Crisi, amore, pochi soldi Da 0 a 100 in cinque anni
Rino Gattuso alle 17.08 di ieri avrebbe potuto essere su un divano di Astana a guardare la tv, come da ragazzo quando vedeva SuperQuark a Glasgow per combattere la nostalgia. Nel 2016 firmò un pre-contratto per la nazionale kazaka, poi assieme alla moglie provò le temperature – massima di ieri: 5 gradi – e capì che era meglio evitare. Ha fatto bene. È arrivato al Milan improvvisamente, voluto da un d.s. nato a pochi chilometri dalla sua Schiavonea ma dopo aver fatto un giro lunghissimo: Sion-Palermo-Creta-Pisa. Rivisto tutto così, sembra destino... e forse è ingiusto perché Gattuso si è costruito passo dopo passo, con scelte forti e lezioni dure. Ha urlato in diretta tv, gli hanno lanciato bottigliette dalla tribuna, ha provato il massimo (vincere il campionato) e il minimo (retrocedere).
IN CAMPO Gattuso comincia a meritarsi il rinnovo di ieri quando è ancora calciatore. Vive le dinamiche di spogliatoio al massimo livello, inconsapevolmente impara come gestire i campioni e i giocatori normali. «A 30 anni non avevo nessuna voglia di fare l’allenatore ha detto recentemente -. Mi è scattata a 33-34. Quando
● Rino Gattuso a Sion, la sua prima panchina in Svizzera
Microfono in mano, durante la festa per la promozione dalla Lega Pro alla B con il Pisa
● A Palermo con il presidente Zamparini, un’esperienza durata poco più di tre mesi EPA-LAPRESSE
ho smesso mi sono arrabbiato perché non volevo finire: sono sempre stato un po’ contorto». E allora comincia, a Sion, con un presidente particolare (non sarà l’ultimo...).
SION In Svizzera, lo ha detto lui, Gattuso impara la vita da allenatore. «Mi è capitato di chiedermi “che cosa ci faccio, ho tutto da perdere”. Mi sono risposto: “Zitto e pedala”. Volevo sentirmi vivo». Rino fa l’allenatore-giocatore, dura poco ma sperimenta la tensione della partita, le scelte di formazione. Sono primi passi strani, in un campionato defilato, ma sono comunque primi passi. Rino ha solo 34 anni.
PALERMO L’estate 2013 è quella di Palermo. Finisce presto anche lì, con Zamparini non una novità, ma la vita di Gattuso tende a essere intensa dall’adolescenza. A Palermo in pochi mesi conosce la B e allena i primi giocatori di alto livello. Sorrentino, Barreto, per qualche minuto il giovane Belotti, Dybala al secondo anno in Italia.
OFI CRETA La svolta, forse la principale, a giugno 2014. Gattuso decide di complicarsi la vita e va all’Ofi Creta, in Grecia. Bel posto per il turismo, meno per il calcio. Gattuso si industria a combattere con le grandi: l’Ofi con le lance, le squadre più forti con i carri armati. Batte il Panathinaikos ma il cuore della stagione sono i guai economici. Rino deve gestire uno spogliatoio con giocatori che non prendono lo stipendio, lascia ma torna quando i tifosi vanno in pellegrinaggio sotto casa. Regala a YouTube una conferenza stampa cruda ma impara ad allenare nella condizione peggiore, non protetto dalla società, e sviluppa la fase difensiva. Tornerà tutto utile.
PISA I problemi societari lo inseguono a Pisa, dove viene per allenare in Lega Pro e dopo un anno è in B: promosso. La solidità però è un’utopia, arrivano la penalizzazione e la retrocessione, che non per caso fanno rima. Gattuso si fa la fama del difensivista in B ha una gran difesa e un pessimo attacco - ma cresce ancora e capisce di dover migliorare.
MILAN Il Milan è il ritorno a casa. Arriva in Primavera chiedendosi come andrà con uno spogliatoio di ragazzi – risposta, molto bene – e pensando di avere finalmente il tempo di sviluppare un calcio offensivo. Illuso: a novembre è di nuovo emergenza, Rino deve prendere in mano la prima squadra ma almeno questa volta non è su un’isola, è a casa. Seguiranno quattro mesi di buone idee: il ritorno al 4-3-3, la scelta di una formazione-base, Calhanoglu esterno alto, Calabria e Romagnoli trasformati. Sì, quella firma se l’è meritata.
IL PASSATO
La scelta più difficile a Creta: pochi soldi, calciatori non pagati da motivare
Il Milan è la prima squadra forte, ma a Palermo nel 2013 allenò Dybala