Iago, Ljajic, Belotti Il Torino formula 3 è l’arma per l’Europa
●Mazzarri contento del nuovo tridente: «Avanti così, se continueranno a sacrificarsi nella fase difensiva»
Mette paura all’Inter, il tridente atipico lucidato per l’occasione da Walter Mazzarri. D’altra parte, sistema di gioco che vince e convince non si cambia. E così, domenica all’ora di pranzo, il tecnico granata darà fiducia al 3-4-1-2 che ha varato nella ripresa a Cagliari (dopo un primo tempo col 3-5-2) e che ha confermato l’altra sera contro il Crotone. Perché appena è passato alla difesa a tre e al tridente atipico, con Ljajic libero di muoversi alle spalle di Iago Falque e di Belotti, spesso anche accanto, il Toro si è scoperto a forza quattro: quattro gol al Cagliari, quattro al Crotone.
CAMBIAMENTO A sbloccare il Toro è stata proprio la rivoluzione copernicana di Mazzarri: «Appena arrivato al Toro ho cercato di smuovere il meno possibile, anche sul modulo – ricapitola i primi tre mesi granata l’allenatore toscano -. Siamo partiti abbastanza bene, poi dopo il derby è successo qualcosa e allora ho pensato di dare sicurezza cambiando sistema di gioco. Per ora quella è stata una bella rondine di cambiamento: ha dato sicurezze e per me è stato più facile inserire quei tre lì davanti». Quei tre sono proprio il serbo, lo spagnolo e il Gallo, ossia coloro che hanno impresso il cambio di marcia alla squadra. Ljajic ha subito preso in mano le redini, dimostrando una volta di più di saper saltare l’uomo e mettere palloni invitanti alle punte. Iago e Belotti sono andati a nozze, segnando e scambiandosi assist e favori. Ma ancor più preziosa è stata la fase che i tre amano di meno, quella di non possesso: si sono rimboccati le maniche e hanno iniziato a correre e ad aiutare i compagni badando anche alla fase difensiva, l’unica via percorribile per garantirsi il posto in squadra. Un esame che vale soprattutto per Ljajic in versione 2.0: capace di sacrificarsi, di aiutare la squadra e di garantire tanta vitalità e altrettanta corsa, tanto da essere eletto contro il Crotone il maratona granata dall’alto dei 10.978 metri percorsi.
EQUILIBRI «Loro tre possono coesistere solo se danno una mano alla squadra – taglia corto Mazzarri -. È chiaro che se ci si può permettere di giocare con loro tre è più bello e finché si comportano in questo modo giocheranno insieme. Cambiando modulo, poi, sembriamo più solidi, concediamo meno e facciamo anche un buon calcio». Insomma, un 3-4-1-2 che si traveste spesso da 3-4-3 in fase di possesso («È un modulo che mi piace tanto e che vedo bene anche per il futuro», svela Mazzarri) e che va interpretato bene, in particolare dai tre attaccanti che devono garantire gli equilibri al gruppo. Il tecnico di San Vincenzo promuove il sistema di gioco attuale, ma in futuro potrebbe cambiare ulteriormente volto al Toro, magari per qualcosa di più spregiudicato da utilizzare a partita in corso: «Potrei far giocare qualcun altro, di tecnico. A patto che là davanti corrano e facciano la fase difensiva». Il primo esame di laurea si chiama Inter: «Sarà una verifica molto probante», incrociano le dita in casa granata, a partire dal presidente Urbano Cairo. Un test che potrebbe lanciare il Toro nella rincorsa alla zona Europa, lontana cinque punti.