto che era fuori da mesi, e la rinascita della Juve, che ha barcollato colpita da Bonucci e ha impiegato parecchio per rimettersi in sesto. Ci voleva una scossa, una di quelle che Cuadrado tante volte ha saputo dare alle partite importanti, una di quelle che lo staff medico della Colombia incontrato a Parigi ha dato a lui, che continuava a sentirsi malaticcio nonostante l’intervento per eliminare la pubalgia fosse stato eseguito da tempo e secondo tutti perfettamente riuscito. Ma lui non si sentiva bene, non si sentiva pronto. Poi, tutto in pochi giorni: il responso in Francia, il rientro in gruppo, la convocazione per la partita con il Milan, l’ingresso in campo. Alzati dalla panchina e cammina, più o meno. Cuadrado, che non è mai stato uno molto lineare, già che c’era ha fatto gol e la Juve si è rialzata con lui.
FANTASIA
Cuadrado è creativo in campo e un po’ meno a parole: «Dobbiamo stare tranquilli: lo scudetto non è ancora un discorso chiuso, dobbiamo pensare partita dopo partita perché manca ancora tanto». Cautela verbale prevedibile, soprattutto per un giocatore che in questa stagione era partito bene per fermarsi in dicembre lasciando la Juve orfana della sua fantasia e delle sue accelerate impensabili. Finora aveva segnato 3 gol in campionato e uno in Champions League, nessuno a squadre di grande palmares: Genoa, Spal, Benevento, Olympiacos, reti importanti comunque, ma neppure paragonabili al gol pazzesco segnato al Lione una stagione fa. A dicembre poi era calata la pubalgia, e il buio. Perché Cuadrado sposta non soltanto gli equilibri, ma sferza la fascia, apre la partita, sorprende con ingenuità e colpi di classe che lì per lì sembrano senza senso. Detto in un solo aggettivo, è imprevedibile e tanto è mancata alla Juve la sua imprevedibilità: ora Cuadrado si sentiva malato e si è scoperto calcisticamente sano, pronto per la Champions e per una serata che tutti i tifosi aspettano per capire se lo choc di Cardiff sia davvero assorbito. «Questa vittoria ci darà la forza per affrontare al meglio una squadra come il Real. È una grande squadra, ma lo siamo anche noi e dobbiamo giocare come se fosse una finale». Prevedibile anche questo, ma non si può avere tutto dalla vita. Per ora Cuadrado ha ritrovato gol e soprattutto sicurezza e si è rimesso in marcia anche per il Mondiale. Ma prima c’è tanto da fare, perché, come dice lui, lo scudetto non è ancora vinto e il cammino in Champions è complicato. Aver recuperato Cuadrado però regala ad Allegri qualche chance in più. Perché chi nasce Cuadrado resta Cuadrado e sa come stupire, persino Allegri. «Di solito quando partiva dalla panchina non entrava così bene». Una sorpresa, proprio quello che ci vuole a Pasqua.
5
IL NUMERO
I gol stagionali per il colombiano: 4 in campionato e uno in Champions League ●«Lo scudetto? Non è un discorso chiuso, manca ancora tanto Pensiamo a gara dopo gara»