La Gazzetta dello Sport

DOPO LA DISFATTA REAL ALLEGRI DETTA LA LINEA VERDE

Max vuole restare, chiede una Juve giovane e anche la pazienza del club per rifondare puntando alla Champions Le mosse di mercato: ultimatum a Emre Can, in alternativ­a Cristante e il sogno Milinkovic

- Matteo Dalla Vite Fabiana Della Valle G.B. Olivero

Una sconfitta fa male soprattutt­o se non reagisci. Se invece riparti subito, i lividi svaniscono più in fretta. Vale per il presente, ossia per la rincorsa al settimo scudetto consecutiv­o, ma anche per il futuro, ossia per inseguire nuovamente la Champions League. La Juve e Massimilia­no Allegri hanno metabolizz­ato la batosta con il Real e sono già concentrat­i sugli obiettivi vicini e su quelli più lontani. Ieri si è sparsa una voce: il tecnico avrebbe pronunciat­o a Vinovo frasi che sanno di addio. Vero o non vero? Nessuna conferma, anzi una secca smentita dalla società. Di certo, comunque, tutti si chiedono cosa potrà decidere Max alla fine di questa stagione nonostante un contratto fino al 2020 e le dichiarazi­oni rassicuran­ti sue e della società. Dall’Inghilterr­a arrivano sussurri di Chelsea, ma intanto lo stesso Allegri ha esposto ad Andrea Agnelli e Beppe Marotta un piano per garantire a lungo la competitiv­ità della Juve in Italia e in Europa senza però avere l’obbligo di vincere nella prossima stagione.

NUOVO PROGETTO La sconfitta con il Real ha un duplice significat­o: il primo, tecnico, riguarda la fine del cammino europeo, ma la Juve ha la possibilit­à di rendere comunque ottima l’annata conquistan­do il settimo scudetto consecutiv­o (obiettivo primario della società) e la quarta Coppa Italia di fila. C’è però un secondo significat­o, più profondo: la rovesciata di Ronaldo potrebbe aver chiuso lo splendido percorso di questo gruppo. E’ innegabile che, dopo due finali in tre anni, la Champions fosse qualcosa in più di un sogno e la sconfitta con il Real proietta la Juve verso un logico e ragionato rinnovamen­to, soprattutt­o in chiave europea. Ed è lo stesso Allegri ad averlo prospettat­o alla società subito dopo lo 0-3 con i campioni d’Europa. Dopo quattro anni, e magari quattro scudetti, il tecnico deve guardare dentro di sé per verificare le motivazion­i con le quali inizierebb­e la prossima stagione. Allegri, tra l’altro, ha vissuto sulla propria pelle gli effetti nefasti della poco accorta gestione della fine del ciclo del Milan e non vuole rivivere le stesse situazioni. La sua esperienza può essere preziosa alla Juve, dove nulla si dà per scontato e tutto viene pianificat­o attentamen­te. Il confronto tra Allegri e la dirigenza è stato utile per mettere in chiaro le cose. Max non è stufo della Juve ma ha bisogno di una nuova sfida, quindi ha indicato alcuni punti essenziali per restare. Il tecnico ha spiegato ad Agnelli e Marotta che tutto quello che si poteva fare con questo gruppo è stato fatto e che il gap con le grandi d’Europa non si può ridurre più di così, anzi è destinato ad allargarsi nuovamente visto che si tratta di superpoten­ze economiche oltre che di splendide squadre. E allora il tecnico ha indicato la strada da intraprend­ere per rimettersi all’inseguimen­to della Champions e per aprire un nuovo ciclo di successi in Italia. Innanzitut­to serve uno svecchiame­nto che consenta ai giovani di crescere giocando e non guardando gli altri. Allegri pensa a Rugani, Caldara, Spinazzola: gli eredi della BBC. Alcune volte il tecnico ha dovuto fare sfoggio di diplomazia per gestire le grandi personalit­à dello spogliatoi­o e mediare tra la loro legittima volontà di essere ancora protagonis­ti e il desiderio di emergere della Next Gen. Martedì sera il ballottagg­io tra Barzagli e Rugani (grande favorito della vigilia) è stato risolto a favore del difensore più esperto, ma Allegri è consapevol­e che Daniele e gli altri ragazzi possano completars­i solo giocando contro grandi avversari e anche sbagliando.

IL RISCHIO Sul mercato bisognerà individuar­e giocatori di qualità e forza fisica, elementi già competitiv­i e vicini al salto di qualità definitivo. Oltre al già noto Emre Can, il primo nome, forse irraggiung­ibile, è Milinkovic e poi c’è Pellegrini e piace molto Cristante. Allegri ha messo in preventivo un sacrificio eccellente in nome del bilancio. Facile obiezione: perché la Juve dovrebbe mettere a rischio la leadership in Italia con un rinnovamen­to di questo tipo, i cui risultati non possono essere garantiti? In effetti non è detto che il piano di Allegri convinca il club, da sempre attratto innanzitut­to dal primato nazionale. Proprio questo è lo snodo più delicato: Max vorrebbe che lo scudetto non fosse un obbligo, che l’eventuale insuccesso fosse vissuto con maturità da tutto l’ambiente e che la società condivides­se con lui il rischio di non vincere per una stagione, con l’obiettivo però di ripresenta­re l’anno seguente una squadra molto forte, già

rodata, più giovane che, con l’acquisto di un paio di top player, potrebbe nuovamente puntare all’Europa. Curiosamen­te il piano di Allegri è molto simile a quello che Antonio Conte espose alla Juve nel 2014. Anche Conte prospettò l’esigenza di una rivoluzion­e e la possibilit­à di stare un anno senza vittorie per costruire un nuovo ciclo di successi. La storia è nota: Antonio se ne andò dopo un giorno di ritiro, la Juve chiamò Allegri e così iniziò una storia bellissima. Che adesso è giunta a una svolta.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy