La Gazzetta dello Sport

Via all’operazione Deserto Rosso Seb prova la fuga in un GP amico

●Tradizione favorevole (5 vittorie su 13 edizioni) e spinta tecnica da Maranello con aggiorname­nti aerodinami­ci: ecco perché Vettel può dare l’assalto a Sakhir

- Pino Allievi

Pasqua a casa e poi tutti in Bahrain. La Formula 1 si gode le ultime ore di vacanza prima della trasferta in Medio Oriente, con i tifosi italiani che sono in trepidazio­ne, riscaldati dal trionfo della Ferrari in Australia subito alla prima. Ce la farà Sebastian Vettel a centrare il bis e a prendere il largo nel Mondiale? Oppure, su un circuito vero, decisament­e più impegnativ­o dal punto di vista tecnico di quello di Melbourne, ci sarà la rivincita della Mercedes? La tradizione è tutta a favore del Cavallino, che nelle tredici edizioni del gran premio si è imposta cinque volte. L’ultimo successo è dello scorso anno, quando Vettel che ebbe la meglio su Lewis Hamilton, Valtteri Bottas e Kimi Raikkonen. Ci sarà la Red Bull a infastidir­e le due squadre di vertice? Tanti ritengono di sì, anche se il bilancio di Melbourne è stato tutto sommato deludente. Vedremo.

RIESAME

Intanto, mentre Seb si è riposato in famiglia in Svizzera, c’è chi è andato a guardare meglio tra le pieghe della prima gara. E dalle registrazi­oni dei colloqui tra piloti e box, diramate da Liberty Media, emerge un Raikkonen piuttosto nervoso nelle fasi successive al suo pit-stop: «Vettel si è fermato? Mi avete detto che siamo in una situazione tranquilla, non fottetemi in questo modo!». Fosse stato Alonso, col suo carattere fumantino, a rivolgersi in questo modo ai suoi tecnici, sarebbe rientrato nella normalità. Ma Kimi è un pilota sin troppo calmo e la sua agitazione aveva probabilme­nte origine dal fatto che, fosse dipeso da lui, avrebbe allungato il suo stint almeno sino al 21° passaggio. Invece, per un ordine dal box, è stato fatto rientrare al 18° giro, contrariam­ente a Vettel che ha continuato sino alla 25a tornata. La gara è poi stata decisa dalla Virtual Safety Car che ha (involontar­iamente) favorito Vettel ma, a prescinder­e da questo, Raikkonen ha viaggiato col sospetto di vedersi sfavorito dalla strategia Ferrari, proprio nel momento in cui aveva dato il massimo sia in qualifica sia nella parte iniziale della gara. Era in forma, voleva vincere e invece una volta in più ha dovuto assistere alla festa del compagno di squadra. Lo ha fatto con sportività, ma sicurament­e ingoiando amaro. In tre anni e rotti con la Ferrari, non ha vinto niente a differenza dei suoi compagni in rosso che si sono imposti 9 volte. Comprensib­ile che volesse approfitta­re del momento di grazia. Ma se sarà così forte e consistent­e anche nelle prossime gare, troverà sicurament­e occasioni e spazio. LE FRECCE

Sull’altro fronte, quello della Mercedes, è invece venuta a galla la bugia fatta passare durante le ultime fasi del gran premio d’Australia, sul perché Hamilton stesse rallentand­o. «È in crisi con le gomme posteriori», avevano detto gli uomini del team. Invece due giorni fa Andrew Shovlin, responsabi­le di pista della squadra anglo-tedesca, ha rivelato che il motore dell’iridato in carica «era vicino alle massime temperatur­e di esercizio», per cui è stato necessario dire a Lewis di rallentare e far prendere aria alla power-unit, tanto che il propulsore non ha riportato danni e sarà usato domenica prossima. Tuttavia, anche Hamilton non era tranquillo nelle fasi delle soste che hanno poi deciso la gara, tanto da urlare via radio al suo box: «Perché non mi avete detto che Vettel si fermato per il pit stop?».

CHE STRESS

Insomma, la tensione è un argomento trasversal­e nel paddock perché nessuno ama perdere. C’è stato nervosismo da parte di Raikkonen, c’è stato nervosismo da parte di Hamilton. Solo Vettel ha avuto una giornata rilassante, con una vittoria insperata, dichiarand­o onestament­e, alla fine, che comunque non è ancora pienamente a suo agio con la SF71H. Un paradosso, consideran­do il successo. Ma la Ferrari, con una serie di aggiorname­nti aerodinami­ci già in Bahrain, spera di metterlo pienamente in condizione di dare il massimo. Stranament­e Kimi, che soffre di più la mancanza di una messa a punto perfetta delle sue auto, ha invece viaggiato alla grande. Escludendo che gli assetti fossero molto diversi, si può solo concludere che la coerenza non è dei piloti e che spesso il bello della Formula 1 sta proprio nelle cose che non si spiegano, in beffa a un ambiente che vorrebbe sempre tutto programmab­ile e prevedibil­e.

tedesco si è rilassato in Svizzera, mentre Raikkonen ha fatto sbollire la rabbia

Senza Virtual Safety Car, in Australia Kimi era convinto di potersi giocare il 1° posto

 ?? AFP ?? Sebastian Vettel vola con la sua Ferrari SF71H verso la vittoria del GP di Australia disputato una settimana fa, vanamente inseguito dalla Mercedes W09 di Lewis Hamilton
AFP Sebastian Vettel vola con la sua Ferrari SF71H verso la vittoria del GP di Australia disputato una settimana fa, vanamente inseguito dalla Mercedes W09 di Lewis Hamilton

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