La resa del Napoli Solo un pareggio contro il Sassuolo E a sera scivola a -4
●Iachini incarta Sarri con pressing e densità Fuga Juve, unica luce è il ritorno pieno di Milik
L’Emilia dà, l’Emilia toglie. Due settimane fa il Napoli aveva esultato per lo 0-0 della Juve a casa della Spal, ieri a Reggio il Sassuolo ha stoppato i «sarriani». Tra la via Emilia e lo scudetto. Niente aggancio o sorpasso alla capolista, anzi distacco che raddoppia: meno quattro dalla vetta, dice la classifica. A far gol al Napoli e a costringerlo a remare controcorrente è stato Politano, l’uomo che a gennaio doveva passare al Napoli e che è rimasto a Sassuolo. I malpensanti ci avevano visto qualcosa di losco e chissà che cosa diranno ora, ma quello di ieri è stato soltanto calcio giocato. Una vittoria nelle ultime quattro giornate, il rallentamento del Napoli è vistoso. Tra le cause, la scarsa brillantezza fisica, inspiegabile per una squadra che ha rinunciato di sua volontà all’Europa. E una certa prevedibilità: la magnifica ossessione del gioco sarrista genera ripetitività; gli avversari, a furia di osservare gli stessi movimenti, imparano a ingarbugliarli. Nella delusione di Reggio si è però fatta largo una variante, l’opzione centravanti vero: Milik si è riappropriato delle sue facoltà fisico-tecniche. Nell’ultima mezz’ora, col polacco, il Napoli ha acquisito peso in area, ottima alternativa ai giochi di prestigio dei tre tenori piccoletti. Milik è stato sfortunato, una sua bellissima rovesciata avrebbe meritato la rete, ma si è spenta sulla traversa.
OPPOSTI ESTREMISMI Come prevedibile, al Mapei si sono confrontati gli opposti estremismi, l’italianismo di Beppe Iachini e il guardiolismo di Sarri. Il dato del possesso palla vale più di mille parole, 74,8% a 25,2% per i sarriani, ma queste sono serate che regalano argomenti ai tradizionalisti: tenere il pallone tra i piedi non fa punteggio, conta sbatterlo in rete. Beppe Iachini ha arroccato il Sassuolo dentro un sistema 35-2 ad alta densità di linee, per otturare il palleggio azzurro. Difesa a cinque o a tre a seconda delle fasi, Politano e Berardi di punta con mansioni di contropiedisti sul ribaltamento e con compiti difensivi in non possesso. Berardi disturbava il manovratore Jorginho. Politano ronzava attorno a Koulibaly e ne minava la sicumera. Unica nota esotica il lancio del giovane brasiliano Rogerio, che sbilanciava la fascia mancina. Ormai l’offuscamento del gioco di Sarri è sport nazionale, potrebbe diventare materia di studio a Coverciano. Gli ingredienti restano i soliti: creare massa critica, frapporsi, insinuarsi. Il Napoli è andato sotto per causa
Insigne al volo, Consigli si supera
di un vecchio vizio che si pensava superato, l’imbambolamento da palle inattive. Sulla punizione di Sensi, Koulibaly si è fatto sovrastare da Peluso e sulla ribattuta della traversa Mario Rui e Albiol sono rimasti a guardare il comodo tocco di Politano. Sbadataggini difensive e poi spreco di ogni ben di Dio dalle parti di Consigli. Principale imputato Insigne, divoratore seriale di gol davanti al portiere di casa. Errori pesanti, se ti chiami Insigne e lotti per riportare lo scudetto al Napoli.
RESISTENZA ATTIVA Deluso chi all’intervallo pronosticava un Napoli furibondo alla risalita dagli spogliatoi. Il principio di ripresa è stato tutto del Sassuolo, che ha avuto due grosse opportunità per il 2-0, sciupate da Berardi, la prima in particolare. Troppi errori «napolisti» in uscita o al disimpegno, in particolare di Koulibaly. Stupefacente la superiorità sassolese nel mezzo, con Sensi indemoniato «playmaker» nel senso baskettaro del termine, il piccoletto che si infila tra le gambe dei giganti, ruba loro la palla e fila via. Il Sassuolo ha praticato una resistenza attiva e ha avuto il solo torto di non capitalizzare due o tre contropiede molto pericolosi. Il Napoli è risalito con l’innesto di Milik e il passaggio al 4-2-3-1, ma non è stato il cambiamento di modulo a determinare qualcosa. A mutare il corso delle cose è stata proprio la fisicità di Milik, il suo guerreggiare a cielo aperto con i pari stazza Goldaniga e Acerbi. Gli orchi neroverdi, che fin lì si erano divertiti a respingere Mertens e Insigne, si sono ritrovati davanti un toro e hanno preso cornate. Questo finale di partita a trazione Milik è servito al Napoli soltanto per pareggiare con un gol di Callejon che forse è un autogol di Rogerio, difficile stabilirlo e prendiamo per buona la decisione della Lega. Al di là del risultato l’ultima mezz’ora è stata però significativa perché si è toccato con mano quanto i due gravi infortuni del polacco abbiano tolto al Napoli nelle ultime stagioni. Con Milik abile e arruolato i sarriani avrebbero goduto del valore della diversità, nel senso dell’alternanza di gioco e giocate, e forse oggi sarebbero gli inseguiti, non gli inseguitori.
POCO LUCIDI Azzurri spreconi con Insigne, poi Politano li mette in ginocchio in mischia
Ripresa senza acuti fino all’ingresso del polacco e al rocambolesco pari