La Gazzetta dello Sport

Gattuso al Milan «Il rinnovo? Tutti d’accordo o si aspetta»

- Marco Pasotto INVIATO A MILANELLO (VARESE)

Era stata una «finale mondiale». Una delle tante, per come è abituato a ragionare Gattuso. Era stata la partita in cui alla vigilia Rino sperava che il suo Milan sarebbe durato «più di 25 minuti» perché quel derby poteva «cambiare la stagione». Mai frase fu più profetica: il Milan di minuti ne durò 120, cancellò l’Inter dal tabellone di Coppa Italia e con quella vittoria iniziò, assieme al suo nuovo allenatore, il magnifico ciclo che l’ha fatto avvicinare alla zona Champions e portato in finale di Coppa. All’epoca le problemati­che del «giorno prima» erano altre. C’era un senso di appartenen­za da riscoprire, c’erano paure da ANSA debellare. Adesso oltre alle esigenze di classifica si innescano anche altri discorsi, poco simpatici. Ieri Gattuso ha risposto così a una domanda sul suo futuro: «Il contratto non è un problema, se ne sta parlando e ho sempre detto che il problema del Milan non voglio essere io. Però non mi piace perdere del tempo a parlare quando c’è un lavoro da finire. O siamo sicuri e convinti da entrambe le parti, o altrimenti si aspetta e alla fine vedremo. Io di questa società e di questa squadra non mi sento solo l’allenatore. Sento molta pressione, quando si perde mi brucia parecchio e sono il primo capo ultrà, il presidente, l’allenatore e il magazzinie­re. Mi sento tutte queste responsabi­lità addosso, ecco perché le energie non devono perdersi sul contratto. Abbiamo parlato più di una volta e a casa mia si dice che quando hai parlato due volte, la terza è troppo».

ATTESE Il messaggio alla proprietà è cristallin­o, così com’era chiara la volontà di Mirabelli di chiudere entro fine marzo. I riflettori si spostano sulle giornate di domani, dopodomani e l’inizio della prossima settimana: c’è comunque da mettersi a tavolino e trovare l’intesa su tutti i punti, sebbene nell’ambiente rossonero il clima di ottimismo non si sia affievolit­o e il buon esito della vicenda non sia messo in discussion­e. Di certo, però, le dichiarazi­oni di Gattuso fanno capire che lo scorrere del tempo non gioverebbe molto a un accordo. Accordo è una parola chiave anche riguardo a Bonucci, di cui Rino ha parlato così: «Dice che ci servono giocatori di livello internazio­nale? Leo deve fare il calciatore e il capitano, per il resto c’è la società. Su certe cose non ho messo bocca nemmeno io, le sue parole non mi sono piaciute tantissimo. Comunque non voglio che le mie siano strumental­izzate, né che si dica che Bonucci decide all’interno del Milan. Avercene di ragazzi come lui in campo e nello spogliatoi­o». Nessuno strascico: qualche ora dopo Leo ha postato la foto di un abbraccio col suo allenatore e la frase «Uniti verso l’obiettivo». Che resta la zona Champions: «Spero di veder giocare la squadra come con la Juve – dice Gattuso –. Però dobbiamo migliorare nella mentalità, non bisogna mollare mai e giocare con furore. Cercare l’ultimo passaggio senza farci venire il braccino. Spalletti? Un onore affrontarl­o».

●«Non mi sono piaciute le parole di Bonucci. Contro l’Inter giochiamo come con la Juve»

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Rino Gattuso, 40 anni, ha sostituito Montella a fine novembre

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