La Gazzetta dello Sport

MAMMA CHE DERBY

Milan-Inter, round decisivo e incasso record. Gattuso avvisa: «Rinnovo? Tutti d’accordo o si aspetta». L’aumento di capitale slitta al 13. Spalletti: «Ho giocatori con il cuore nerazzurro»

- IL ROMPIPALLO­NE di GENE GNOCCHI

Gattuso: «Al Milan non mi sento solo allenatore, ma anche magazzinie­re e presidente». Fassone: «Okay, allora aspettiamo da te il bonifico».

San Siro è un ritrovo di artisti. Negli anni ha aperto le sue porte ad anime libere, inventori dall’idea brillante, creativi da tutto il mondo. I suoi derby nei periodi d’oro sono stati nobilitati da pittori italiani e architetti brasiliani: più che Modigliani e Niemeyer, Pirlo e Mario Corso, Kakà e Ronaldo. I Milan-Inter degli ultimi anni sono stati spesso partite modeste, risolte da bruti dalla scivolata facile come De Jong e Joel Obi, ma il 2018 lascia speranze ai cultori del bello. L’andata ha dato una svolta con una partita da cinque gol e il presente fa sperare nel bis. Il Milan alle 18.30 metterà insieme Montolivo, Bonaventur­a, Suso e Calhanoglu, mentre l’Inter è cambiata quando ha dato spazio a Rafinha. Morale: il calcio è bello anche quando è fisico, però divertirsi non è peccato e Milano, più di ogni altra città italiana, si è trasformat­a. Non è più solo la capitale del lavoro, sa far festa e dare un contributo creativo all’Europa. È una delle capitali della moda, una settimana in albergo durante il Salone del Mobile costa come un’utilitaria e i grattaciel­i di Porta Nuova vengono studiati anche all’estero. Quindi, nel giorno di MilanInter, esperiment­o vagamente artistico: abbinare quattro giocatori chiave a quattro regali creativi che la città ha fatto all’Europa. È un modo alternativ­o per parlare di calcio e stasera in fondo si gioca per quello: per esportare il proprio calcio all’estero. In Champions, ovviamente. CALHA DESTRUTTUR­ATO Calhanoglu nel Milan è sempre più importante, in positivo e negativo. Nell’azione del 2-1 di Cuadrado di sabato perde palla e uomo, però rincorre per 50 metri: non è solo l’uomo dei tiri da lontano, è un esterno che lotta e aiuta. «Calha» e Bonaventur­a, due della tribù dei tecnici, aiuteranno a conservare il possesso e a sinistra, contro Cancelo e Candreva, dovranno dare una mano più di qualche volta. Nel gioco dei paragoni artistici, viene in mente la giacca destruttur­ata, il capo per cui Armani - milanese da una vita è famoso nel mondo. Perché? Per la versatilit­à. «Armani ha creato questa giacca che se ne frega delle spalle larghe - spiega Fabrizio Sclavi, esperto di moda e design -. È informale, è per chi fa sport e per i manager nei cda. Per tutti i ruoli». Come

●La città è famosa all’estero per la sua arte e anche Milan-Inter promette di essere più divertente che in passato. Con un gioco, abbiniamo i giocatori-chiave, anche Calhanoglu e Rafinha, a quattro geniali opere «made in Milano»

Calha, ala e trequartis­ta, uomo di fantasia e rincorse in fascia.

IVAN E LA LAMPADA

Ora un po’ di Inter, un po’ di design. Eleganza e solidità sono le prerogativ­e di Ivan Perisic e della lampada Arco, progettata nel 1962 dai milanesiss­imi Achille e Pier Giacomo Castiglion­i. Primo oggetto di disegno industrial­e a cui è stata riconosciu­ta la tutela del diritto d’autore, al pari delle opere d’arte, Arco è una lampada a terra con un blocco di marmo come base e una struttura con arco in metallo e punto luce sospeso. Sembra un lampadario, ma è spostabile secondo esigenza. Proprio come Perisic, che si sfianca sulla fascia sinistra, trasloca spesso a destra ma sa fare danni centralmen­te. Sul fatto che Perisic illumini l’Inter non si discute – in fondo quell’arco ricorda i suoi cross... – ma anche la solidità del marmo si sposa col fisico bionico di Ivan. Uno che, dal basket al volley, ci sa fare in ogni sport.

SUSO SUPERLEGGE­RO

Il Milan a sinistra è più tecnico, ma è a destra che crea pericoli. Calabria sta giocando come mai nella vita e nelle giornate buone è un buon complement­o per Suso: Davide resta largo perché sa come si crossa, Jesus viene a giocare al centro perché con quel fisico small passa tra i difensori in velocità. Tra i contributi creativi di Milano, forse lo si può abbinare alla Superlegge­ra, la (famosissim­a) sedia pensata da un milanese come Gio Ponti, esposta nei musei all’estero. Con quel ripiano intrecciat­o sembra fragile, però è resistente. Spostare Suso con una spallata non è così facile. IL RAFINHA VERTICALE

La chiusura è con l’architettu­ra e il simbolo della Milano moderna. Inaugurato nel 2014, il Bosco Verticale è un complesso di due palazzi residenzia­li progettato dagli architetti Boeri, Barreca e La Varra. Tra gli appartamen­ti e i balconi, ha più di duemila tra alberi e arbusti; anche per questo, il Bosco ha vinto diversi premi di architettu­ra, tra cui quello di «grattaciel­o più bello e innovativo del mondo». Il giudizio estetico su Rafinha dipende dai gusti, ma senza dubbio il suo arrivo ha innovato l’Inter. Prima a metà campo mancavano i cambi di ritmo, la capacità di gestire il gioco nelle ripartenze ma anche negli spazi stretti. Rafinha ha portato questa visione nuova, la qualità e l’imprevedib­ilità. Ha introdotto la verticalit­à ed elevato il livello dei compagni. Alcuni dei quali, oltre allo stesso Spalletti, abitano proprio nel Bosco Verticale.

Chi prima delle 18.30 camminerà in città vedrà questo e altro, magari penserà che il meglio di Milano è nella cucina, nella lirica, nella pittura. Ragionevol­e. Allo stesso modo, Gattuso e Spalletti sanno che Milan-Inter può cambiare per una parata di Donnarumma o Handanovic, per un gol di Icardi, Cutrone o Kalinic. È il bello del derby: pensi di poterlo prevedere, poi spuntano Seedorf da 30 metri, Toldo nell’altra area, una parata di Abbiati portiere di riserva o Veleno Lorenzi che mette mezzo limone sotto il pallone per far sbagliare il rigore a Cucchiaron­i. La creatività, se non sorprende, non si diverte.

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