Zidane si prende tutta la scacchiera Isco re del rombo Kroos impeccabile
●Il Real va per vie centrali, la Juve cerca le fasce Nettamente superiori i centrocampisti spagnoli
Strano gioco, il calcio. Un allenatore studia ore e ore, a volte addirittura giorni interi, per disegnare un modulo che possa impedire al nemico di essere pericoloso e poi, dopo pochi minuti di partita, la scacchiera viene ribaltata da un banale errore e si deve ricominciare tutto daccapo. Questo deve aver pensato Massimiliano Allegri osservando, da spettatore impotente, l’incredibile serie di disattenzioni di cui è protagonista la difesa della Juve in occasione del primo gol del Real Madrid. Ma come, si sarà chiesto il tecnico bianconero, io preparo la partita per chiudere gli spazi sulle fasce laterali, metto addirittura due uomini a proteggere la zona esterna, e poi gli spagnoli costruiscono la manovra decisiva proprio dove noi dovremmo avere la superiorità numerica? Succede, perché non esiste il modulo perfetto e perché, alla fine, come ampiamente dimostrato dalle prodezze di Cristiano Ronaldo, la differenza la fanno i singoli, con i loro pregi e i loro difetti. Nello specifico: il Real attacca sul settore sinistro con Marcelo cui si sovrappone Isco. De Sciglio e Douglas Costa si oppongono a Marcelo, in possesso di palla, senza la necessaria aggressività, lasciano libero l’Aladino del Madrid che piazza al centro un pallone su cui Ronaldo mette la firma. E Barzagli, tanto per aggiungere errore a errore, si fa anticipare dalla zampata del portoghese.
DUE VISIONI La notte nera della Juve comincia da qui, e risalire la corrente, quando di fronte c’è il Real Madrid, diventa molto complicato. La Juve, si diceva, nelle intenzioni di Allegri dovrebbe attaccare sull’esterno: lì piazza De Sciglio e Douglas Costa a destra, e Asamoah e Alex Sandro a sinistra. Il desiderio dei bianconeri, che tale resta, è quello di mettere in crisi i terzini del Real, Carvajal a destra e, soprattutto, Marcelo a sinistra. Le mezzali di Zidane, cioè
Kroos e Modric, dovrebbero essere sempre chiamati ad allargarsi per aiutare i compagni, ma ciò non avviene quasi mai perché la Juve non ce la fa proprio a mettere in pratica quello che è stato preparato in allenamento.
Anzi, i centrocampisti degli spagnoli furoreggiano grazie alle loro incredibili qualità tecniche e grazie anche a un modulo di gioco che consente loro di rendere al massimo. Se Allegri vuole cercare gloria sulle fasce, Zidane si affida al rombo e l’intento è quello di prendersi il centro del ring. Lì in mezzo Casemiro fa il buttafuori davanti alla difesa, argina le sgommate di Dybala in prima battuta e «ripulisce» tutti i palloni in disimpegno; Modric, anche se non in grandissimo spolvero, stantuffa con frequenza; Kroos è un metronomo perfetto; e Isco, da mezzapunta,
con rapidi movimenti in orizzontale, taglia a fette la retroguardia della Juve e spedisce in porta i suoi attaccanti.
NUMERI Al di là di ogni schema e di ogni intenzione, da che calcio è calcio, conquistare il centrocampo, e quindi avere il dominio nella zona più calda, è un imperativo per tutte le squadre. La Juve sceglie di sguarnire (in termini numerici) il settore, e magari punta a spalmare gli uomini in larghezza, mentre Zidane si preoccupa d’infoltire il centro. Due filosofie opposte. Il possesso-palla del Madrid si spiega anche così: il 55,6 per cento per gli spagnoli contro il 44,4 dei bianconeri che, non va dimenticato, sono costretti a giocare in dieci per gran parte della ripresa. Ma osserviamo la quantità di tocchi dei centrocampisti dei Blancos: Kroos 107 (98 passaggi, solo 4 sbagliati); Modric 77; Casemiro 73; Isco 68. I due mediani della Juve boccheggiano: Khedira interviene 59 volte nell’azione, Bentancur un po’ di più, 76. Ma è troppo poco per arginare l’onda madridista. Se non si punta al cuore, non si mette a terra l’avversario: il Real lo sa (e lo fa), la Juve deve ancora imparare. D’altronde la sincerità di Buffon spiega tutto: «Il Real è più forte, e Ronaldo è incredibile».