●Vicenza in crisi: solamente 2 punti nelle ultime 7 gare Sempre più vicino lo spettro playout
Questione di un mese e il Vicenza conoscerà il proprio destino. Sul campo, perché il 6 maggio si giocherà l’ultima partita, e fuori, perché secondo le indicazioni del curatore fallimentare Nerio De Bortoli l’asta dovrebbe avvenire l’8 o il 9 maggio. Un mese per sapere quale futuro attende la società alla fine della sua stagione più tormentata. La retrocessione in C dello scorso giugno è stata solo l’inizio di una serie di rovesci senza fine che hanno lasciato arrabbiati e delusi quei tifosi che malgrado tutto hanno sottoscritto ben 6.731 abbonamenti. Dopo la caduta in terza serie è stato un crescendo di guai: dal mancato rispetto della scadenza del pagamento degli stipendi il 16 dicembre, alla discussa cessione della società da parte di Vi.Fin al piemontese Fabio Sanfilippo, fino ad arrivare al fallimento del club dichiarato dal tribunale il 18 gennaio.
A PICCO Un punto di non ritorno, la fine ingloriosa della «Nobile Provinciale» nata nel 1902, con una Coppa Italia e una semifinale di Coppa delle Coppe in bacheca. Il Vicenza ha potuto proseguire il campionato grazie alla concessione dell’esercizio provvisorio, che però va avanti tra mille difficoltà, perché malgrado la generosità dei tifosi, che hanno aderito alle diverse iniziative del curatore De Bortoli, mancano all’appello investitori e sponsor con maggiori disponibilità. E sul campo non va meglio, anzi. Da due partite il Vicenza ha in panchina Lerda, il terzo allenatore dell’anno dopo Colombo e Zanini, ma i risultati sono in picchiata. Nelle ultime 7 gare si sono portati a casa appena 2 punti e lo spettro minaccioso dei playout si fa sempre più reale.