CR7, il mostro bello che fa inchinare pubblico e record
●La sua pazzesca rovesciata ha rotto un altro tabù: far applaudire uno stadio nemico
Raccontano che Cristiano Ronaldo e Ruud van Nistelrooy non avessero un grande feeling quando giocavano insieme nel Manchester United. I ricordi di gioventù però non devono neppure essere passati per la testa del bel mostro portoghese, che allo Juve Stadium ha abbattuto un record e anche un tabù: negli ottavi aveva eguagliato l’olandese, in gol per 9 gare consecutive in Champions, contro la Juve ha preso il volo, indirizzando la partita in pochi minuti e poi chiudendola con una rovesciata elegante come un passo di danza, premiata dall’applauso di tutto il pubblico juventino. E questo è più del record, è l’abbattimento di un tabù culturale, perché non è che in Italia le standing ovation per gli avversari siano così frequenti, soprattutto se la partita conta e il punteggio ti spinge fuori dall’Europa. Ecco, la strada per Kiev per la Juve si chiude qui, perché pensare a una rimonta al Bernabeu è abbastanza fantascientifico, soprattutto considerando che Cristiano è sempre più bravo, più incisivo, più letale. Gol al primo sguardo, raddoppio appena possibile. A vederli alla fine, i giocatori di Allegri sembravano lillipuziani intorno al corpaccione di Cristiano Ronaldo. Un campione che vale milioni, ha cambiato modo di giocare e non si ferma mai. Uno che forse in fondo a questa stagione favolosa con vista sul Mondiale avrà superato il complesso di Messi e di un confronto che lo ha tormentato molto più dei numeri di tutti gli altri goleador surclassati negli anni, con l’insostenibile leggerezza dell’atleta perfetto.
GRANDI NUMERI Perché tale è Cristiano Ronaldo: un atleta perfetto, il Lebron James del pallone, il divo che va oltre il divismo, perché il suo rendimento non si discute. Messi sarà pure poesia, come Federer, ma Ronaldo ha zittito ogni critico, ha assorbito le diffidenze, superato i segni di un’infanzia difficile, cancellato i gossip velenosi con leggendaria professionalità. Zidane ha avuto merito in questa prolungata primavera, perché lo ha convinto a giocare di meno per durare più a lungo, gli ha dato un’altra posizione in campo, gli ha permesso di preservare il talento e farlo sgorgare quando serve. Si è visto contro la Juve: gol al primo tocco di palla, poi la splendida rovesciata. Gli juventini in tribuna hanno reso onore alla sua classe e in campo Barzagli ha allargato le braccia come dire, «che ci vuoi fare»: da una disattenzione difensiva era nata l’occasione per il Real, Buffon si era superato in volo e ecco il volo ancora più alto di Cristiano. Niente da fare, se non allargare le braccia, o in alternativa applaudire.
GOL E INCHINI E Torino ha applaudito, Cristiano ha gradito, ha fatto un inchino, si è messo la mano sul cuore. In passato si è lamentato spesso del poco affetto dei tifosi del Madrid, perché in fondo, oltre a tutti i look cambiati, i brillanti, la brillantina, c’è un trentenne che non si sente mai abbastanza al centro del mondo e deve combattere con mille guai, fisco compreso. Ma quando gioca, soprattutto in questo periodo, è difficile oscurare la sua immagine: parlano per lui i 16 gol in questa Champions e i 9 alla Juve, nessuno ha fatto meglio contro una sola squadra. Per battere Buffon 9 volte gli sono bastati 11 tiri. «Ronaldo è incredibile, è uno come Pelé, Maradona, Messi», ha detto il portiere della Juve. «Quando giochi contro gente che fa 500 gol in dieci anni non è semplice fare le scelte giuste». D’altra parte, Allegri lo aveva detto al sorteggio: «Incontriamo i più forti del mondo». Non un pensiero originale, si dirà, visto che il Madrid è stato il primo dell’era contemporanea a vincere due volte di fila la Champions ed è candidato a vincere la terza. I rivali di Ronaldo saranno i soliti, magari Guardiola. Ma sotto questa valanga di gol tanti cattivi pensieri restano sepolti, come i record che Cristiano ha rovesciato con grazia, come guanti.