L’ANGELO CR7 E UNA JUVE TROPPO UMANA
La sconfitta con il Real Madrid
Cristiano Ronaldo ci ha spazzati via, speriamo che stanotte Messi abbia la luna più storta. Il primo incontro ravvicinato con i marziani è stato doloroso. CR7 ha segnato con il primo tocco dopo soli 3 minuti, firmando un record storico: in gol per 10 partite di Champions consecutive. Un mostro. Vanta più gol che partite. Nella ripresa è salito in cielo, che per un marziano è il suo elemento naturale, si è sdraiato su una nuvola e ha mandato alle spalle di Buffon una meraviglia che non dimenticheremo. In quell’attimo è avvenuto qualcosa di sublime: tutti si sono alzati ad applaudire e Cristiano ha ringraziato con la mano sul cuore. Pochi minuti prima, sullo slancio di un gol sbagliato, il portoghese si era ritrovato sotto la curva, davanti a volti deformati dalla rabbia e dagli insulti. Ora, quelle stesse persone applaudono con i lineamenti composti, incantati dal gesto. La bellezza fa di questi miracoli. Per questo Sacchi consiglia sempre di inseguirla, al di là del risultato. Allegri invece ha preferito la strada dell’umiltà. Convinto di aver pagato a Cardiff la tracotanza per aver osato sfidare il Real sul piano del gioco e della tecnica, Max ha scelto di abbassare la Juve, rinunciando in extremis anche a Matuidi e schierando due terzini sulla fascia. L’abiura definitiva del Modulo 5 Stelle, che sfoggiava in fascia un centravanti come Mandzukic. Ha tirato a sopravvivere, per poi giocarsi la speranza al Bernabeu. Come un cestista che tiene palla in mano per scaricare l’ultimo tiro a fil di sirena. Scelta comprensibile, avendo davanti un mostro come Cristiano e un Real spietato che ha vinto 3 delle ultime 4 Champions. Ma una strategia del genere può riuscire solo al prezzo di una concentrazione feroce e di un’attenzione massima. Non puoi dopo 3 minuti lasciare quello spazio a Isco per il cross; non possono Chiellini e Barzagli regalare frazioni di secondo a uno come CR7, come hanno fatto anche con Bonucci. Non possono Buffon e Chiellini combinare quel pasticcio che ha portato in cielo Cristiano. Allegri ha puntato tutto su una difesa sgretolata dal tempo. E invece, ogni volta che la Juve si è spinta verso l’umanissima difesa del Real, ha messo paura. Solo che Higuain non è mai stato centravanti da gol al primo tocco. Anzi... E Dybala che, un anno fa si sentì Messi dopo due gol al Barça, ieri è finito espulso, ai piedi di Ronaldo. Il Real ha trattato la Juve come la Juve tratta le piccole di Serie A: ha segnato in fretta e poi gestito senza stancarsi. La Juve che qui domina da 7 anni. Avvilente per il calcio italiano. Troppo lontana la galassia degli altri. Speriamo che la Roma ci regali una carezza. Non necessariamente una vittoria, basterebbero orgoglio e coraggio. Anche se Messi è un altro che sale in cielo.