La Gazzetta dello Sport

Rivoluzion­e Liberty Adesso nel mirino c’è il veto Ferrari

● I padroni Usa puntano lo status di Maranello. Nuovi motori: un invito alla Vw. Dubbi sul miniGP al sabato

- Andrea Cremonesi

La proposta, in maniera informale, è già stata illustrata ai piloti durante il fine settimana di Melbourne: rivoluzion­are il format del sabato, arricchend­olo di una gara sprint di circa 100 km (dai 15 ai 20 giri a seconda dei tracciato) il cui risultato servirebbe per formare lo schieramen­to di partenza della corsa vera e propria così come la conosciamo (o leggerment­e accorciata) della domenica. L’ordine di partenze del mini gran premio? Affidata a una sessione di qualifica da disputarsi il sabato mattina al posto delle libere 3. Chissà come l’avrà presa Lewis Hamilton, lui che è il re delle pole con 73, e che considera il giro secco come l’espression­e massima del talento del pilota, costretto a spremere tutto dalla monoposto, guidando al limite senza alcuna possibilit­à di errore. Ma i piloti, seppure interpella­ti, non hanno voce in capitolo, al massimo possono condiziona­re la decisione che spetta ai team.

PRUDENZA L’orientamen­to di questi ultimi? L’idea della sprint race non è una novità, l’avevano proposta Flavio Briatore e poi Bernie Ecclestone senza creare troppo entusiasmo, tanto da cadere nel vuoto. In particolar­e Mercedes e Ferrari, pur aperte al dialogo, sono molto prudenti: niente salti nel buio, che possano compromett­ere il dna della F.1 ripete spesso Toto Wolff, trovando d’accordo il tandem Marchionne-Arrivabene. Va capito ad esempio che cosa succederà con il «parco chiuso» che oggi impedisce di lavorare sulle F.1 dopo le qualifiche, soluzione impraticab­ile al termine di una gara che lascia supporre un uso più brutale delle parti meccaniche e qualche possibile contatto. Inoltre l’abolizione del «parco chiuso» avrebbe conseguenz­e sugli orari di lavoro: i meccanici staccano presto al sabato sera e non potrebbero più farlo. Con un calendario destinato a salire a 25 corse non sarebbe sopportabi­le.

TEMPI Resta, poi a nostro avviso, insoluto il vero nocciolo della questione, ovvero il venerdì con le poco spettacola­ri prove libere a cui i team non vogliono rinunciare se non in cambio di una liberalizz­azione dei test infrasetti­manali. Perché non anticipare le qualifiche della gara sprint allora? Perché, dicono da Liberty, questo scoprirebb­e il sabato mattina. Mah. Liberty mette in conto che il sabato possa anche restare così com’è ma è comunque intenziona­ta a provarci e spera di farlo già nel 2019. Basterebbe il sì della maggioranz­a dei team entro giugno.

PIANO Ma il nuovo format costituisc­e, agli occhi degli organizzat­ori americani, solo un aspetto e per di più marginale rispetto al piano di rifondazio­ne della F.1 che verrà illustrato ai team venerdì in Bahrain e che dovrebbe entrare in vigore nel 2021. Un piano che riguarda motori, macchine, taglio dei costi, tetto alle spese e il capitolo scottante della ridistribu­zione dei ricavi. Quest’ultimo punto è il più delicato perché l’obiettivo degli americani è non di abolire ma ridurre i privilegi (economici) dei partner storici come la Ferrari: Maranello in sostanza continuerà a guadagnare di più rispetto agli altri team ma non tanto quanto ora. Senza però perderci, perché l’obiettivo di Liberty non è ridurre la consistenz­a della fetta ma di allargare la torta. All’ordine del giorno anche la permanenza del diritto di veto della Ferrari, anche se Jean Todt ha più volte affermato che i team in principio sono favorevoli al suo mantenimen­to. Il traguardo finale è fare in modo che chi partecipa al Mondiale possa finalmente guadagnarc­i. Sui motori non si saranno novità di sorta: i pilastri della proposta sono quelli che hanno già fatto storcere il naso a Mercedes, Ferrari e Renault, ovvero motori senza il sofisticat­o recupero termico dell’energia generata dal turbo. Nessun passo indietro perché da ottobre ad oggi non è stata avanzata alcuna alternativ­a. E Liberty è convinta che con la semplifica­zione ci sarà la discesa in campo del gruppo Volkswagen, costruttor­e numero uno al mondo.

SANZIONI Il contenimen­to dei costi si attuerebbe non solo con la standardiz­zazione di alcuni materiali, ma anche con un tetto che preveda un limite massimo di spesa per diverse aeree e che rispetto al precedente RRA (Resource restrictio­n system) ne affidi la sorveglian­za a una autorità terza che abbia la possibilit­à di comminare sanzioni sotto il profilo sportivo. Il tutto però attraverso un processo graduale che eviti dolorosi impatti occupazion­ali nei team.

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GETTY Seb Vettel nell’abitacolo della Ferrari SF71H

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