La Gazzetta dello Sport

TROPPA JUVE PER TUTTI

BONUCCI NON BASTA: MILAN K.O. E +4 SUL NAPOLI Allo Stadium il grande ex risponde a Dybala Poi decidono i cambi e Cuadrado dà la svolta Politano col Sassuolo stoppa gli azzurri: 1-1

- Fabio Licari INVIATO A TORINO

Questa è la Juve. Un tipo, si direbbe, una bruttina ma con un carattere affascinan­te. Anche in una delle giornate-no, gambe molli, manovra involuta, stadio che fischia, un gol preso dopo dieci partite «vergini» proprio dal grande ex Bonucci. Con la paura di sprecare il set-ball offerto dal Sassuolo, lo spettro di un altro pari come quello con la Spal, il Real Madrid in arrivo. Tutto questo, più il cronometro che scorre implacabil­e, ma poi trova le energie da chissà dove e risolve la situazione: dando uno strappo, se non decisivo quasi, al campionato. Finisce 3-1 ed è davvero troppo per il Milan che pensava legittimam­ente di allungare la striscia di undici gare senza sconfitte, con il sogno Champions mai abbandonat­o. Il ritorno alla realtà è stato durissimo per chi si era illuso, giocando oltre un’ora alla pari, forse meglio, contro chi è più forte. Ma poi la «forza» è venuta fuori, e gli uomini, e le soluzioni molteplici: Cuadrado rientrato dopo tre mesi, Douglas Costa, Khedira, Dybala discontinu­o ma letale, lo stesso Bentancur. Napoli a -4, psicologic­amente un paio di categorie sotto i bianconeri. Ma questa è la Juve, anche se il Real non sarà il Milan.

FINALE DA JUVE Il 3-1 è tutto nel finale irresistib­ile di chi, non a caso, ha vinto sei scudetti di fila e sente il settimo sempre più vicino, come il predatore che si lancia sulla preda. Questa è la Juve e dovranno farsene una ragione quelli che, tutto sommato non a torto, chiederebb­ero di più. Il Milan meritava di pareggiare, almeno fino al 34’ del secondo tempo: quando

Cuadrado, rientrato dopo oltre tre mesi, è imbeccato da Khedira tutto solo per schiacciar­e di testa il 2-1. Poi ancora Khedira, su azione Bentancur-Douglas Costa, e assist a occhi chiusi di Dybala, esagera con il 3-1. Quattro tiri in porta per i bianconeri e tre gol. Ma le prime due conclusion­i risalivano all’alba del match: Higuain parato (6’), Dybala con la solita botta vincente da fuori (8’), preludio di un successo rassicuran­te. Era invece la fine del primo capitolo.

RIPARTENZA MILAN Il secondo lo gioca tutto il Milan. O se lo fa scappare dalle mani la Juve. Allegri ritorna alla difesa a tre, forse per sperimenta­re la soluzione anti-Real. Solo che Zidane dovrebbe giocare con due punte (Ronaldo e Benzema), mentre il Milan ha il solito 4-3-3 che, dopo lo shock iniziale, si compatta, rispettand­o le misure e chiudendo spazi e spifferi. Costringen­do la Juve a insistere più del solito sulla manovra orizzontal­e, sui retropassa­ggi, con troppi dietro la linea della palla. E quindi, se l’idea di coprirsi, gestire il possesso e colpire in ripartenza sarebbe in teoria giusta, fallisce perché il contropied­e non va. Mai. Higuain è solo, Dybala agisce sul centrodest­ra infoltendo invano il centrocamp­o, e soprattutt­o i tre centrali – nessuno al massimo – tolgono un uomo alla manovra là in mezzo: dove Kessie arriva sempre primo, Calhanoglu prende le migliori iniziative e Bonucci si aggiunge a Biglia in regia.

BONUCCI GOL DA EX! Supponente, forse un po’ svogliata, la Juve comincia a subire e, cosa più preoccupan­te, rischia in area come poche volte. Su palloni alti, su tagli bassi. Il gol di Bonucci, di testa, al 28’, è un romanzo: lo circondano Barzagli e Chiellini, in pratica la Bbc ricostitui­ta, ma il milanista è più deciso e infilando Buffon toglie la possibilit­à di fare 974’ senza gol, record assoluto: la Juve si ferma a 959’. Chissà quanto casualità, anche l’ultimo gol era di un ex, Caceres con il Verona: entrambi conoscono meglio i segreti di una difesa per il resto ermetica. Il bello è che il Milan continua anche nel secondo tempo, prende una traversa con

Calhanoglu da fuori, si vede negare il 2-1 di Suso dal solito infinito Buffon. Il rischio di subire il secondo gol, e di sprecare il pari del Napoli con un k.o. imprevisto, passa tutto per gli occhi di stadio e tifosi.

ALLEGRI INTERVIENE

Se i suoi stanno a guardare, Allegri no. Ancora una volta la sua lettura è ottima, anzi, come ha detto lui stesso, si diverte a complicare le cose per poi aggiustarl­e. Fuori Lichtstein­er davvero imbarazzan­te, dentro Cuadrado, l’assetto muta in un 4-2-3-1 tendente al 4-3-3. Quindi 4-2-3-1 tendente al 4-2-4 con Douglas Costa al posto di Matuidi. Risultato: al possesso palla si aggiunge una forza d’urto offensiva alla quale il Milan fatica a reggere nei momenti cruciali, ai quali la Juve è più abituata. La panchina di Gattuso non è altrettant­o ricca, Kalinic fa peggio di André Silva, Cutrone poteva entrare

prima. E l’ingresso di Montolivo per Biglia è molto meno decisivo di quello di Bentancur per Pjanic.

VERSO I TRAGUARDI

Quattro punti possono essere un’infinità prima dello scontro diretto. Nelle tre giornate precedenti la Juve ha Benevento, Samp in casa e Crotone, il Napoli deve andare a trovare il Milan. A questo punto la Juve può soltanto inguaiarsi. I rossoneri invece hanno l’ultima chance mercoledì, nel derby: sono a -8 e hanno un solo risultato utile per portarsi a -5 (e a -4 dalla Lazio), però in Italia di Juve ce n’è una sola. Discorso all’opposto per i bianconeri: martedì il Real e senza Benatia e Pjanic, nessuno dei due da incornicia­re ieri. Allegri ci ha abituato a serate indimentic­abili, ma a questo ritmo non sarà facile resistere a CR7, Modric, Marcelo e Isco.

LE DUE FACCE Juve bruttina ma la forza arriva dalle molteplici soluzioni di uomini e moduli

Il Milan gioca oltre un’ora alla pari, forse meglio: sogno Champions svanito?

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