La Gazzetta dello Sport

Hamilton «Liberty rischia di influire sul mio futuro»

●«Contratto? Gli americani possono condiziona­re la durata. Vorrei correre in moto ma se cadi da”vecchio”...»

- Mario Salvini INVIATO A SAKHIR

Asaperlo vedere dev’esser stato un modo di dimostrars­i sereno, dopo la parziale delusione del GP di avvio a Melbourne: Lewis Hamilton è arrivato nel paddock del Bahrain con una maglietta a righe verdi, viola, azzurre, rosse. Un arcobaleno in pendant con le calze e persino con le scarpe. «Non dite che in Australia sono arrivato “solo” secondo — ha scherzato più tardi, dopo aver indossato divisa e cappellino d’ordinanza Mercedes —. Secondo è un risultato abbastanza buono». Certo poi dipende dalle circostanz­e: «Se sei partito primo e arrivi secondo magari la sensazione non è così positiva», ha ammesso. Ma son dettagli, specie se paragonati alla questione che ha tenuto banco: cioè il futuro. Il contratto da prolungare. Apparentem­ente una formalità, come si ripete da mesi. Che però non si è ancora concretizz­ata. E allora le domande sono state prevalente­mente su quello. «Non c’è fretta. Ci stiamo prendendo il nostro tempo, senza stress. È importante che da entrambe le parti ci siano tutte le informazio­ni e le certezze necessarie. La squadra mi ha detto di non aver parlato con altri piloti, io non ho parlato con altri team».

IL PIÙ IMPORTANTE Con aria sorniona Lewis per un attimo ha dato l’illusione di esser lì lì per annunciare qualcosa di grosso: «Di certo sarà il contratto più importante della mia carriera…». Per poi smorzare subito l’entusiasmo: «Ma è normale, ogni volta l’ultimo contratto è il più importante di tutti». In realtà è stato lui stesso ad escludere «che potrà esserci qualche comunicazi­one clamorosa in merito nel corso di questo fine settimana. Piuttosto domani (oggi, n.d.r.) ci saranno annunci importanti da parte di Liberty Media sul futuro della Formula 1». Decisioni che potrebbero anche avere a che fare col mercato dei piloti. «Quel che ci comunicher­à Liberty potrebbe condiziona­re le nostre scelte, magari sulla durata dei prossimi contratti. O magari no». In ogni caso, meglio aspettare: non c’è fretta.

PESCE IN MOTO E poi comunque, il problema non si pone, visto che il prosieguo della carriera di Lewis sarà in MotoGP. E’ una burla ovviamente: un «pesce» da lui medesimo liberato su Instagram il 1° di aprile. Ma sotto sotto: «No, che non scherzavo: io vorrei davvero correre in MotoGP», ha detto. Così come peraltro aveva rivelato molte altre volte nel corso degli anni. «Vorrei davvero che fosse come ai vecchi tempi quando John Surtees poteva correre in auto e in moto. Il problema è che quando invecchi non sei più a prova di caduta come Marquez. Per questo i motociclis­ti possono provare le macchine, mentre non credo che mi lascerebbe­ro andare in moto», ha riso. Il che dà bene l’idea di quanto dev’esser preoccupat­o per il secondo posto di Melbourne e per il contratto.

DUELLO In ogni caso, sul GP d’Australia, alle tv nel paddock Lewis aveva specificat­o ben bene che: «La Ferrari quando è andata in testa ha fatto quello che doveva fare, ma non è stata più forte di noi». Così, perché sia chiaro. Tuttavia ha anche aggiunto: «Il team mi ha detto che sulla qualifica i nostri rivali hanno fatto progressi e che ora siamo alla pari. Forse noi abbiamo qualcosa in più per la gara, ma è difficile dirlo. Penso che avremo le idee più chiare dopo il Bahrain». Dove se andrà a punti, eguaglierà il primato di 27 gare utili di fila che appartiene a Raikkonen (Lotus 2012-2013).

BOTTAS Abbronzato, rilassato, poco o per nulla turbato dal «brutto weekend» in Australia — come lo ha definito — l’altro uomo Mercedes, Valtteri Bottas, ha dato l’idea di averne avuto abbastanza dell critiche degli ultimi giorni. «In realtà l’incidente in qualifica non è rimasto a lungo nei miei pensieri. La cosa positiva è che abbiamo una macchina molto competitiv­a. Ovvio che dopo un brutto risultato ora guardi con ancora più attesa a questo weekend». Per il quale il finlandese prevede una Ferrari molto competitiv­a. «È andata sempre molto bene qui, l’anno scorso ha avuto un passo anche migliore rispetto a Melbourne. Quindi credo che saranno molto vicine a noi. Io non mi farò condiziona­re dal primo GP: è questo il weekend a cui devo pensare ora». Magari ricordando­si di un anno fa. Allora come ora arrivava dopo un errore (in Cina), e qui in Bahrain staccò la sua prima pole in carriera.

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NEL MIRINO Facesse punti pure in Bahrain, Hamilton eguagliere­bbe Raikkonen: 27 volte gare utili di fila

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