La Gazzetta dello Sport

FELIPE ANDERSON VOLA CON LA LAZIO IN EUROPA LEAGUE

●Parte dalla panchina ma entra al momento giusto: «E posso crescere ancora»

- Nicola Berardino ROMA

La squadra di Inzaghi si impone con personalit­à e prende il largo dopo l’ingresso decisivo del brasiliano

Ci voleva un colpo alla Felipe Anderson per decidere il k.o. al Salisburgo. Una delle volate verso la porta, per via centrale, tipiche del suo repertorio. Un’invenzione per cancellare le paure e la rabbia di una partita appena tornata in parità. Contro gli austriaci il brasiliano parte dalla panchina. Inzaghi ha deciso di potersi concedere due dei tre incursori doc: dentro Luis Alberto e il rientrante Milinkovic. Ma la soluzione di Anderson dalla panchina è in realtà un atto di strategia. Inzaghi sa che nel giorno del suo 42 compleanno un bel regalo potrà farglielo proprio l’ex Santos. Perché la sua fantasia inserita in una partita che già bolle può fare la differenza. E quando Milinkovic gli porge il pallone per la svolta alla partita, Felipe sa dove portarlo. Accelera e il suo passo diventa un volano per tutta la Lazio. Perché è quello probabilme­nte il momento che dà al 24enne d Brasilia i gradi finalmente di leader. È lui che decide di condurre la Lazio verso la vittoria in una partita intrappola­ta da dubbi, ansie e amarezze. Corre verso la porta e l’Olimpico vede in anticipo la perla che il brasiliano, cresciuto all’ombra di Neymar, sta per sfornare. Istanti lunghissim­i che riproducon­o fiammate del suo talento già intravisto. Sembra il Felipe Anderson della primavera del 2015, la stella della Lazio di Pioli. Poi, si è eclissato, ma ora rieccolo che va a segnare e indica alla Lazio il punto di non ritorno per incassare una vittoria preziosa.

ORGOGLIO DA LEADER «Siamo un po’ arrabbiati per gli episodi, però non ci facciamo influenzar­e in campo. Quando giochiamo palla a terra siamo forti e l’abbiamo dimostrato», dice con orgoglio alla fine scrutando un Olimpico biancocele­ste che non vorrebbe svuotarsi. «Il pubblico è un uomo in più. Quando siamo entrati in campo li abbiamo visti saltare e cantare e ciò ci ha trasmesso carica. Abbiamo studiato il Salisburgo, sapevamo che c’era molta intensità. In casa non potevamo fare altrimenti. Siamo stati bravi». Parla a nome della squadra. Ecco il leader che la Lazio cercava. Alla scuola di Inzaghi Felipe Anderson è tornato se stesso. Quel battibecco negli spogliatoi dopo Lazio-Genoa di due mesi sembra appartener­e a un’altra annata. «Con il lavoro in questa stagione posso crescere ancora. L’infortunio (quattro mesi di stop a inizio stagione, ndr) è passato, sono a disposizio­ne e quando vengo chiamato voglio rispondere presente». In Europa League aveva già segnato: nelle precedenti gare all’Olimpico, contro Steaua e Dinamo Kiev. Il sigillo al Salisburgo ha però ben altro valore. Non solo perché spinge la Lazio in direzione delle semifinali ma anche perché fa tornare a rispendere un altro progetto di campione che Inzaghi ha sempre pensato di poter donare alla Lazio. Riecco Felipe Anderson, la stella che brilla di nuovo.

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Recuperato Felipe Anderson, 24 anni, festeggia il terzo gol
 ??  ?? Felipe Anderson, 24 anni, autore del terzo gol laziale AP
Felipe Anderson, 24 anni, autore del terzo gol laziale AP

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