La Gazzetta dello Sport

MILAN, ULTIMA CHIAMATA CHAMPIONS

Se non vince il derby, addio all’Europa che conta

- L’ANALISI di SEBASTIANO VERNAZZA @SebVernazz­a

Ultima chiamata, il Milan affronta il recupero del derby senza paracadute. In caso di sconfitta, addio ai sogni di Champions, i gattusiani finirebber­o a meno undici dall’Inter e a meno dieci dal quarto posto, estremo piazzament­o utile per entrare nell’Europa che conta, posizione in cui nell’eventualit­à scivolereb­be la Roma. Dieci punti a otto giornate dalla fine, e per giunta con la Lazio quinta a frapporsi, un abisso. Neppure un pari sarebbe risultato buono per i rossoneri, terrebbe viva una flebile speranza e stop.

Il derby arriva per il Milan nel momento sbagliato, l’Inter ha rimesso assieme i cocci dell’inverno del suo scontento ed è ripartita. Luciano Spalletti ha trovato l’alchimia, quando lui per primo forse non ci credeva più, Gagliardin­i-Brozovic in mediana e Rafinha trequartis­ta. Era l’11 marzo, giorno della partita col Napoli a San Siro, e alla lettura delle formazioni tutti o quasi gridammo all’azzardo, alla mossa della disperazio­ne: Gagliardin­i sembrava perduto, Brozovic imbizzarri­to dai testa-coda con la gente nerazzurra, Rafinha un cristallo di Boemia da maneggiare con cura. È andata, la miscela ha funzionato e oggi l’Inter veste i panni della favorita, la quale cosa presenta svantaggi: chi entra nei derby da papa spesso ne esce spretato. Il Milan ha vinto le ultime quattro partite di campionato in casa, l’Inter non subisce gol da quattro giornate, e in ballo c’è il quarto posto: nessun dubbio su quale sia il numero jolly. Milan senza Biglia, squalifica­to. Brutta assenza, Gattuso si scopre privo del navigatore integrato di ultima generazion­e e deve estrarre dal cruscotto il vecchio Tom Tom, che sarebbe Montolivo. Nella zona del «Monto» svolazzerà Rafinha, per un incrocio che potrebbe essere cruciale. L’Inter farà bene a non sottovalut­are la gattusità milanista, la capacità di soffrire all’estremo.

Il Milan si dimena tra il martello dell’Inter che gli sta davanti e l’incudine del terzetto che lo incalza alle spalle, a caccia dell’Europa League. Fiorentina, Samp e Atalanta condividon­o quota 47, a meno tre dai rossoneri, dice la classifica dopo i recuperi di ieri. In copertina la Fiorentina, che ha infilato la quinta vittoria di fila, la quarta dopo la scomparsa di Astori. «Ora in partita mettiamo qualcosa di più», ha detto Pioli. La Fiorentina ha visto la morte in faccia, ne ha sentito il gelo, e non ha più paura di niente. Ha trasformat­o il dolore in coraggio, la rabbia in leggerezza. A tratti sembra che giochi in 12, col capitano diversamen­te in campo, e chissà che non sia così. Astori se ne è andato, il suo spirito è rimasto.

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