TROPPA JUVE PER TUTTI
BONUCCI NON BASTA: MILAN K.O. E +4 SUL NAPOLI Allo Stadium il grande ex risponde a Dybala Poi decidono i cambi e Cuadrado dà la svolta Politano col Sassuolo stoppa gli azzurri: 1-1
Questa è la Juve. Un tipo, si direbbe, una bruttina ma con un carattere affascinante. Anche in una delle giornate-no, gambe molli, manovra involuta, stadio che fischia, un gol preso dopo dieci partite «vergini» proprio dal grande ex Bonucci. Con la paura di sprecare il set-ball offerto dal Sassuolo, lo spettro di un altro pari come quello con la Spal, il Real Madrid in arrivo. Tutto questo, più il cronometro che scorre implacabile, ma poi trova le energie da chissà dove e risolve la situazione: dando uno strappo, se non decisivo quasi, al campionato. Finisce 3-1 ed è davvero troppo per il Milan che pensava legittimamente di allungare la striscia di undici gare senza sconfitte, con il sogno Champions mai abbandonato. Il ritorno alla realtà è stato durissimo per chi si era illuso, giocando oltre un’ora alla pari, forse meglio, contro chi è più forte. Ma poi la «forza» è venuta fuori, e gli uomini, e le soluzioni molteplici: Cuadrado rientrato dopo tre mesi, Douglas Costa, Khedira, Dybala discontinuo ma letale, lo stesso Bentancur. Napoli a -4, psicologicamente un paio di categorie sotto i bianconeri. Ma questa è la Juve, anche se il Real non sarà il Milan.
FINALE DA JUVE Il 3-1 è tutto nel finale irresistibile di chi, non a caso, ha vinto sei scudetti di fila e sente il settimo sempre più vicino, come il predatore che si lancia sulla preda. Questa è la Juve e dovranno farsene una ragione quelli che, tutto sommato non a torto, chiederebbero di più. Il Milan meritava di pareggiare, almeno fino al 34’ del secondo tempo: quando
Cuadrado, rientrato dopo oltre tre mesi, è imbeccato da Khedira tutto solo per schiacciare di testa il 2-1. Poi ancora Khedira, su azione Bentancur-Douglas Costa, e assist a occhi chiusi di Dybala, esagera con il 3-1. Quattro tiri in porta per i bianconeri e tre gol. Ma le prime due conclusioni risalivano all’alba del match: Higuain parato (6’), Dybala con la solita botta vincente da fuori (8’), preludio di un successo rassicurante. Era invece la fine del primo capitolo.
RIPARTENZA MILAN Il secondo lo gioca tutto il Milan. O se lo fa scappare dalle mani la Juve. Allegri ritorna alla difesa a tre, forse per sperimentare la soluzione anti-Real. Solo che Zidane dovrebbe giocare con due punte (Ronaldo e Benzema), mentre il Milan ha il solito 4-3-3 che, dopo lo shock iniziale, si compatta, rispettando le misure e chiudendo spazi e spifferi. Costringendo la Juve a insistere più del solito sulla manovra orizzontale, sui retropassaggi, con troppi dietro la linea della palla. E quindi, se l’idea di coprirsi, gestire il possesso e colpire in ripartenza sarebbe in teoria giusta, fallisce perché il contropiede non va. Mai. Higuain è solo, Dybala agisce sul centrodestra infoltendo invano il centrocampo, e soprattutto i tre centrali – nessuno al massimo – tolgono un uomo alla manovra là in mezzo: dove Kessie arriva sempre primo, Calhanoglu prende le migliori iniziative e Bonucci si aggiunge a Biglia in regia.
BONUCCI GOL DA EX! Supponente, forse un po’ svogliata, la Juve comincia a subire e, cosa più preoccupante, rischia in area come poche volte. Su palloni alti, su tagli bassi. Il gol di Bonucci, di testa, al 28’, è un romanzo: lo circondano Barzagli e Chiellini, in pratica la Bbc ricostituita, ma il milanista è più deciso e infilando Buffon toglie la possibilità di fare 974’ senza gol, record assoluto: la Juve si ferma a 959’. Chissà quanto casualità, anche l’ultimo gol era di un ex, Caceres con il Verona: entrambi conoscono meglio i segreti di una difesa per il resto ermetica. Il bello è che il Milan continua anche nel secondo tempo, prende una traversa con
Calhanoglu da fuori, si vede negare il 2-1 di Suso dal solito infinito Buffon. Il rischio di subire il secondo gol, e di sprecare il pari del Napoli con un k.o. imprevisto, passa tutto per gli occhi di stadio e tifosi.
ALLEGRI INTERVIENE
Se i suoi stanno a guardare, Allegri no. Ancora una volta la sua lettura è ottima, anzi, come ha detto lui stesso, si diverte a complicare le cose per poi aggiustarle. Fuori Lichtsteiner davvero imbarazzante, dentro Cuadrado, l’assetto muta in un 4-2-3-1 tendente al 4-3-3. Quindi 4-2-3-1 tendente al 4-2-4 con Douglas Costa al posto di Matuidi. Risultato: al possesso palla si aggiunge una forza d’urto offensiva alla quale il Milan fatica a reggere nei momenti cruciali, ai quali la Juve è più abituata. La panchina di Gattuso non è altrettanto ricca, Kalinic fa peggio di André Silva, Cutrone poteva entrare
prima. E l’ingresso di Montolivo per Biglia è molto meno decisivo di quello di Bentancur per Pjanic.
VERSO I TRAGUARDI
Quattro punti possono essere un’infinità prima dello scontro diretto. Nelle tre giornate precedenti la Juve ha Benevento, Samp in casa e Crotone, il Napoli deve andare a trovare il Milan. A questo punto la Juve può soltanto inguaiarsi. I rossoneri invece hanno l’ultima chance mercoledì, nel derby: sono a -8 e hanno un solo risultato utile per portarsi a -5 (e a -4 dalla Lazio), però in Italia di Juve ce n’è una sola. Discorso all’opposto per i bianconeri: martedì il Real e senza Benatia e Pjanic, nessuno dei due da incorniciare ieri. Allegri ci ha abituato a serate indimenticabili, ma a questo ritmo non sarà facile resistere a CR7, Modric, Marcelo e Isco.
LE DUE FACCE Juve bruttina ma la forza arriva dalle molteplici soluzioni di uomini e moduli
Il Milan gioca oltre un’ora alla pari, forse meglio: sogno Champions svanito?