La Gazzetta dello Sport

Super Fiorentina nel nome di Astori Colpaccio Samp

●«Spese troppe energie nella rimonta, ho visto scarsa precisione Ora ripartiamo»

- Paolo Vavassori BERGAMO

Atalanta sconfitta e agganciata al 7° Genoa-gol al 90°: Cagliari nei guai

Deluso a fine gara Gian Piero Gasperini, ma pronto a metabolizz­are il k.o. in fretta per ripartire di slancio. La volata europea sarà lunghissim­a. Gasp lo sa e non si scompone più di tanto: «Abbiamo sprecato molto nel primo tempo, anche se non ci siamo presentati come al solito. Ho visto tanti errori tecnici, soprattutt­o nei passaggi, nei disimpegni. Ci sono state situazioni da gol che non siamo riusciti a concretizz­are. Poteva essere una partita molto favorevole per noi. Evidenteme­nte non siamo riusciti a metabolizz­are in fretta la gara con l’Udinese. Eravamo meno brillanti e convinti del solito. L’Atalanta nel complesso ha disputato una buona gara, ma c’è stata poca precisione nei momenti in cui avevamo la partita in mano. Tiri svirgolati, passaggi errati. Poi abbiamo regalato il gol nel primo tempo, alla prima occasione in cui la Sampdoria è riuscita ad affondare».

SGUARDO AL FUTURO Il tecnico dell’Atalanta ragiona sull’analisi del match ma poi traccia la via per il futuro:«Dobbiamo ripartire immediatam­ente - avverte Gasp -, peccato perché era una partita importante e c’erano tutte le condizioni per sfruttarla meglio. Ce la giocheremo con Fiorentina e Sampdoria per l’Europa». Nel secondo tempo è affiorata anche qualche traccia di stanchezza: «Abbiamo dovuto spendere moltissimo per recuperare. Ed eravamo un po’ affaticati - confida il tecnico -. Abbiamo speso tante energie nella rimonta». Si è sentita l’assenza di un giocatore imprevedib­ile come Ilicic? «Non è questo il punto - taglia corto Gasp -, più che di tattica si è trattato di troppi errori tecnici. Probabilme­nte, fossimo passati in vantaggio noi, sarebbe stato un altro tipo di gara, ma non si ragiona così. È una partita che ci deve servire. Questo è un momento molto delicato e reggere tante sfide ravvicinat­e non è facile».

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